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Baglioni Il nuovo "leader morale" della sinistra

Dalla lettura dei giornali di oggi (Repubblica, Corriere, Fatto) emerge chiaramente che Baglioni, l’autore di Questo piccolo grande amore, è… il nuovo leader morale della sinistra. Proprio lui, accusato un tempo di essere fascista solo perché disimpegnato. Anche Matteo Renzi e Maria Elena Boschi hanno esaltato le parole di Baglioni. C’è da restare basiti di fronte a chi non riesce a capire che in Italia può entrare solo chi ha le carte in regola. Altrimenti si incentivano le partenze, e anche il rischio di una tragedia nel mezzo del Mediterraneo. Ed ecco i perche : 

«L'Italia è un Paese incattivito, dove consideriamo pericoloso il diverso da noi e guardiamo con sospetto anche la nostra stessa ombra - dice Baglioni -. Le misure prese dall'attuale governo, come i precedenti, non sono all'altezza della situazione. Se la questione fosse stata presa in considerazione anni fa, non si sarebbe arrivati a questo punto», sottolinea il cantautore, per dieci anni anima della manifestazione che si teneva a Lampedusa per sensibilizzare sui temi della migrazione. Via Twitter arriva la risposta piccata del ministro: «Canta che ti passa, lascia che di sicurezza, immigrazione e terrorismo si occupi chi ha il diritto e il dovere di farlo».  

La polemica esplode poche ore dopo quella con Claudio Baglioni, reo di avere criticato le politiche dei precedenti e dell'attuale governo in tema di emergenza migranti. La risposta di Salvini non si fa attendere: " il "Baglioni mi piace quando canta, non quando parla di immigrazione. I cantanti cantano, i ministri parlano", dopo avere in precedenza mandato l'ormai abituale "bacione" a Baglioni.  

Il Claudio nazionale preferisce mantenere un profilo basso. E rimane in silenzio anche dopo le indiscrezione de La Stampa secondo cui il direttore di Rai1, Teresa De Santis, in seguito alla bagarre, starebbe pensando di non rinnovare la sua presenza per un terzo Sanremo. Se dalla Rai non arriva nessuna conferma né commento ufficiale, a prendere la parola è la stessa De Santis con una lettera a Dagospia. 

Lettera che non smentisce ma precisa: "Sono solo canzonette, o almeno dovrebbero esserlo, una settimana di grande cerimonia di svago e spettacolo nazionale. Invece, e non solo per responsabilità di Claudio Baglioni, sono state trasformate nel solito comizio". Una cosa, però, ci tiene a sottolineare: "Quello che penso lo dirò al momento opportuno. Per il momento mi preme ricordare che Rai1 si chiama rete ammiraglia perché è la rete più importante e produttiva dell'azienda, guai ad attaccarla senza sapere che ci rimette l'intera Rai. 

Mi preme anche ricordare a te (al direttore di Dagopia Roberto D'Agostino, ndr), dato che ci conosciamo da quarant'anni, che io sono sempre criticabile come tutti quelli che lavorano con una pubblica esposizione, ma direttore in quota Isoardi non me lo puoi dire perché conosci la mia storia (quarantennale) di giornalista e dirigente". De Santis, in particolare, si riferisce ad un titolo del sito in cui viene definita "neo direttore di RaiUno in quota Isoardi"  

Cosi la Rai è sempre al centro di grandissime polemiche. Claudio Baglioni, conduttore del prossimo Sanremo, l’evento degli eventi, ha detto, nel corso della conferenza stampa di presentazione, le consuete parole sugli immigrati, che possiamo riassumere così: viva l’immigrazione, accoglienza a tutto spiano, Salvini cattivone. 

Baglioni è intelligente, difficile imbastisca un comizio anche sul palco dell’Ariston. Le canzonette avranno il massimo dello spazio. Ma qualche frecciatina al governo possiamo aspettarcela, soprattutto dal co-conduttore Claudio Bisio, che ha già annunciato di voler parlare di attualità. E qui si apre la solita, inevitabile polemica. La tv di Stato non dovrebbe produrre trasmissioni a senso unico e prive di contraddittorio. Ma lo fa, eccome. E lo farà finché sarà un carrozzone pubblico dominato dai partiti.

E dopo lo scontro con Baglioni arriva l'affondo a Fabio Fazio. A suon di "bacioni" e attestati di stima, il vicepremier e ministro dell'Interno si rivolge tramite social ai suoi "oppositori" nel mondo dello spettacolo. L'ultimo, appunto, è il padrone di casa di Che tempo che fa col quale è ormai noto il poco feeling, tanto che il vicepremier non è andato ospite della trasmissione - nel bel mezzo di una diretta Facebook dalla Magliana, a Roma, Salvini dice: Fazio "quasi sicuramente guadagna in un mese quello che il ministro dell'Interno guadagna forse in un anno. Ma non farei mai cambio per nulla al mondo, sono fortunato, felice, orgoglioso del vostro sostegno. Non mi interessano i quattrini, li lascio ad altri che fanno gli show televisivi". E sottolinea: "Non voglio prendermela con nessuno. Mi sta pure simpatico, perché era amico ed estimatore di Fabrizio De André, come me, di cui domani ricorre il 20esimo anniversario della morte".

Sarà l'armonia, «in un Paese fortemente disarmonico», la cifra distintiva del prossimo festival di Sanremo (5-9 febbraio). Parola del direttore - autoproclamatosi anche un pò dirottatore - artistico Claudio Baglioni, pronto al bis dopo il successo dell'anno scorso che fa sperare alla Rai di ottenere un +5% di introiti pubblicitari. Armonia, a partire già dal numero dell'edizione: la 69/a. Una sorta di logo che «richiama la simmetria del sincronismo, lo yin e lo yang. Armonia come risultato, come approdo, come percorso per avvicinare gli opposti».  

Un'armonia che, però, non può prescindere da quello che succede fuori dal Teatro Ariston e che costa a Baglioni una querelle via social con il ministro dell'Interno Matteo Salvini che non gradisce le parole sulla vicenda migranti.

E mentre si ragiona su ospiti e presenze al Festival (smentiti dagli stessi interessati l'arrivo all'Ariston di Checco Zalone e Laura Pausini), il rischio è che la bagarre politica entri nella kermesse in maniera sempre più prepotente rispetto alle precedenti edizioni. D'altra parte, in passato a finire nel mirino erano stati solo gli ospiti occasionali, mentre qui si parla del direttore artistico.

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