Grecia: secondo il Fondo monetario l'Europa deve accettere di «ristrutturare» il debito di Atene

In una drammatica notte per la Grecia il Parlamento di Atene ha approvato il primo pacchetto di riforme che Alexis Tsipras ha concordato a Bruxelles per evitare la Grexit. Ma il primo ministro greco ha davanti agli occhi la gravissima spaccatura del suo partito (40 deputati su 149 non hanno votato il piano, tra cui l'ex ministro Varoufakis, la 'pasionaria' presidente del Parlamento Zoe Konstantopolou e il leader dell'ala radicale Lafazanis, mentre la vice ministro delle Finanze Nantia Valavani si è dimessa) e i primi scontri di piazza del suo governo.

A Bruxelles è tutto pronto per un prestito ponte da 7 miliardi necessari per ripagare la Bce e saldare gli arretrati con il Fmi, che minaccia un "no" al terzo piano di salvataggio. Un prestito da rimborsare entro 3 mesi e a cui farà da garanzia il fondo salva Stati Esm, che lo rimborserà una volta partito il programma di aiuti (entro il 17 agosto). Una soluzione trovata per placare i no ai nuovi aiuti sollevati soprattutto da Germania e Gran Bretagna

Questa mattina i ministri delle Finanze dei 19 Paesi euro si sono riuniti in in teleconferenza per valutare se ci sono i requisiti concordati da Atene con Bruxelles per il terzo pacchetto di aiuti. L'Eurogruppo studierà il risultato del voto parlamentare e deciderà se rispettare l’impegno preso da Atene oltre a valutare l'ipotesi del prestito ponte. Il via libera dovrebbe avvenire entro venerdì con una procedura scritta, che non richiede la riunione dei 28 ministri ma solo l’accordo degli sherpa del Comitato economico e finanziario.

l premier Alexis Tsipras ha deciso di "procedere il più rapidamente possibile al rimpasto di governo entro pochissimi giorni, se non addirittura già oggi". Lo riferiscono qualificate fonti greche, specificando che secondo sondaggi riservati, il consenso per la parte di Syriza rimasta fedele al premier "è attorno al 40%".

Tsipras ha difeso con forza la la sua scelta: "A chi pensa che io sia stato ricattato, come pensano tanti ed hanno scritto tanti media nel mondo, chiedo se pensano che sia vero o sia stata un'invenzione". Nelle 17 ore di Bruxelles aveva di fronte "tre alternative": o l'accordo, o il fallimento con tutte le conseguenze", o "il piano Schaeuble per una moneta parallela". E fra le tre, "ho fatto la scelta di responsabilità".

Una Grexit temporanea "sarebbe per la Grecia la via migliore": lo ha ribadito stamane il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble. Molti economisti pensano che sia impossibile risolvere il problema senza un taglio del debito, ha detto: "Ma un vero taglio del debito è inconciliabile con l'appartenenza all'unione monetaria".

Intanto : Tensione alle stelle, ma pacifica. Almeno fino alla prima serata. La rabbia degli estremisti è scoppiata alle 21.10, provando a cambiare con la violenza la storia della Grecia. Una bomba carta è esplosa in piazza Syntagma. Gli anarchici e i black bloc hanno tirato anche bombe molotov. Nella piazza simbolo della democrazia greca sono arrivati con i caschi, le maschere antigas, le maglie nere mentre il popolo dell' Oxi fatto giovani, impiegati, mamme, zie, adolescenti, ma anche bambini, da ore gridava e distribuiva volantini per esortare Tsipras a non cedere al "ricatto" della Germania e dell'Eurosummit. Dopo la prima esplosione, sono volati i lacrimogeni della polizia e la piazza si è svuotata. Sono una cinquantina le persone fermate per gli scontri davanti al Parlamento. Cordoni di poliziotti si sono schierati. Poi la calma è tornata. E la parola è tornata alla politica.

E sono in molti a chiedersi ad Atene quanto ancora Tsipras riuscirà a rimanere in sella, dal momento che ha perso la sua maggioranza politica. E' un accordo che non ci piace ma che siamo "obbligati" a rispettare, ha detto il premier intervenendo durante la seduta fiume del Parlamento chiamata a votare su riforma dell'Iva, indipendenza dell'ufficio di statistica, 'Fiscal Council' ed eliminazione delle baby pensioni. "A Bruxelles avevo di fronte tre alternative: l'accordo, il fallimento con tutte le sue conseguenze e il piano Schaeuble" di una Grexit temporanea. E fra le tre, "ho fatto una scelta di responsabilità" e di "dignità", ha scandito Tsipras. I numeri per far approvare il piano li ha avuti. Ma con il voto determinante delle opposizioni di Nea Dimokratia, Pasok e To Potami, che hanno votato sì come lo junior partner del suo governo, il partito di destra Anel del ministro della Difesa Kammenos, di fatto turandosi il naso. Nei discorsi è prevalso il senso di salvare il salvabile. La sconfitta 'politica' per Tsipras è tutta dentro il suo partito. Ed è enorme. A nulla è valso l'aut aut che aveva lanciato nel pomeriggio ai ribelli ("Senza il vostro sostegno (nel voto di stasera sarà difficile per me restare premier. O stasera siamo uniti, o domani cade il governo di sinistra"). Le defezioni sono state tantissime e ora sarà difficile continuare l'esperienza del primo governo di estrema sinistra della storia della Ue. Almeno in queste condizioni.

