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Francia, Spagna, Germania. Noi metteremo al centro la crescita e la pace fiscale, che ti porta soldi e non li porta via, e ti consente di avviare la flat tax. E poi la riforma delle pensioni per aprire il mercato ai giovani, che va fatta a prescindere dai numeri di Bruxelles. Conto di avere entro la fine di agosto i risultati dei gruppi di lavoro che abbiamo istituito, compreso ovviamente anche il capitolo sul reddito di cittadinanza. Di sicuro la manovra di autunno sarà diversa rispetto a quella degli ultimi anni, e daremo le prime e significative risposte sulla riduzione delle tasse».

Salvini annuncia il taglio delle tasse nell'intervista al Corriere della Sera, il leader leghista ha annunciato che il governo andrà oltre i numeri imposti dall'Unione europea.
"Ci hanno eletto per cambiare". Salvini lo mette subito in chiaro. "Se gli italiani avessero voluto proseguire sulla linea di Monti, Letta, Padoan, Renzi e Gentiloni - spiega al Corsera - avrebbero votato in modo diverso". Da qui il fermo proposito di cambiare "alcuni numeri scelti a tavolino a Bruxelles". Numeri che, fa notare il leader del Carroccio, "molti Paesi dell'Unione europea ignorano bellamente". Tra questi ci sono la Francia, la Spagna e la Germania. Stati che, in più di un'occasione, hanno fatto la ramanzina all'Italia per aver un debito pubblico troppo alto. "Noi metteremo al centro la crescita e la pace fiscale, che ti porta soldi e non li porta via, e ti consenti di avviare la flat tax - spiega Salvini - poi la riforma delle pensioni per aprire il mercato ai giovani, che va fatta a prescindere dai numeri di Bruxelles".

Salvini conta di avere in mano, entro la fine di agosto, i risultati dei gruppi di lavoro istituiti dall'esecutivo. Tra questi ci sarà (ovviamente) anche il capitolo sul reddito di cittadinanza. "Di sicuro - promette il vice premier - la manovra d'autunno sarà diversa rispetto a quella degli ultimi anni, e daremo le prime e significative risposte sulla riduzione delle tasse

Matteo Salvini mette al centro dell'azione di governo le misure economiche per il rilancio del sistema Italia. "La manovra economica sarà in autunno - ha annunciato dopo aver donato il sangue all'Avis - quindi i provvedimenti economici dovranno entro quest'anno dare un segnale di inversione di tendenza, dovremmo almeno cominciare le riforme che ci siamo impegnati a fare". In primis il taglio della pressione fisccale e la riforma del sistema previdenziale.

"Tagliare le pensioni sociali ai migranti" "Già da quest'anno ci dovranno essere dei segnali concreti a prescindere dalla situazione economica internazionale su lavoro, tasse, pensioni ed Equitalia".

"Se gli italiani avessero voluto proseguire sulla linea di Monti, Letta, Padoan, Renzi e Gentiloni - ha spiegato oggi in una intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera - avrebbero votato in modo diverso". La sforbiciata alla pressione fiscale dovrebbe rientrare già nella prossima manovra. I gruppi di lavoro istituiti da Lega e M5s sono già al lavoro e dovranno presentare il report già entro la fine di agosto. Pur di farlo, però, Salvini è dispoto a un altro scontro con l'Unione europea. "Noi metteremo al centro la crescita e la pace fiscale, che ti porta soldi e non li porta via, e ti consenti di avviare la flat tax - ha assicurato - poi la riforma delle pensioni per aprire il mercato ai giovani, che va fatta a prescindere dai numeri di Bruxelles".

