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Italia: le sanzioni contro la Russia ci costano un sacco di soldi

Se l'Europa soffre e soprattutto soffrirà a causa delle sanzioni, un costo molto alto lo paga anche l’economia russa. Sono stati quattordici mesi davvero duri per Mosca, con la Banca centrale che ha bruciato 150 miliardi di dollari. Centoquaranta miliardi di dollari, invece, sono stati "bruciati" dal calo dell'export verso l’Europa e dal crollo del prezzo del petrolio (vera e propria mannaia per l'economia russa).

Ma torniamo all'Italia. Se ci limitiamo a cibo e bevande, nel primo trimestre 2015 abbiamo esportato verso la Russia il 45% in meno di prodotti. Crollo massiccio per le automobili, con un -82,6% che è la quota più alta fra tutti i comparti. Duro colpo anche per la moda e i tessuti, con un -33,9% di export.

A pagare il conto sono, in primo luogo, le banche e le grandi aziende. Però, come rivela l'inchiesta, si hanno ripercussioni negative per tutti i cittadini.

Lo abbiamo scritto diverse volte, citando varie categorie produttive: le sanzioni contro la Russia ci costano un sacco di soldi.

Ora un'inchiesta di sette giornali europei del Lena (Leading European Newspaper Alliance), che comprende anche Repubblica, svela che l'Europa proprio per effetto delle sanzioni rischia di perdere due milioni di occupati, con 100 miliardi di euro in meno di esportazioni tra beni e servizi. Per l'Italia si stima un danno di quasi 12 miliardi, con una perdita di lavoro per almeno 215 mila persone.

Ovviamente le sanzioni producono danni a entrambe le parti, sia a chi applica sia a chi le subisce. La "caccia ai capitali" degli oligarchi finiti nella lista nera (150 nomi in tutto) ha prodotto qualche risultato, ma davvero minimo se andiamo a guardare i dati. In nove paesi su 27 non è stato trovato (e bloccato) nemmeno un centesimo. L'Italia è riuscita a sequestrare beni per 30 milioni di euro al miliardario Arkadj Rotenberg. La Germania ha congelato solo pochi "spiccioli", bloccando alcuni cavalli da corsa per un valore di 124mila euro. Stesso magro bottino a Cipro (solo 120mila euro), con l'aggravante che l'isola è una storica roccaforte finanziaria russa.

Silvio Berlusconi, dopo l’incontro con il presidente russo Vladimir Putin, il gruppo di Forza Italia alla Camera ha presentato una mozione per impegnare il governo italiano ad attivarsi in sede europea affinché si dia fine alle sanzioni contro la Russia.

L'obiettivo dell’iniziativa assunta personalmente da Berlusconi, che di questo ha parlato nello specifico con Putin nell’incontro avuto all’aeroporto di Fiumicino, e della conseguente mozione che il gruppo azzurro della Camera ha presentato oggi è recuperare lo spirito di Pratica di Mare ridando all'Italia un ruolo di "ponte di pace" tra Europa, Stati Uniti e Russia. L’azione prende spunto innanzitutto dal danno economico che le sanzioni stanno producendo nei confronti dell’Italia e della stessa Russia: 8 milioni di euro al giorno è il conto che il sistema industriale paga per le sanzioni. Nei primi 4 mesi del 2015 la riduzione dell’export supera i 900 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e in previsione la voragine si amplia. Le stime prevedono un calo del Pil di oltre 4 punti per la Russia. "Ieri abbiamo presentato una mozione sul tema dell’immigrazione, punto centrale della sicurezza del nostro Paese ma anche dell’Europa, e il tema delle sanzioni nei confronti della Russia rappresenta l’altra faccia della stessa medaglia - ricorda Brunetta - senza la Russia non è pensabile che l’Europa attui una azione incisiva e significativa nei confronti del terrorismo mediorientale e quindi poter riuscire ad attuare le azioni necessarie per la sicurezza non è pensabile ritenere che una nuova guerra fredda non abbia ripercussioni". Invece, un rinnovato spirito di collaborazione è elemento fondamentale per vincere la minaccia terroristica e quindi anche il problema strettamente legato dell’immigrazione.

La mozione, illustrata in conferenza stampa dal capogruppo Renato Brunetta, si articola su tre punti. In primo luogo, "impegna il governo ad assumersi la responsabilità di fronte ai cittadini con riguardo alle sanzioni perché ingiuste e controproducenti e dannose". Poi, Forza Italia chiede al governo di "battersi in tutte le sedi Ue affinché l’esempio italiano sia seguito da un numero crescente di Paesi, riconoscendo alle parti il diritto di difendere, privilegiando il dialogo, le proprie identità nazionali e i legami con le proprie origini nel rispetto delle libertà, attraverso la logica del compromesso e non della prova di forza". Infine, la mozione è tesa a "far sì che gli Stati Uniti riconoscano che la strada della collaborazione non passa attraverso le sanzioni che umiliano i popoli". Brunetta si augura che "la discussione della mozione posa esserci già la prossima settimana in parlamento. Abbiamo dalla nostra sicuramente la stragrande maggioranza dei cittadini italiani e delle imprese ma anche dell’opinione pubblica continentale".

Intanto solo Tsipras gioca sul tavolo di Vladimir Putin, al quale fa visita nel giorno in cui Atene ufficializza un accordo con la Russia per la realizzazione di un gasdotto. L'intesa prevede il passaggio del Turkish Stream sul territorio ellenico: la firma di San Pietroburgo prevede che Mosca fornisca ad Atene un prestito pari al 100% dell'importo del gasdotto, con Gazprom che non controllerà la tratta. Dalla città russa, il premier greco usa parole di sfida:  "L'Europa non si deve considerare come l'ombelico del mondo, deve capire che il centro dello sviluppo economico mondiale si sta spostando verso altre aree", dice affianco al leader del Cremlino chiedendo a Bruxelles "scelte coraggiose".

 

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