Immigrati: numeri da capogiro, è caos immigrazione

Sono circa 13mila gli immigrati trasbordati in quattro giorni dai loro barconi sulle navi dei soccorsi.

L'Italia è accogliente, ma con questi numeri è un caos e le strutture sono al collasso. È sempre più difficile allocare i minori non accompagnati, 14.700 dall'inizio dell'anno secondo «Save the children». Malgrado la macchina dell'accoglienza sia ben oleata, gli Hotspot sono ko. Quello di Pozzallo ospita più migranti di quanti non potrebbe. Stessa storia a Lampedusa, con oltre 1700 persone a fronte di 450 posti. Eppure è qui che si è diretta la nave «Asso 25» con 1273 immigrati inizialmente destinati a Palermo. Una deviazione decisa per abbreviare il viaggio per via di tensioni tra i passeggeri di diverse etnie, non sempre «amiche» fra loro.

E la più grande delle isole Pelagie è in emergenza. In 24 ore si è richiesta assistenza medica per 2800 migranti e Palermo ha inviato un rinforzo di 4 medici. Il via vai di immigrati dai pronto soccorso si aggiunge al flusso di italiani che chiedono la separazione delle corsie, sia per non vedersi scavalcare dopo la fila, sia per non venire a contatto con malattie, magari non gravi, ma potenzialmente contagiose. Basti pensare che ben 133 immigrati di uno sbarco a Pozzallo hanno la scabbia. A Palermo ieri ne sono arrivati 1067, tra Pozzallo e Augusta 1500, a Messina 1000. A Brindisi 708, tra cui due cadaveri. A Taranto 1078. A Cagliari 617. Qui è stato allestito un campo di accoglienza e la prefettura ha indetto una nuova gara per individuare delle strutture. «Il ministero ci ha assegnato altre 1200 unità dice la viceprefetto Carolina Bellantoni - Le riassegnazioni sono per tutte le regioni».

Numeri da capogiro. Ed è caos immigrazione. L'emergenza è ora routine. Un pastrocchio all'italiana, dove ci si fa in quattro ma senza cercare rimedio. Così è impossibile fermare la marea umana che ogni giorno lascia le coste libiche ed egiziane per essere raccolta in mare e condotta nei porti del Sud, mentre sulla terraferma si pensa ai controlli, alle cure sanitarie e al reperimento dei posti in tutto lo Stivale.

I migranti sulla costa della Libia si preparano ad una "corsa contro il tempo": parola di Abdel Hamid al-Souei, della Mezzaluna rossa libica

Che parlando all' AFP mette in guardia gli italiani: in vista della fine dell'estate, i trafficanti di uomini mettono in mare sempre più barche e le prossime settimane saranno fra le più calde dell'anno.

I tredicimila profughi soccorsi nel Canale di Sicilia negli ultimi quattro giorni, infatti, potrebbero essere solo un assaggio. La guerra civile che dilania la Libia ormai da anni non consente alle autorità di Tripoli un contrasto efficace all'immigrazione clandestina, con la maggior parte degli uomini e dei mezzi disponibili impegnati nella lotta alle bande jihadiste: "Le nostre pattuglie, spiega al Daily Mail il colonnelo Ayoub Qasseem di stanza a Tripoli con la Marina libica - negli ultimi tempi sono state ridotte, perché le navi sono ormai obsolete e non abbiamo più i mezzi per controllare la costa di Sabratha."

Proprio la città di Sabratha, a un'ottantina di chilometri a ovest della capitale, rappresenta il principale hub delle partenze dalla Libia. Una sorta di fortino dove bande di guerriglieri locali e trafficanti operativi in tutta l'Africa settentrionale concentrano migliaia di disperati in attesa di salpare per l'Italia.

Sabratha formalmente si trova sotto il controllo del governo di accordo nazionale, ma da mesi è diventata una base fondamentale per il traffico di migranti, sopratutto da quando il governo tripolino ha concentrato tutti i propri sforzi per abbattere la roccaforte jihadista di Sirte. Una base di trafficanti che si trova ad appena trecento chilometri di distanza da Lampedusa.

Non mancano tensioni nei centri di accoglienza. Al Cpa di Caltagirone alcuni ospiti si ribellano aggredendo due operatrici, minacciandole con cocci di vetro e vandalizzando i locali. Volevano subito il pocket money. Solo l'arrivo dei carabinieri, dopo una violenta colluttazione, ha riportato la calma. A finire in carcere sono un 18enne della Guinea e un 19enne del Mali. Cinque minorenni della Guinea, del Mali e del Gambia sono stati denunciati. Tutti sono accusati di sequestro di persona, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose e alle persone, lesioni personali e danneggiamento. Le operatrici hanno riportato distorsione cervicale, trauma cranico minore e stato d'ansia reattivo. La prognosi è di una decina di giorni.

Resta alta l'attenzione delle forze dell'ordine sui possibili business legati all'immigrazione. Tra questi la Squadra mobile di Palermo ha scoperto matrimoni fittizi tra stranieri e italiani per fare ottenere il permesso di soggiorno dietro il pagamento di 7mila euro. 

È illuminante l'intervento dalle pagine de il Giorno di don Adriano Cifelli, giovane parroco di Bojano Campobasso, che ammette: "Nella nostra Chiesa resistono ostilità e diffidenze più che evidenti nei confronti dello straniero. Anche tra vescovi e sacerdoti".

Il giovane don è stato missionario nella difficile regione del Kivu, Repubblica democratica del Congo. Inoltre è tra i più attivi nell'aiuto a richiedenti asilo. Addirittura con un progretto di lavoro su base volontaria. "È un modo per integrarli, per dar loro una prospettiva occupazionale. Così non stanno a spasso a non far niente. Eppure molti fedeli non ci stanno" ammette a malincuore. E prosegue: "Alcuni mi dicono che bisogna pensare in primo luogo agli italiani. Come se loro stessi poi effettivamente lo facessero... Altri insistono sulla necessità di difendere la nostra identità dallo straniero in quanto tale, visto che alla fine poi non interessa troppo se il migrante sia cristiano o meno".

Secondo il giovane don Adriano Cifelli, "Le potenzialità delle parrocchie sono notevoli, lo si nota sul versante della catechesi e dell'educazione. Credo che tanti parroci abbiano deciso di non avventurarsi sulla strada dell' accoglienza". Ovviamente per evitare l'ira dei fedeli. "E lo stesso discorso vale per i vescovi che nella maggior parte dei casi, anche se condividono il richiamo di Francesco, non sono andati oltre pronunciamenti per così dire spot. E non parlo certo di quelli che si sono schierati, più o meno apertamente, contro il Papa in questo dualismo che sta minando la nostra Chiesa fra bergogliani e non".

Sono stati solo 5000 i migranti accolti nelle canoniche. Pochini. L'ultima mossa di Francesco, guidare, a tempo determinato, la sezione per la Pastorale dei migranti del dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale può essere tranquillamente letta come la volontà di scacciare dubbi, problemi e incertezze con il potere, più che con il dialogo con fedeli e vescovi. 

Per il Papa la parola sui migranti è sempre la stessa: "Accogliere". E lo ha dimostrato con il nuovissimo "ministero per l'immigrazione" del Vaticano.

 

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