Non parla da ministro dell'Interno. Quei panni li veste quando affronta di petto le organizzazioni non governative e sfida gli Stati dell'Unione europea per non fare più arrivare immigrati clandestini sulle nostre coste. Adesso guarda più in là, ai prossimi mesi, quando il governo dovrà mettere a punto la manovra. E, parlando da vicepremier, lavora già a quelle riforme economiche promesse durante la campagna elettorale. Le parole pronunciate ieri durante il G20 dal ministro dell'Economia Giovanni Tria sono suonate come un duro monito al leader leghista. "Il governo - ha detto il titolare del Tesoro - dovrà stare dentro quei limiti di bilancio necessari per conservare la fiducia dei mercati ed evitare l'instabilità". Se da una parte l'altro vicepremier (Luigi Di Maio) ha assicurato che non è in corso alcuno scontro con Tria, dall'altra Salvini non si è fatto alcun problema a dirsi pronto a superare i vincoli imposti da Bruxelles, come quello del 3% del rapporto deficit/Pil, se lo richiedesse "il bene degli italiani". "Tria fa il ministro dell'Economia, quindi deve essere prudente per missione - ha, poi, chiarito - noi saremo lo stimolo".

Tuttavia, come ha assicurato durante la trasmissione Aria Pulita su Italia 7 Gold, resta un obiettivo primario che verrà tramutato in legge subito dopo aver tagliato "alcuni sprechi". Tra questi le pensioni sociali erogate agli immigrati che sono arrivati in Italia grazie ai ricongiungimenti familiari. Si tratta di persone sopra i 65 anni che non hanno "mai pagato una lira di contributi" e che ad oggi ci costano oltre un miliardo di euro l'anno. "Stiamo cercando il modo di andare a tagliare quelli che sono sprechi evidenti per reinvestirli nelle pensioni più basse - ha continuato Salvini - anche il taglio delle pensioni d'oro sono soldi da risparmiare per andare a reinvestirli nelle pensionipiù basse".

E' essenziale dotarsi da subito di un meccanismo Ue di gestione rapida e condivisa dei vari aspetti relativi alle operazioni di Search and Rescue" attraverso "una sorta di cellula di crisi" che abbia il compito di "coordinare le azioni" degli Stati "riguardo all'individuazione del porto di sbarco e dei Paesi disposti ad accogliere le persone soccorse. Il mio suggerimento è che tale meccanismo venga coordinato dalla Commissione europea dalla Dg Home, ad esempio". Lo scrive Giuseppe Conte nella lettera inviata il 17 luglio a Juncker e Tusk secondo le agenzie di stampa.

In una lunga intervista in apertura di prima pagina al direttore del Fatto Quotidiano., il premier ha detto di aver inviato martedì la missiva: "Martedì ho scritto la seconda lettera a Juncker e Tusk per chiedere che quel che è avvenuto domenica", cioè la suddivisione dei migranti, "diventi una prassi, affidata non più alle nostre telefonate ai partner, ma a un gabinetto o comitato di crisi sotto l'egida della Commissione Ue, che poi si faccia mediatrice con i vari governi". 

Il premier annuncia inoltre che c'è in cantiere "una riforma organica, direi rivoluzionaria, del fisco, basata su due aliquote e una no tax area, consentiremo a chi ha col fisco pendenze senza colpa di azzerarle". "Giuro che non ci saranno condoni", assicura inoltre il premier. "La Costituzione impone giustamente la progressività fiscale e noi la rispetteremo", aggiunge

Intanto da tempo che la comunità di Sant'Egidio chiede di sbloccare il «decreto flussi», in virtù di una rilevata carenza di «assistenti familiari», ovvero le cosiddette badanti. «Il loro numero si sta riducendo, nonostante siano figure professionali molto richieste dalle famiglie italiane», dice il presidente Impagliazzo. Invece, però, il numero di migrazioni consentite è in sensibile calo da anni: se nel 2007 si indicavano come possibili 158mila permessi di lavoro subordinato e 80mila stagionali, l'ultimo di questi decreti pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale il 16 gennaio scorso prevedeva complessivamente (settore agricolo, turistico-alberghiero, lavoratori autonomi, conversioni di permessi di studio) soltanto 31mila permessi.

