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Diciotti, Salvini: «M5S vota sì a richiesta di processo? Non ho bisogno di aiutini»

«Non ho bisogno di aiutini nascosti». Matteo Salvini commenta così a RTL la decisione del M5S di votare sì in Senato alla richiesta di processo nei confronti del vicepremier in relazione all'inchiesta sullo sbarco della nave Diciotti. Una decisione che i 5 Stelle hanno annunciato dopo che l'alleato leghista ha detto di non essere nessuno per non farsi processare.  

Il ministro degli Interni è stato molto chiaro e ha affermato: "Abbiamo elementi concreti per affermare che, mettendo a rischio la vita delle persone a bordo, il comandante e l'equipaggio della ONG Sea Watch 3 abbiano disubbidito a precise indicazioni che giorni fa li invitavano a sbarcare nel porto più vicino (non in Italia!), prove che verranno messe a disposizione dell'autorità giudiziaria". L'intervento di Salvini ha di fatto acceso i riflettori sulla condotta del comandante della nave che avrebbe scelto di virare verso le nostre coste ignorando il riparo più sicuro in Tunisia

Aumenta il fronte di chi afferma che il problema dei 47 migranti a bordo sia dei Paesi Bassi e non dell’Italia. Tra questi ad esempio, vi è l’esperto di diritto internazionale Augusto Sinagra, già professore ordinario di diritto dell’Ue presso l’università La Sapienza di Roma: “L' imbarcazione batte bandiera olandese e deve scaricare i migranti a casa sua, nei Paesi Bassi. A meno che non stia sbandierando illegalmente quel vessillo”, afferma Sinagra intervistato su La Verità.

“La nave è una "proiezione mobile" dello Stato di riferimento – continua Sinagra – La bandiera non è un elemento folkloristico, in base al diritto internazionale la nave è considerata territorio dello Stato nel cui registro navale è iscritta”.

In poche parole, i migranti soccorsi dalla Sea Watch sarebbero saliti in territorio olandese ed è nei Paesi Bassi dunque che dovrebbero andare o, quanto meno, è ad Amsterdam che risiederebbe il nocciolo centrale del problema. L’Italia, sempre secondo Sinagra, non è tenuta a far sbarcare i 47 migranti della Sea Watch. Ed è proprio quest’ultimo elemento a dare maggior “conforto giuridico” a chi sostiene le posizioni del titolare dell’interno.

La linea del Viminale dovrebbe seguire anche nelle prossime ore questo preciso orientamento: impedire lo sbarco per evitare, in primo luogo, altri precedenti e costringere gli Stati di appartenenza delle navi alle proprie responsabilità. E forse, se non soprattutto, in secondo luogo vi è l'obiettivo di scoraggiare altre Ong dal campiere rotte nel Mediterraneo che, direttamente od indirettamente, foraggiano le attività criminali delle milizie in grado da anni di gestire in Libia la criminale tratta di esseri umani.

Alla propaganda della sinistra, Matteo Salvini risponde senza troppi giri di parole smontando le fake news fatte circolare nelle ultime ore. "A bordo della Sea Wacht - spiega in un'intervista a Rtl 102.5 - non ci sono né donne né bambini". Per il ministro dell'Interno, "salvare vite significa bloccare le partenze". Per questo non cederà mai alle pressioni di chi vuole riaprire i porti italiani alle navi stracariche di immigrati.  

L'ordinanza è firmata dal comandante della capitaneria di porto di Siracusa, Luigi D'Aniello e si richiama alla nota di ieri della prefettura che, «alla luce di quanto emerso durante la riunione tenutasi in presenza delle forze di polizia, ha richiesto alla Capitaneria di porto di Siracusa - si legge nel documento - l'adozione di urgenti provvedimenti di disciplina della navigazione e dell'accesso nell'area di mare circostante il punto di fonda dell'unità Sea Watch 3, mediante interdizione del tratto interessato in considerazione del fatto che la presenza e/o la navigazione di altre imbarcazioni attorno alla stessa motonave possono creare problemi riguardanti l'ordine pubblico e la sanità pubblica

Chiuso il tratto di mare intorno alla Sea Watch 3. Con un'ordinanza emessa ieri, e valida «dalla pubblicazione sul sito istituzionale della Capitaneria di porto di Siracusa», lo specchio d'acqua all'interno della Baia di Santa Panagia, per un raggio di mezzo miglio dalla nave con a bordo 47 migranti, «è interdetto alla navigazione, ancoraggio e sosta con qualunque unità non espressamente autorizzata».

I numeri parlano chiaro, non c'è che duire. La differenza tra il 2018 e il 2019 è importante e "smentisce" categoricamente le rivendicazioni del Pd sul blocco dei migranti operato dal governo Gentiloni.