Prima delle drammatiche ore finali, e mentre a Bruxelles si continua a lavorare per il prestito ponte che potrebbe permettere di far riaprire le banche, il Paese aveva vissuto una giornata punteggiata da cortei, dalla serrata delle farmacie e dallo sciopero dei dipendenti pubblici (quelli più colpiti, ma anche quelli che fino al 2010 arrivavano a prendere 2mila euro al mese per un posto da donna delle pulizie al ministero delle Finanze).

Oggi, sei anni dopo, il Fondo monetario dichiara che 80 miliardi di nuovi prestiti non basteranno a rimettere la Grecia in carreggiata, se l'Europa non accetterà di «ristrutturare» il debito di Atene. Ma questo piano non serve, comunque, a invertire la spirale negativa in cui la Grecia si trova, perché è sbilanciato nelle misure e nei tempi. Le privatizzazioni creeranno ricchezza, ma ci vuole qualche anno. Frattanto, è assurdo aumentare dal 26 al 28% la tassazione delle imprese: bisognava ridurla per avere più dinamica economica e più gettito. La Germania, nel suo furore punitivo verso la Grecia, mentre le impone un programma pieno di tasse, fa sganciare ai paesi dell'euro 80 miliardi, con un terzo salvataggio, dopo altri due del 2009 e del 2011 che son costati 110 e 130 miliardi e che sono falliti, perché basati su terapie fiscali troppo dure e troppo sbilanciate sul lato delle tasse.

 

La Grecia, quando nel 2009 si è rivolta all'Europa e al Fondo Monetario, per chieder soccorso, era già da più di cinque anni (cioè dall'epoca delle Olimpiadi) in una situazione di sbilancio economico e finanziario paurosa. Era riuscita ad accumulare deficit di bilancio per 8 anni, da quando era nell'entrata nell'euro nel 2002, falsificando i conti. In principio ciò era stato fatto tramite la banca americana Goldman Sachs che le aveva venduto dei derivati finanziari, che servivano per nascondere le perdite. Poi ci sono state le gestioni fuori bilancio e le mancate contabilizzazioni. Nel 2009 il premier socialista Papandreou, che aveva da poco vinto le elezioni, aveva informato che il vero deficit del bilancio era più del 12,7 % del Pil e il debito pubblico 300 miliardi (il Pil greco era forse 250 miliardi). Poi il deficit è salito al 15% e il debito a 350 miliardi. Ma l'Europa, nel suo primo e nel suo secondo intervento, ha elargito i soldi alla Grecia soprattutto per aiutare le banche francesi che avevano crediti insoluti per 79 miliardi e quelle tedesche che ne avevano per 45. E in cambio ha fatto programmi di rigore fiscale sbagliati, avendo calcolato male gli effetti deflattivi delle misure adottate. Tanto che alla fine del 2012 il capo degli economisti del Fondo Monetario, Olivier Blanchard lo ha messo per iscritto, spiegando che avevano sbagliato i moltiplicatori: avevano stimato che ogni taglio di spesa o aumento di imposta avrebbe ridotto la domanda nell'economia del suo stesso ammontare più una percentuale dello 0,5%. Ma in realtà i moltiplicatori erano 1,5%. Cioè ogni euro di imposte in più non generava 1,5 euro di minor domanda, ma 2,5 euro di riduzione di domanda: la Grecia era andata in grande recessione. Se il mercato del lavoro fosse stato liberalizzato e le imprese pubbliche mal gestite fossero state messe il mercato per tempo, con nuovi investimenti probabilmente la Grecia avrebbe potuto reagire meglio. Ma i programmi europei hanno trascurato tutti questi aspetti. Solo ora essi vengono considerati.

 

La Gran Bretagna, dopo assicurazioni avute da Bruxelles, ha tolto le sue riserve ed è pronta a dare il suo via libera al prestito ponte da 7 miliardi alla Grecia attraverso l'utilizzo dell'Efsm. Lo indicano fonti Ue. L'ok definitivo, a quanto si è appreso, dovrebbe essere dato oggi nel corso di una conference call tra i ministri delle Finanze Ue. Sempre stamane i ministri dell'Eurogruppo valuteranno se, dopo il voto del Parlamento di Atene, dare il via al negoziato sul nuovo programma di aiuti.

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