Ecco perché, prevedendo almeno 50mila autorizzazioni per le badanti, la situazione si sbloccherebbe. La novità che ha fatto parlare di una sanatoria predisposta dal governo, sarebbe quella di ammettere alla richiesta di permesso anche i clandestini: sia quelli presenti in Italia, sia quelli di altri Paesi, con l'effetto di un notevole risparmio sui rimpatri e un effetto di «regolarizzazione di massa» di situazioni oggi difficilmente (o non più) controllabili. Secondo il quotidiano La Stampa di ieri, a Palazzo Chigi ci si starebbe ragionando: «Perché dovremmo far arrivare da fuori della forza lavoro di cui abbiamo bisogno, se abbiamo in casa un bacino da cui attingere? Si risparmierebbe tempo e denaro». Considerazioni ragionevoli magari, ma che ancora non sono state sottoposte ai ministri deputati a decidere in merito: in particolare, Di Maio e Salvini.

La proposta, scrive ancora La Stampa, sarebbe passata al vaglio di non meglio precisati «vertici della Lega». Ma dallo staff del ministro Salvini, interpellato dal Giornale, si sottolinea come al momento un'ipotesi del genere sia pura «invenzione: nel contratto di governo non c'è». Dunque non si esclude che se si trovasse un modo corretto per risolvere il problema, anche in funzione delle dinamiche Ue, una rivoluzione del sistema dei «flussi» ci potrebbe essere. Sempre però in un quadro più ampio di accordi internazionali, e tenendo d'occhio la gestione dell'emergenza.

Sono scesi in poco più di 40 minuti dalla nave Diciotti i 67 migranti che erano stati soccorsi dal rimorchiatore Vos Thalassa e poi trasbordati sulla nave della guardia costiera. E' stato determinante l'intervento del Colle che ha interloquito con Palazzo Chigi e che ha portato il premier Conte all'annuncio: "lo sbarco inizierà stasera". E così è stato, anche se il Viminale ha espresso "stupore" per gli interventi del Quirinale. I primi a scendere nel porto di Trapani sono stati i due migranti indagati in stato di libertà dalla Procura per violenza privata continuata ed aggravata in danno del comandante e dell'equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa. Sono il sudanese Ibrahim Bushara e il ganese Hamid Ibrahim. Entrambi erano scortati dalla polizia. Per loro, twitta il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, "la pacchia è finita". 

Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, ha definito la lunga attesa della Diciotti "una vicenda surreale, degna di una storia di Pirandello". "L'importante per il momento - ha osservato - è che tutto è finito bene grazie anche all'intervento dei due presidenti" A bordo di nave Diciotti c'erano anche tre donne, due minorenni non accompagnati, un pakistano di 16 anni e un egiziano di 17. Il numero maggiormente numeroso era rappresentato da migranti provenienti dal Pakistan che sono 23. Sono 12 quelli che arrivano dal Sudan, 10 dalla Libia, sette dalla Palastina, 4 ciascuno da Marocco e Algeria, due dall'Egitto, e uno ciascuno da Ciad, Nepal, Yemen, Ghana e Bangladesh. Una delle donne ha una ferita a un piede. La sua condizione è sotto valutazione medica e potrebbe essere ricoverata in ospedale, assieme al bambino che è con lei. Gli altri saranno condotti nel Cie di contrada Milo. Lo sbarco è avvenuto sul molo Ronciglio davanti a circa 50 curiosi che hanno scattato foto e girato video con i telefonini, attratti dalle notizie arrivate in una città apparsa silente. E quando passa il bus con i migranti a bordo scatta un lungo e sentito applauso.

Sulla Diciotti "andrò fino in fondo fino a quando qualcuno non verrà assicurato alla giustizia" ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini a Rtl sottolineando di essere "ministro dell'Interno e farò di tutto per difendere la sicurezza degli italiani, quello che sto facendo è bloccare partenze, sbarchi e morti".

Il presidente della Repubblica "non si è mai intromesso in quello che io ho fatto come ministro dell'Interno. Io non ho niente da chiarire; se comunque Mattarella vuole capire cosa ho fatto io sono a disposizione, ma la lotta ai clandestini è una delle priorità del Paese. L'unica cosa che mi farebbe arrabbiare è che tutti gli sbarcati della Diciotti finissero a piede libero, qualcuno deve pagare, ci deve esser certezza della pena. Mi auguro la procura faccia in fretta, non può finire a tarallucci e vino", ha ribadito Salvini.

