Trump a Roma

Il Presidente Americano Trump ha inaugurato il suo primo viaggio delle tre religioni monoteiste cominciando dalla Arabia Saudita presso i musulmani sunniti, mandando al diavolo gli sciiti sostenuti dall'Iran, prima di recarsi a Gerusalemme e al Muro del pianto dove è stato protagonista di un incontro di altissima caratura simbolica, anche grazie a suo genero Jared Kushner e alla figlia Ivanka, moglie di Jared convertita per lui all'ebraismo. Inoltre, prima di decollare per Roma il presidente americano ha fatto un'altra visita musulmana incontrando il presidente palestinese Abu Mazen. Seguendo questo itinerario lungo la via delle tre religioni monoteiste, Trump è entrato nella misteriosa città vaticana dopo aver varcato le porte delle altissime mura fra le quali vive un uomo che parla la stessa lingua dei messicani e ne condivide largamente il modo di pensare, mentre in patria si agita lo spettro dell' impeachment con l'intento di azzopparlo.

Se nessuna guerra non è più scoppiata grazie al coraggio di Anwar Sadat che lo pagò con la propria vita come avrebbe più tardi pagato col sangue Ytzakh Rabin, la vera pace non ha fatto seguito a quell'evento e non ci sono ipotesi serie,Trump che la fa sempre facile prima di scoprire quanto tutto sia 'complicato', che il 45 esimo presidente americano riesca a fare il miracolo che Truman, che per primo riconobbe lo Stato di Israele, Eisenhower, Kennedy, Nixon, Ford, Carter, Reagan, Bush padre, Clinton, Bush figlio e Obama non sono riusciti a fare. E purtroppo Trump approfitta dell'occasione per lanciarsi in un'altra tirata contro l'Iran, dunque contro Obama, solo per compiacere Netanyahu.

Non c'è nessun elemento nuovo, 40 anni dopo l'incontro Sadat-Begin, che indichi l'esistenza di nuove e reali trattative fra i palestinesi della Cisgiordania, i palestinesi di Gaza, il governo della destra al potere con Netanyahu, la lobby dei coloni che spingono per nuove insediamenti. La Siria, l'altra grande nazione ancora tecnicamente in guerra con Israele è in guerra con se stessa. La Giordania è invasa dai profughi. Il Libano vive nel proprio costante, fragile equilibrio. E le chiacchiere, i tweet, le sortite azzardate di Trump che aveva prima detto, e poi ritrattato, di voler portare la capitale israeliana a Gerusalemme, volano nell'aria, come le bombe e i razzi che le parti si scambiano.

Se Trump non ha fatto promesse epocali in Medio Oriente, dove si è ben guardato dal sostenere la teoria dei due popoli, due Stati, con il Papa si limiterà a dare un segnale neutrale di dialogo, mentre sarà Bruxelles il suo vero banco di prova perché lì verrà a batter cassa con i Paesi della Nato che non pagano la retta. L'Italia è fra i debitori: siamo indietro anche con le rate della sicurezza internazionale, ma cerchiamo di farla franca agitando l'innocuo vessillo di un esercito europeo che purtroppo non si farà mai, anche perché la Nato già esiste, ma grava di più sulle spalle del contribuente americano. Questo sosterrà Trump, che non propone più di sciogliere l'alleanza, perché obsoleta e legata alla Guerra Fredda. Ultima tappa, il G7 di Taormina sotto l'incubo della strage di Manchester e senza la Russia di Putin, ancora in castigo per la vicenda ucraina.

"Negoziato politico" e "dialogo inter religioso" per promuovere la pace nel mondo, e in riferimento "alla situazione in Medio oriente e alla tutela delle comunità cristiane". Questo sembra essere un punto di convergenza raggiunto nel corso dei colloqui che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avuto in Vaticano, per mezz'ora con papa Francesco e per 50 minuti con il segretario di Stato, card. Pietro Parolin e con il "ministro degli Esteri" della S.Sede, mons. Paul Gallagher.

Un incontro che, nonostante le voci e controvoci, il Papa e la Santa Sede non hanno mai pensato di rifiutare o non propiziare, consapevoli della importanza di un interlocutore come Trump nella pacificazione mondiale. E infatti appena l'udienza è stata chiesta, il Papa l'ha accordata, modellandola nel fitto programma romano del presidente statunitense.

Mezz'ora di colloquio privato, alla presenza dell'interprete mons. Miles, anglofono che conosce perfettamente lo spagnolo, e poi la presentazione del seguito, e lo scambio dei doni. Il Papa ha offerto i suoi tre documenti magisteriali - la "Evangelii gaudium", la enciclica 'ecologica' "Laudato sii" e la esortazione sulla famiglia, "Amoris laetitia"; inoltre papa Bergoglio ha consegnato il messaggio per la Giornata della pace del 2017. I testi magisteriali sono abitali come dono ai capi di Stato, il messaggio non lo è sempre, ma neppure è inusuale.