Rispetto all'anno scorso, quando al Viminale c'era Marco Minniti, questo gennaio sono sbarcati oltre 3mila migranti in meno. Una enormità.

I dati ufficiali riguardano il mese di gennaio. Al 28 del primo mese dell'anno scorso, infatti, erano arrivati in Italia ben 3.176 immigrati clandestini. Certo, meno del 2017. Ma comunque tanti. Con la "cura Salvini" il contatori si è fermato a 155 migranti approdati sulle coste nostrane. "I dati smentiscono chi sostiene che il Pd aveva bloccato gli sbarchi. Noi stiamo facendo di più e meglio", commenta Matteo Salvini. Che poi aggiunge: "Per la prima volta i rimpatri sono superiori agli arrivi".

Salvini ha "chiuso i porti" alle navi umanitarie, ha intrapreso una battaglia con l'Europa e da giorni il governo impedisce l'ingresso in porto a Siracusa della Ong tedesca così come successo a luglio con il "caso Diciotti". I risultati gli stanno dando ragione. "Salvare vite umane significa bloccare le partenze - dice il ministro dell'Interno - Quelle donne e quei bambini non devono essere messi in mano agli scafisti. Chi arresta gli scafisti vuole salvare queste vite. Ai primi di marzo tornerò in Africa, dove stiamo lavorando a progetti di sviluppo per aiutare a non scappare quelle donne e quei bambini".

Io, personalmente, non condivido quello che ha fatto, ma non lo processerei, anche se avesse avuto interessi politici personali. Fatto sta che il problema di come gestire la politica migratoria a livello europeo esiste davvero". Così, un po' a sorpresa, Antonio Di Pietro difende il leader della Lega, in seguito alla decisione del Tribunale dei ministri Catania di chiedere l'autorizzazione a procedere contro il ministro dell'Interno.

Intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, ospite de L'Italia s’è desta, l'ex magistrato ha cercato di spiegare la presa di posizione del Tribunale dei ministri contro il vicepremier: "Non è un provvedimento contro Salvini, semmai è nell'interesse di Salvini e nell'interesse delle regole istituzionali. I giudici dicono 'attenzione, qui c'è un problema da capire, se ciò che hai fatto l'hai fatto per fini politici o come atto politico'. L'atto politico in sè non può essere messo in discussione dal giudice, l'atto per fini politici sì".

Dunque, aggiunge: "Il giudice non sta chiedendo di processare Salvini, sta chiedendo al Parlamento di assumersi la responsabilità e dire se è stato un atto politico, nell'interesse del Paese, oppure un atto per fini politici, non nell'interesse del Paese". E, infine, l'ex pm ha chiosato: "Questo fatto lo stanno strumentalizzando sia da una parte che dall'altra. Salvini da questo processo ha tutto da guadagnare sul piano politico. Vedendo anche quei parlamentari sulla nave, mi pare ci sia una strumentalizzazione complessiva, utilizzando il dramma dei migranti".

"Nessuno deve essere messo in mano agli scafisti che fatturano circa 3mila dollari a testa con cui comprano armi e droga". Lo scontro politico sulla Sea Watch non smuove Salvini di un millimetro. Da quando ha deciso di chiudere i porti italiani per non far più sbarcare i clandestini nel nostro Paese, in molti lo hanno attaccato duramente. Non da ultimo gli si sono avventati addosso anche i magistrati del tribunale dei ministri che per il caso della Diciotti lo vorrebbero mandare a processo. "I veri delinquenti sono gli scafisti - mette in chiaro nell'intervista a Rtl 102.5 - e chi li arresta, chi li blocca vuole salvare queste vite". Proprio per fermare questi trafficanti di morte, ai primi marzo il vicepremier leghista tornerà in Africa dove il governo gialloverde sta lavorando a diversi progetti di sviluppo economico, mettendoci anche svariati soldi, per "aiutare donne e bambini a non scappare" e "a non essere deportati".

Salvini critica duramente la scelta di tre parlamentari (Stefania Prestigiacomo di Forza Italia, Nicola Fratoianni di Leu e Riccardo Magi di +Europa) di salire a bordo della Sea Watch. "Non hanno rispettato le norme igienico-sanitarie - fa notare - possono portare a terra di tutto e di più". Poi se la prende pure con il sindaco di Siracusa Francesco Italia: "Tanti cittadini di Siracusa segnalano problemi di cui il sindaco non si occupa con altrettanta solerzia". E agli attacchi che gli piovono addosso fa spallucce dimostrando di non volerci dare troppo peso. "Mi hanno detto di tutto, ma non mi toccano più - spiega - ho sentito fascista, nazista, sequestratore, mi manca pedofilo e spacciatore. Ma io lavoro con la coscienza di uno che ritiene che salvare vite significa bloccare le partenze".

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