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Pierre Moscovici: E' "assolutamente sbagliato parlare di ultimatum"

La Commissione Ue rivede al rialzo la crescita dell'Italia del 2016, da +0,7% a +0,9%. Restano stabili, invece, le previsioni per il 2017, con un Pil invariato a +0,9%, mentre per il 2018 la stima di crescita sale dall'1 all'1,1%. Così le previsioni economiche d'inverno Ue, che evidenziano una "crescita stabile ma modesta" trainata da "tassi d'interesse reali bassi e una domanda esterna più forte" ma dove "debolezze strutturali ostacolano una ripresa più forte".

Evitare aumenti della benzina. Mentre la Commissione renderà note le nuove previsioni di crescita per l'Italia e gli altri paesi europei, il governo lavora alla definizione delle misure per la 'manovrina' correttiva chiesta da Bruxelles e per centrare l'obiettivo dei 3,4 miliardi sta valutando tutte le opzioni che consentano di scongiurare, come chiesto anche dall'ala renziana del Pd, aumenti di tasse, o perlomeno di concentrarli su voci considerate 'indolori', almeno politicamente.

In Italia i rapporti deficit-Pil e debito Pil restano "sostanzialmente stabili", con il primo rivisto leggermente al ribasso per il 2016 a 2,3% dal 2,4% delle previsioni di autunno, mentre resta invariato a 2,4% per il 2017. Anche il debito è rivisto leggermente al ribasso per il 2016 a 132,8% da 133%, mentre sale a 133,3% nel 2017 da 133,1%. Nelle sue previsioni Bruxelles precisa di "prendere nota positiva dell'impegno" per il varo di misure correttive che però "saranno conteggiate solo quando dettagliate".

La Commissione Ue "prende nota positivamente dell'impegno preso dal governo per adottare misure di bilancio aggiuntive per un valore complessivo dello 0,2% del Pil entro aprile 2017". Le misure aggiuntive, precisa poi Bruxelles, saranno però "prese in conto non appena saranno disponibili sufficienti dettagli" per valutarne l'impatto.

E' "assolutamente sbagliato parlare di ultimatum" da parte della Commissione Ue all'Italia. Lo indica Pierre Moscovici presentando le Previsioni economiche d'inverno della Commissione europea. Facendo un punto sul nostro Paese, dando "il benvenuto" agli "impegni" presi dal governo dopo la lettera del 17 gennaio, Moscovici sottolinea che "stiamo discutendo in modo costruttivo e positivo" col ministro Padoan e "mentre incoraggiamo a prendere le misure al più presto", "non c'è alcun ultimatum".

I lavori per la preparazione della relazione sul debito dell'Italia, che sarà presentata nelle prossime settimane, "sono in corso" e in questo contesto "si terrà conto di tutti i fattori che possono spiegare perchè il Paese non rispetta la regola sul debito". Così il commissario Ue agli affari economici ha risposto a chi gli chiedeva si è stato scongiurato il pericolo di apertura di una procedura contro l'Italia per debito eccessivo.

"I rischi politici" che pesano sulle prospettive di crescita "sono presenti in tutta l'Unione europea, in molti paesi e hanno un nome molto chiaro: populismo anti-europeo, con questa volontà che considero assurda e pericolosa, dovunque essa sia e che è presente in Francia prima che in Italia, di voler uscire dall'euro e dalla Ue", afferma Moscovici rispondendo ad una domanda sull'Italia.

Nel 2018 è stimata al +1,1%, "sostenuta dagli sviluppi della domanda interna ed esterna", fa sapere la Commissione. Poi la Commissione sposta il mirino sull'eurozona: "La crescita dell'eurozona e dell'Ue presenta rischi eccezionali dalla nuova amministrazione Usa a guida Donald Trump e dalla Brexit, che rendono il grado di incertezza particolarmente elevato per le previsioni d'inverno. Il grado di incertezza particolarmente elevato che avvolge queste previsioni d'inverno è dovuto alle intenzioni ancora poco chiare della nuova amministrazione statunitense in alcuni settori strategici fondamentali, come pure alle numerose elezioni che si terranno in Europa quest'anno e ai prossimi negoziati con il Regno Unito a norma dell'articolo 50", afferma la Commissione. "La bilancia dei rischi continua a pendere verso il basso, anche se sono aumentati sia i rischi di revisione al rialzo che quelli di revisione al ribasso", spiega il rapporto.

La disoccupazione in Italia "resta alta" mentre "rallenta" l'occupazione rispetto ai due anni precedenti a causa "della fine dagli incentivi fiscali per le nuove assunzioni". La Commissione rivede al rialzo la disoccupazione per il 2016 (da 11,5 a 11,7%), così come per il 2017 (da 11,4% a 11,6%. Nel 2018 è prevista all'11,4% contro l'11,3 precedente. Comunque "le riforme passate - per Bruxelles - sosterranno l'occupazione nel 2017-2018".