Il lavoro dei magistrati della Procura di Trapani venga lasciato proseguire senza interferenze". A chiederlo a proposito del caso della nave Diciotti l'Anm, che ritiene ogni richiesta di intervento "ingiustificata e non in linea con i principi di autonomia e indipendenza fissati dalla Costituzione, cui tutti devono attenersi".

"I magistrati lavorano in piena indipendenza ed autonomia rispetto al potere politico: voglio rassicurare tutti. Salvini ha espresso il suo parere, voleva dire che se qualcuno ha sbagliato deve pagare, ma i fatti parlano chiaro e lo stanno dimostrando proprio con il caso Diciotti". Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a margine della riunione informale dei ministri della Giustizia Ue in corso ad Innsbruck, in merito alle polemiche per l'intervento del ministro dell'Interno sulla nave della Guardia Costiera.

"Io credo che se il presidente è intervenuto bisogna rispettare le sue decisioni". Così il vicepremier Luigi Di Maio, rispondendo ad una domanda sulla vicenda dei migranti sulla Diciotti ad Agorà su Rai tre.

Se Salvini "abbia esagerato o meno non mene frega niente, la cosa importante è che con l'intervento del presidente si sia sbloccata la situazione". "Io penso - ha proseguito - che abbia competenza la magistratura, ma deve esserci un messaggio chiaro: i cittadini si aspettano che la giustizia trionfi sempre e in questi casi bisogna accertare che (se ci sono stati degli illeciti ndr) le persone siano individuate e perseguite".

Saranno sentiti da personale della squadra mobile della Questura, dello Sco della polizia di Roma e da militari del Nsi della guardia costiera. Tra loro anche il sudanese Ibrahim Bushara e il ganese Hamid Ibrahim, i due indagati per violenza privata continuata ed aggravata in danno del comandante e dell'equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa.

La procura di Trapani vuole fare chiarezza sull'esatta dinamica di quanto è accaduto sulla Vos Thalassa dopo il soccorso dei migranti. L'equipaggio avrebbe detto di essersi sentito minacciato gravemente quando i migranti hanno scoperto che la nave li stava riportando indietro. Secondo il racconto del comandante gridavano "no Libia, Libia, sì Italia". E avrebbero circondato l'equipaggio, spintonando il primo ufficiale. Così sono scattati i contatti con la sala operativa della capitaneria di porto di Roma, che ha inviato sul posto la Diciotti che ha effettuato il trasbordo.

Intanto e' trascorsa tranquilla la notte nell'Hotspot di contrada Milo dove sono stati trasferiti nella tarda serata di ieri i 67 migranti sbarcati da nave Diciotti. I due indagati sono arrivati con un'auto della polizia, gli altri con un bus che quando ha lasciato il porto di Trapani è stato lungamente applaudito da una 50 di persone presenti sul molo Ronciglio.

"Non abbiamo aggredito nessuno, ci sono stati 5-10 minuti di grande confusione e paura, ma non volevamo fare del male ad alcuno. Eravamo terrorizzati non volevano tornare in Libia: eravamo pronti a tuffarci in mare e a rischiare la vita piuttosto che ritornare a terra". Sono i racconti di alcuni dei 67 migranti soccorsi dalla Vos Thalassa, sbarcati ieri sera a Trapani dalla Diciotti, riportati da Sahar Ibrahim, operatrice italo-egiziana di Unicef/InterSos a bordo dalla nave della Guardia costiera italiana.

Intanto una motovedetta della Guardia costiera ha soccorso in mare e condotto a Lampedusa 31 siriani, tra loro 17 bambini, 10 dei quali indossano magliette rosse, e una donna incinta. Il gruppo di migranti è da poco sbarcato al molo Favaloro dell'isola.

Comunque e partito l'assalto a Matteo Salvini. Dopo la telefonata di Sergio Mattarella a Conte per sbloccare la situazione della nave Diciotti, ora la sinistra mette nel mirino il ministro dell'interno che non avrebbe voluto autorizzare lo sbarco dei migranti senza vedere almeno un migrante in manette dopo la rivolta sulla Vos Thalessa.

