Scontro tra Roma e Budapest sul fronte migranti

"L'Italia non rispetta le regole".  "L'Ungheria non dia lezioni". Lo scontro a distanza è sui migranti, dopo mesi di tensioni per il blocco dei paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) che si è opposto alle quote di migranti stabilite dall'Ue. E l'avvertimento del premier Matteo Renzi sul fatto che se Paesi come l'Ungheria e la Slovacchia non daranno una mano, metterà il veto sul bilancio Ue.

Non si placa lo scontro tra Roma e Budapest sul fronte migranti. Dopo il botta e risposta di ieri il premier ungherese Viktor Orban torna all'attacco. "La politica interna italiana - ha detto Orban, secondo quanto riporta Mti - è un terreno difficile. L'Italia ha difficoltà di bilancio con un deficit che aumenta, mentre stanno arrivando in massa i migranti, con spese ingenti. Renzi ha tutte le ragioni di essere nervoso". Ma è pronta la replica del premier Matteo Renzi che ribadisce di essere pronto a mettere il veto sul bilancio Ue se non ci sarà condivisione di oneri e onori in Ue.

E' l'Italia che non adempie ai propri obblighi - ha attaccato il ministro degli Esteri di Budapest Peter Szijjarto -. Se rispettasse meglio norme e regole comuni, la pressione dell'immigrazione sull'Ue sarebbe molto minore". La risposta di Roma non si è fatta attendere ed è arrivata con un tweet del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: "Con muri e referendum l'Ungheria ha sempre rivendicato di violare le regole europee sulle migrazioni. Ora almeno eviti di dare lezioni all'Italia". Ma Budapest è convinta che i fondi europei "spettino ai paesi dell'Europa centrale" che, con la loro adesione, "hanno aperto i mercati interni alle imprese dell'Europa occidentale, tra cui anche quelle italiane, che hanno realizzato profitti notevoli". "Il ministro degli Esteri ungherese non capisce o finge di non capire la situazione quando attacca Renzi e l'Italia", ha spiegato il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova.

"Quello che ha detto il nostro premier - ha proseguito - è molto semplice ma decisivo: l'Unione Europea si basa sulla solidarietà e la condivisione. Se a livello Ue viene presa una decisione sul riparto dei rifugiati, questa decisione va attuata da tutti, nell'interesse di tutti, esattamente come le decisioni sulla ripartizione delle risorse del bilancio europeo". Dunque, "sì alla solidarietà nel bilancio Ue, sì alla solidarietà nell'accoglienza dei migranti

Il premier ungherese Viktor Orban parlando alla radio dopo lo scontro di ieri tra Roma e Budapest, ha definito intollerabile considerare l'Ungheria "paese non-solidale" sulla questione dei migranti perché l'Ungheria spende "molto per la difesa dei confini" esterni dell'Ue. "L'Ungheria - dice Orban - è solidale con gli altri perché, spendendo molto per la difesa dei confini, sta difendendo la sicurezza anche dei paesi oltre i suoi confini".

Nell'intervista alla radio MR, sintetizza l'agenzia, "Orban ha sottolineato che l'Ungheria, finora, ha speso 150 miliardi" di fiorini (quasi 500 milioni di euro) "per la difesa dei confini con la costruzione della barriera e i pattugliamenti permanenti". "Proprio per questo - ha detto il premier - non tolleriamo che l'Ungheria sia considerata un paese non solidale. E' un opinione unfair, non giusta. L'Ungheria, per l'appunto, è solidale con gli altri perchè, spendendo molto per la difesa dei confini, sta difendendo la sicurezza anche dei paesi oltre i nostri confini".

Orban ha parlato dell'Italia nell'intervista settimanale alla radio Mr, riportata dall'agenzia Mti. Ieri il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, aveva accusato l'Italia di non rispettare le regole sui migranti innescando una serie di reazioni tra cui quella del capo della Farnesina, Paolo Gentiloni, che ha invitato Budapest a non dare 'lezioni' a Roma. L'attacco di Budapest è arrivato dopo che Renzi aveva annunciato che l'Italia è pronta a mettere il veto sul bilancio europeo se paesi come l'Ungheria e la Slovacchia non accoglieranno i migranti come previsto dagli accordi Ue.

"Il presidente Orban ha una visione dell'Italia non puntuale. In altri termini non è vero che il deficit aumenta, non è vero che l'Italia è in difficoltà o che c'è nervosismo". Lo dice a Radio Radicale il premier Matteo Renzi sottolineando che "o l'Europa, e questo vale anche per l'Ungheria, prende atto dei documenti che la stessa Europa ha firmato e si fa carico migranti, o c'è una bella novità: l'Italia metterà il veto su qualsiasi bilancio che non contempli pari oneri e onori". "L'Italia - ha attaccato - ogni anno dà 20 miliardi all'Europa e ne recupera 12. Oggi c'è una bella novità: il presidente del Consiglio italiano, poiché comincia la discussione sul bilancio, metterà il veto su qualsiasi bilancio che non contempli gli stessi oneri e gli stessi onori". Lo ha detto replicando alle parole di Orban, il premier Renzi a Radio Radicale. Evidentemente abbiamo colto nel segno" ma "deve essere chiaro che l'Italia non è più salvadanaio da cui andare a prendere soldi. Il tempo in cui l'Italia faceva il salvadanaio è finito".

Intanto con l'accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, a Potenza, l'amministratore unico di una società addetta all'accoglienza dei migranti è stato arrestato dalla Polizia. Nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo lucano, l'uomo è indagato con ad altre 2 persone per turbata libertà degli incanti, in relazione ad una procedura aperta per servizi di accoglienza nel Potentino dal 1 marzo scorso al prossimo 31 dicembre, del valore complessivo di circa nove milioni di euro.

La Squadra mobile sta eseguendo il provvedimento di misura cautelare ai domiciliari emesso dal gip di Potenza. La Polizia sta sequestrando parte delle quote della società amministrata dall'uomo arrestato e sta effettuando perquisizioni personali e domiciliari disposte dalla Procura potentina nei confronti degli altri due indagati: sono i rappresentanti di altre due società, con sede una a Potenza e l'altra a Bitetto (Ba), sempre impegnate nell'accoglienza di migranti.

 

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