"L'incertezza politica e il lento aggiustamento del settore bancario pongono rischi al ribasso alle prospettive di crescita dell'Italia". La Commissione Ue aggiunge però che "un forte impulso potrebbe ancora avvenire dalla domanda esterna". Per Bruxelles il surplus delle partite correnti calerà dal 2,7% del pil del 2016 all'1,8% nel 2018. Gli investimenti dovrebbero invece crescere del 2,4% beneficiando delle misure della legge di bilancio 2017.

"Per la prima volta in quasi un decennio, tutte le economie di tutti gli Stati membri della Ue sono attese crescere per tutto il periodo delle previsioni (2016,2017 e 2018)". Lo scrive la Commissione europea presentando le Previsioni economiche d'inverno, annotando anche che l'inflazione, al netto dell'energia e dell'alimentare, nell'Eurorozona è attesa passare da 0,2% del 2016 a +1,7% nel 2017 tornando ad assestarsi a +1,4% nel 2018.

Il deficit complessivo nei 19 paesi dell'Eurozona dovrebbe scendere a 1,4% nel 2017 e nel 2018, in calo rispetto all'1,7% del 2016. E' indicato nelle previsioni economiche d'inverno della Commissione europea. La contrazione, "riflette una riduzione delle spese dovuta a tassi di interesse eccezionalmente bassi" ma anche "gli ulteriori miglioramenti nel mercato del lavoro" per cui da una parte aumenta il gettito fiscale, dall'altra si riducono le spese per gli ammortizzatori sociali.

"Se devo dare un titolo direi che la crescita economica continua anche se è messa alla prova dalle incertezze", spiega Moscovici sottolineando che "il punto debole" per la situazione economica europea "restano gli investimenti".

L'uscita della Francia dall'euro e dall'Unione europea "proposta da Marine Le Pen" sarebbe "una tragedia per l'Eurozona ed una catastrofe per la Francia", sostiene Moscovici.

Intanto la 'manovrina' "purtroppo non si può fare tutta dal lato della spesa. Dalle entrate nel 2017 dovrà arrivare una quota significativa della correzione, un qualche contributo lo dovranno dare ma non è detto che lo debbano dare attraverso un aumento delle accise" dice ai Giornalisti, il viceministro dell'Economia Enrico Morando, che suggerisce tra l'altro di cominciare subito a valutare, come prevede la nuova legge di Bilancio, i tagli di spesa da fare per il prossimo anno anche per sostituire gli aumenti delle entrate ora inevitabili, e si dice ottimista sulle performance dell'economia. "Ci sono dati, come gli ultimi sulla produzione industriale, che sono confortanti" e che dimostrano "come non fosse così irrealistica la possibilità" indicata dal governo con l'aggiornamento del Def in autunno, "di centrare nel 2017 l'1%" di crescita. "Non è impossibile" che l'obiettivo sia raggiunto già nel 2016 "ma è difficile ancora da dire". Ma una crescita più sostenuta potrebbe aiutare a ridurre, anche se magari solo di qualche centinaio di milioni, l'aggiustamento strutturale dello 0,2% indicato da Bruxelles.

Il confronto con la commissione resta aperto sia sull'entità sia sulla composizione della manovra e, sottolinea sempre Morando, se la mozione dei 37 renziani depositata qualche giorno fa voleva ribadire che "noi siamo quelli che le tasse le abbassano" è un conto, "se voleva invece fissare paletti puntuali è un documento che viene prima del tempo, perché" "abbiamo definito le dimensioni dell'intervento ma bisogna ancora definire le scelte da fare".

Al momento la correzione sarà composta per un terzo da tagli di spesa (circa 8-900 milioni) e per i restanti 2,5 miliardi da aumenti delle entrate. Da conseguire attraverso proroga e ampliamento dello split payment sul fronte della lotta all'evasione - mentre il reverse charge che pure è tra le simulazioni potrebbe essere accantonato - e da aumenti di accise e altra tassazione indiretta. Sul fronte delle accise i ritocchi potrebbero alla fine concretizzarsi solo sui tabacchi, mentre si potrebbe inasprire il prelievo sui giochi. L'ipotesi di tassare le sale giochi - che raccoglie consensi dai consumatori alla politica - non convincerebbe però il Tesoro, che da tempo sta invece portando avanti, senza ancora essere riuscito a chiudere però l'accordo con gli enti locali, l'idea di tagliare del 30% le slot machine. Difficile, è il ragionamento, aumentare gli incassi per lo Stato dai giochi e contemporaneamente ridurre l'offerta. Sul tavolo resta anche la sforbiciata, che potrebbe anche essere più consistente di quanto ipotizzato finora, a crediti d'imposta e incentivi fiscali valutati come inefficaci o superati.

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