Secondo il quotidiano il Giornale stamattina il primo a mettere sul tavolo le dimissioni del leghista è stato Maurizio Martina. Ma il reggente del Pd ha ricevuto in tutta risposta poche parole con cui Salvini ha liquidato la sua idea. Ora, però, la pressione sul Viminale arriva da quasi tutto lo chiarimento della sinistra. E insieme alle richieste di dimissioni o alle mozioni di sfiducia, arrivano pure gli insulti.

"Salvini non si è dimostrato all'altezza del ruolo di ministro degli Interni - attacca Rossella Muroni, vicepresidente del gurppo LeU alla Camera - e come opposizione non possiamo che rispondere presentando una mozione di sfiducia nei suoi confronti". Il partito di Pietro Grasso adesice così alla proposta avanzata da Pippo Civati, il cui partito - Possibile - rivendica di aver raccolto "migliaia" di firme online alla richiesta di mozione di sfiducia per il leghista. "Con la vicenda Diciotti - continua Muroni - le dichiarazioni sulla necessità di ammanettare i migranti presunti responsabili di un presunto dirottamento della nave prima di farli scendere a terra, ha dimostrato ancora una volta di voler andare oltre le sue competenze e di non tenere in alcuna considerazione la separazione dei poteri".

Gli insulti sono arrivati invece da un altro esponente di Leu, Nicola Frattoianni. "Questo povero Paese - affonda - ha dovuto assistere ad una nave della nostra Marina Militare condannata ad una via crucis in mare e nel porto di Trapani, con 67 esseri umani, tenuti sotto sequestro di un piccolo sadico, perchè questo è ormai il ministro dell'interno. Un piccolo sadico come quei bambini che danno fuoco al formicaio godendo dello spettacolo delle formiche che bruciano o che infilano gli spilli nelle code delle lucertole".

Ci mette il carico da undici Erasmo Palazzotto di Liberi e Uguali, sparandola più grossa degli altri: "La procura di Trapani dovrebbe aprire un'inchiesta per sequestro di persona a carico del Ministro Salvini e del Ministro Toninelli. Non è accettabile che senza alcuna motivazione e senza alcuna prova 67 persone stiano state trattenute in questo modo. E che si sia impedito ad una nave della Marina Italiana di poter attraccare in in porto del nostro Paese".

La Commissione Ue accoglie con favore che entrambe le navi the Protector e Monte Sperone siano sbarcate a Pozzallo e ciò è stato possibile grazie a 6 stati membri Ue che hanno deciso di accogliere condividere migranti, tra cui Italia, Francia, Germania, Malta, Spagna e Portogallo". Lo ha detto il portavoce della Commissione Ue Schinas. "L'Italia chiede da tempo una cooperazione regionale sugli sbarchi e ha ragione a chiederlo, la Commissione crede che soluzioni ad hoc non siano sostenibili a lungo termine e chiede una nuova spinta sulla base del Consiglio europeo".

"Confermiamo di avere ricevuto la lettera del premier Conte che è stata indirizzata ai presidenti Tusk e Juncker. Nella lettera chiede di dare attuazione immediata alle conclusioni raggiunte al Consiglio europeo e a breve risponderemo". Così il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas. "In generale e senza entrare nei dettagli, la Commissione condivide pienamente il senso di urgenza ed è impegnata nel dare seguito velocemente alle conclusioni raggiunte del Consiglio per quanto ci compete", conclude Schinas.

La 'vecchia' Europa appoggia l'Italia sui migranti, mentre i paesi di Visegrad, alleati in teoria della linea dura sugli sbarchi propugnata da Matteo Salvini, la accusano di "aprire la strada per l'inferno". Il premier Giuseppe Conte, dopo il sì di Malta e Francia, è riuscito ad incassare la solidarietà del paese che più conta in Europa: la Germania. Che indubbiamente ha dato la linea: poche ore dopo sono arrivate anche le adesioni di Spagna e Portogallo. Tutti pronti ad accogliere 50 dei 450 migranti a bordo di una nave della Guardia di Finanza e una di Frontex ormeggiate in rada a Pozzallo. Ma contro la linea italiana, oltre al silenzio dell'Austria, si sono scagliati i Paesi dell'Est, in primis Ungheria e Repubblica Ceca. "Ho ricevuto la lettera del premier italiano Conte in cui chiede all'Ue di occuparsi di una parte delle 450 persone ora in mare - ha scritto su Twitter il premier ceco Andrej Babis -. Un tale approccio è la strada per l'inferno".

Salvini, ha mostrato invece soddisfazione: "Fermezza e coerenza pagano, è finito il tempo di governi complici e pavidi. Abbiamo messo in salvo donne e bambini. Un ottimo lavoro di squadra di tutto il governo. Complimenti al nostro premier Conte!", ha twittato. Ed ha rilanciato (in linea con i Visegrad): "Il prossimo obiettivo, per stroncare una volta per tutte la mafia del traffico di esseri umani, sarà riaccompagnare gli immigrati dove sono partiti. In Italia, e in Europa, entra solo chi ha il permesso".

I migranti giunti a Pozzallo (Rg) sulle navi Monte Sperone e Protector sono tutti sbarcati. Prima i 184 uomini della Protector e successivamente anche i 209 della Monte Sperone. Uno dei migranti, un ventenne eritreo, ha la polmonite ed è stato ricoverato nel reparto di Medicina dell'ospedale di Modica. Sono sbarcati 128 minori non accompagnati, 3 minori accompagnati, 44 donne e 272 uomini. In totale 447 persone di cui 291 proverrebbero dall'Eritrea e 92 dalla Somalia. Altri migranti vengono da Nigeria, Bangladesh, Algeria, Libia, Siria, Egitto. Ora sono al lavoro gli uomini della Prefettura e della Questura per i ricollocamenti dei migranti negli altri paesi europei. Anche l'Irlanda farà la sua parte nell'accoglienza ed è pronta a farsi carico di 20 dei migranti sbarcati. "Oggi per la prima volta potremo dire che sono sbarcati in Europa", si afferma dalla presidenza del Consiglio

A Babis ha risposto il presidente della Camera Roberto Fico, che è tornato a chiedere che venga "sanzionato pesantemente" chi non accetta le quote ed ha assicurato che "la strada per l'inferno", al contrario, "è non saper accogliere tutti insieme in un'ottica di solidarietà". Conte invece tira dritto, consapevole di essere riuscito ad invertire una rotta piuttosto pasticciata e, forse, troppo urlata, trasformandola in strategia diplomatica. "Questa è la solidarietà e la responsabilità che abbiamo sempre chiesto all'Europa e che ora, dopo i risultati ottenuti all'ultimo Consiglio europeo, stanno cominciando a diventare realtà", ha esultato su Twitter. Aggiungendo: "Continuiamo su questa strada, con fermezza e nel rispetto dei diritti umani". Sua infatti, secondo quanto fanno trapelare fonti Palazzo Chigi, è stata l'iniziativa che ha portato allo sbarco a Pozzallo di 50 tra donne e bambini. 

L'obiettivo del governo è quello di evitare di aprire un contenzioso con Bruxelles ad ogni nave in arrivo, cercando di elaborare un sistema che possa partire in automatico. La strada è ancora lunga, ma certo la risposta dei grandi Paesi europei è un buon punto di partenza. Che serve anche a riequilibrare il lavoro su un dossier che era diventato appannaggio unico del ministro dell'Interno. E dimostrare che la diplomazia paga. A rispondere all'appello di Conte sono stati i Paesi più presi di mira negli ultimi tempi dai tweet del leader leghista (che è volato a Mosca per andare a tifare Croazia, contro la Francia di Macron), da Malta alla Germania della Merkel. E proprio da Berlino l'Italia ha assicurato di aver ottenuto il sì all'accoglienza dei migranti "senza dare alcuna disponibilità ad accettare i movimenti secondari".

Assai diverso il comportamento degli 'alleati' di Visegrad. Sul cui atteggiamento si è scatenata l'opposizione. "Ma non dovevano essere i primi alleati del governo giallo-verde per risolvere l'emergenza sbarchi?", si è chiesta Anna Maria Bernini (Fi), mentre il Pd Andrea Orlando ha commentato: "Da Visegrad fanno sapere nessuna ricollocazione. Per ora se ne fanno carico solo gli odiati maltesi. Dagli amici mi guardi Dio". 

"E' una vittoria politica", ha commentato il ministro dell'interno, Matteo Salvini. La 'vecchia' Europa appoggia l'Italia sui migranti, mentre i paesi di Visegrad, alleati in teoria della linea dura sugli sbarchi propugnata da Matteo Salvini, la accusano di "aprire la strada per l'inferno". Il premier Giuseppe Conte, dopo il sì di Malta e Francia, è riuscito ad incassare la solidarietà del paese che più conta in Europa: la Germania. Che indubbiamente ha dato la linea: poche ore dopo sono arrivate anche le adesioni di Spagna e Portogallo. Tutti pronti ad accogliere 50 dei 450 migranti sbarcati a Pozzallo. Ma contro la linea italiana, oltre al silenzio dell'Austria, si sono scagliati i Paesi dell'Est, in primis Ungheria e Repubblica Ceca. "Ho ricevuto la lettera del premier italiano Conte in cui chiede all'Ue di occuparsi di una parte delle 450 persone ora in mare - ha scritto su Twitter il premier ceco Andrej Babis -. Un tale approccio è la strada per l'inferno".

Intanto la nave Open Arms dell'ong spagnola Proactiva Open Arms sta di nuovo dirigendosi verso la Sar libica. E' quanto segnalato sul sito Marine Traffic, che monitora le rotte delle navi. L'imbarcazione risulta seguita a breve distanza dallo yacht Astral, della stessa ong. "Anche se l'Italia chiude i porti - scrive su Facebook l'organizzazione non governativa - non può mettere le porte al mare. Navighiamo verso quel luogo dove non ci sono clandestini o delinquenti, solo vite umane in pericolo. E troppi morti sul fondale". E Salvini, da Mosca, avvisa:  Risparmino tempo, fatica e denaro, sappiano che i porti italiani non sono disponibili". 

 

 

Dopo la minaccia era stata convocata una riunione straordinaria ristretta del Consiglio atlantico. Trump, secondo quanto riferito da diverse fonti, durante il suo intervento alla sessione di lavoro dedicato ai rapporti tra Nato e Ucraina, è tornato anche ad attaccare la Germania. E si era anche rivolto agli altri alleati con toni ancora più duri di quelli utilizzati ieri.

il traguardo del 2% del Pil per la spesa militare che i Paesi Nato avevano fissato nel 2014 è ancora molto lontano da raggiungere. E un traguardo del 4%, come ipotizzato ieri da Trump, sarebbe dunque praticamente impossibile. Secondo i dati dell’Alleanza, solo 3 Paesi europei hanno centrato l’obiettivo (Grecia, Estonia e Gran Bretagna), 4 si sono avvicinati (Lettonia, Polonia, Lituania e Romania), mentre per gli altri 21 (Canada compreso) c’è ancora molto da fare. L’Italia è ferma all’1,15%.  

"I presidenti" americani, twitta, "hanno provato per anni senza successo a far pagare di più la Germania e le altre nazioni ricche della Nato per la loro protezione dalla Russia" ma questi "pagano solo una frazione del costo", invece "gli Usa pagano decine di miliardi di dollari in eccesso per sussidiare l'Europa, e perdono un sacco sul commercio!". 

Trump ha inoltre confermato oggi che "tutte le nazioni Nato devono rispettare il loro impegno del 2%, e questo deve alla fine salire al 4%!". E poi un nuovo attacco alla Germania anche sul Nord Stream 2: "E per di più, la Germania ha appena iniziato a pagare la Russia, il Paese da cui vuole protezione, miliardi di dollari per i suoi bisogni energetici che derivano da un nuovo gasdotto dalla Russia. Non è accettabile!"

"Credo nella Nato. Tutti gli Stati membri hanno concordato di aumentare le spese per la difesa a livelli mai visti prima". Lo ha detto il presidente Donald Trump. Ora "La Nato è molto più forte di ieri". "Ai Paesi avevo fatto sapere che ero estremamente scontento", dice in una conferenza stampa convocata a sorpresa annunciando che "I membri Nato si sono dimostrati "tutti d'accordo ad aumentare il loro contributo. Ci sarà un aumento quantificabile in 33 miliardi di dollari in più, con il contributo dei vari paesi senza tener conto degli Stati Uniti", ha annunciato soddisfatto. 

"Ho detto agli alleati - ha proseguito Trump - che non ero contento delle spese della difesa, gli Usa pagano il 90% e non è giusto, ma oggi abbiamo una Nato più forte di due giorni fa perché tutti si sono impegnati ad aumentare le spese della difesa". 

Dopo aver attaccato duramente la Germania il tycoon riconosce a Berlino di aver "aumentato molto sostanzialmente la sua quota. Ho grande rispetto per la Germania, mio padre era tedesco". Indirettamente la cancelliera Angela Merkel conferma: "noi siamo già su questa strada, tutti riconoscono la Nato e sono pronti al contributo". Anche il governo britannico è "sempre" stato d'accordo con la necessità di un incremento delle quote della spesa per la Difesa da parte dei Paesi europei della Nato: lo afferma un portavoce della premier Theresa May, plaudendo al risultato ottenuto da Donald Trump al vertice di Bruxelles a poche ore dall'arrivo di Trump nel Regno Unito e anzi auspicando che nel prossimo futuro si possa ottenere ancora "di più" .

"Anche gli investimenti per assicurare la resilienza cibernetica a livello nazionale - ha detto Trenta - devono essere comprese nel 2% del Pil che i paesi della Nato hanno deciso di riservare alle spese per la difesa". "Si tratta - ha sottolineato - di un investimento che riguarda il settore civile oltre a quello militare e il nostro obiettivo è che nel 2% siano contabilizzati gli sforzi italiani nel rafforzare la propria sicurezza interna. Questo vale per ogni singolo Stato ovviamente, perché la sicurezza di ognuno di noi è la sicurezza dell'Alleanza stessa. Auspico dunque che tutti gli sforzi fatti in merito alla sicurezza cibernetica e le risorse correlate siano compresi pienamente nelle spese per la difesa".

Intanto accordo a tre ad Innsbruck tra Austria Germania e Italia per frenare le partenze dei migranti e gli sbarchi in Europa, in modo da far giungere sul Continente solo coloro che effettivamente fuggono da guerre.. Un "asse di volenterosi" con il ministro dell'Interno Salvini e i colleghi tedesco Seehofer e austriaco Kickl.

"Sarà una soddisfazione se le proposte italiane potranno diventare europee con una riduzione delle partenze, degli sbarchi, dei morti e dei costi. Se il modello italiano diventerà europeo è motivo di orgoglio", ha aggiunto Salvini. "Se si riducono gli arrivi in Europa non ci sarà alcun problema alle frontiere interne dell'Unione e si potrà continuare a lavorare serenamente tra popoli come è nostra intenzione fare"ha detto il ministro dell'Interno al termine di un incontro trilaterale con i colleghi Horst Seehofer (Germania) e Herbert Kickl (Austria). Il tema è quello dei cosiddetti movimenti secondari di migranti registrati in Italia e poi trasferitisi in altri Paesi come Germania e Francia che vorrebbero 'restituirli'. Seehofer tuttavia si è espresso sulla stessa linea di Salvini. "Se si risolve il grande problema degli arrivi 'primari', il resto sono piccoli problemi", ha spiegato.

Sulla questione interviene anche il vicepremier Luigi Di Maio. "I governi del passato non hanno difeso l'Italia ma l'hanno svenduta per qualche bonus e qualche briciola" ha detto intervistato durante Uno Mattina. "Sono stato a Bruxelles e quando ho parlato con Unione Europea mi è stato detto che l'Italia aveva barattato l'apertura dei porti per dare gli 80 euro e un po' di bonus elettorali". 

 

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