In quel messaggio papa Francesco formulava un appello al disarmo e alla abolizione della armi nucleari, invitava alla non violenza come sfida per i leader mondiali e, come nel messaggio del 2016, chiedeva di farsi carico della crisi migratoria. Il Papa ha donato anche il medaglione che raffigura un ramo di ulivo che unisce la pietra divisa, e ha spiegato: "questo glielo regalo perché lei sia strumento di pace", e il presidente ha replicato: "Abbiamo bisogno di pace". Il presidente Trump ha donato un cofanetto di libri del leader antisegregazionista e pacifista Martin Luther King. "Questo è un regalo per lei - gli ha detto, presentandogli la confezione chiusa -. Ci sono libri di Martin Luther King. Penso che le piaceranno. Spero di sì". "Grazie, grazie tante", ha risposto il Papa.

Il "compiacimento" è stato invece espresso circa le "buone relazioni bilaterali esistenti", e il "comune impegno a favore della vita e della libertà religiosa e di coscienza", mentre si è parlato di auspici circa una "serena collaborazione tra lo Stato e la Chiesa cattolica" in Usa, impegnata "nei campi della salute, dell'educazione e dell'assistenza agli immigrati". Un bilancio che le parti potrebbero considerare soddisfacente per il primo incontro tra il presidente degli Stati Uniti forse meno vicino al sentire dei papi fino a questo momento, e tra il primo papa latinoamericano della storia della Chiesa.

La delegazione statunitense - il presidente era accompagnato dalla consorte Melania e da altre dieci persone, compresa la figlia Ivanka con il marito - ha osservato precisamente il cerimoniale: puntualità nei tempi, - arrivo in perfetto orario nel cortile di San Damaso dove ad accoglierli c'era il prefetto della Casa Pontificia Georg Gaenswein - sobrietà nel vestire: il presidente in abito blu, moglie e figlia in nero, con veletta nera; Trump ha sorriso al momento della foto che lo immortalava, sulla soglia della porta, vicino a papa Francesco, che aveva una espressione concentrata.

Tra i temi affrontati da Trump e Gentiloni anche la questione migratoria come sfida globale per il G7 di cui il presidente Usa e il premier italiano avevano già parlato nel loro incontro alla Casa Bianca un mese fa. E ancora l'importanza del tema climatico e la questione degli scambi commerciali, per conciliare libertà e reciprocità. Ai colloqui per parte americana hanno partecipato il consigliere economico della Casa Bianca Gary Cohn, il genero Jared Kushner, il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, H.R.McMaster, il segretario di Stato americano Rex Tillerson, il vice consigliere per la Sicurezza Usa, Dina Powell.

Al centro del colloquio, secondo quanto si apprende da fonti di Governo, il G7 di Taormina, occasione per mostrare l'unità dei leader e dei paesi e l'impegno comune e la determinazione contro il terrorismo, all'indomani della strage di Manchester. 

Trump, alle 11.15, si e recato al Quirinale per una prima presa di contatto con Sergio Mattarella, con cui è previsto che si intratterrà per una quarantina di minuti. E stato accompagnato dal segretario di Stato Rex Tillerson. Per l'Italia era presente il ministro degli Esteri Angelino Alfano. Mattarella e Trump hanno avuto modo di rivedersi due giorni dopo, a Taormina, in occasione del G7. Successivamente Trump rientrerà a Villa Taverna, dove alle 12.25 ha incontrato il premier Paolo Gentiloni. Si tratta del secondo faccia a faccia dopo quello dello scorso 20 aprile a Washington, che avrà ancora più rilevanza proprio in vista del G7 siciliano. Nel frattempo, le due signore della famiglia Trump seguiranno due programmi alternativi.

Melania, alle 11.15, ha visitato l'eccellenza dell'ospedale pediatrico vaticano Bambino Gesù. La figlia Ivanka, quasi contemporaneamente, e stata a Trastevere, ospite della Comunità di S.Egidio, dove ha incontrato anche un gruppo di donne vittime del traffico di esseri umani. Alle 13.20, Trump e Melania partiranno per l'aeroporto di Fiumicino e mezz'ora dopo l'Air Force One si alzerà in volo in direzione di Bruxelles. 

Intanto  :  Massima attenzione ai grandi eventi in programma nei prossimi giorni a Roma dopo l'attentato a Manchester. Sensibilizzata la sicurezza che già da tempo è ai «massimi livelli» per l'allerta terrorismo. Tra gli eventi a grande partecipazione il concerto Mtv Awards sabato sera a piazza del Popolo; domenica Roma-Genova all'Olimpico, con il saluto dei giallo rossi al capitano Francesco Totti, in campo per l'ultima volta; le cerimonie del 2 giugno e un evento per la Pentecoste al Circo Massimo a cui parteciperà il Papa.

 

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI