Morto Valentino Parlato, comunista tutta la vita

È morto Valentino Parlato. Di origini siciliane, fumatore accanito - nelle foto che lo ritraggono nella redazione del Manifesto è sempre circondato da una nuvola di fumo - dopo gli inizi all'Unità e poi a Rinascita cominciò nel '69 la sua avventura nel Manifesto, sin dal primo numero con Luigi Pintor, Aldo Natoli, Luciana Castellina e Ninetta Zandegiacomi. Ne è stato direttore, spesso anzi condirettore secondo l'abitudine del Manifesto, molte volte tra il 1975 e il 2010. Nel 2012 è stato l'ultimo dei fondatori a lasciare il giornale-partito. Ha raccontato se stesso nel documentario 'Vita e avventure del Signor di Bric à Brac', scritto e diretto dal figlio Matteo insieme a Marina Catucci e Roberto Salinas.

Lo avevo conosciuto Valentino, spesso era ospite alla stampa estera e spesso ci vedevamo alle conferenze stampa....un grande giornalista Valentino penso ultimo dei grandi...

A dare l'annuncio in un post su Facebook Ritanna Armeni. Nato a Tripoli, in Libia, il 7 febbraio 1931, comunista per tutta la vita, ha militato nel Pci fino all'espulsione nel 1969 e fu tra i fondatori de Il Manifesto.

Comunista per tutta la vita, ha militato nel Pci fino alla radiazione, lavorato a Rinascita, fondato e difeso il manifesto in tutta la sua lunga storia.

Le righe di addio sul giornale di ieri (13 dicembre 2012, ndr) ''le ho scritte con autentica sofferenza. Il Manifesto e' tanta parte della mia vita. Ma non vado ne' in campagna ne' in esilio. Rimango comunque un lettore del Manifesto e continuero' la mia battaglia. E' un addio polemico''.

Così a Repubblica Valentino Parlato, tra i fondatori del Manifesto, spiegava le ragioni del suo addio al giornale annunciato con 17 righe in prima pagina. ''Il Manifesto e' un giornale decaduto - spiega Parlato -. Doveva rimanere un giornale di partito e invece quel ruolo si e' dissolto. E' un giornale come gli altri, per giunta in difficolta' economiche. Generico e povero. Ed e' mancato un dibattito forte per rinnovarlo''. ''Mi pento - aggiunge - di non essermi associato prima alla posizione di Rossanda''. ''La direzione Rangeri ha lavorato tantissimo - riconosce Parlato - ma per la sopravvivenza e non si e' riusciti a ridiscutere il prodotto''.

"Mancherà a tutti noi, alla sinistra italiana, al Partito Democratico e al nostro Paese l'intelligenza critica, lo sguardo lucido, affilato ed eretico, il senso delle cose e dell'umanità di Valentino Parlato. Ai suoi familiari e a Il Manifesto il cordoglio e il dolore per la sua scomparsa". Così Matteo Renzi, segretario del Partito democratico, ricorda la figura di Valentino Parlato.

"E' morto Valentino Parlato. Lo avevo salutato pochi giorni fa ad un nostro convegno su Gramsci. Un grande giornalista, un compagno. Ci mancherà tantissimo. Un abbraccio ai suoi cari, al collettivo del Manifesto, a tutti i compagni e le compagne che gli hanno voluto bene". Così Nicola Fratoianni segretario nazionale di Sinistra Italiana su Twitter ricorda il giornalista e componente la direzione nazionale del partito scomparso stamane.

 Ha sempre voluto coltivare il dubbio. E' innanzitutto per questo che la scomparsa di Valentino Parlato è una grande perdita per la sinistra. Parlato è stato un giornalista con la schiena dritta, un appassionato comunista, un uomo che ha sempre scelto i più deboli e gli emarginati". Lo afferma il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. "Lo avevo incontrato appena alcune settimane fa a Roma. Insieme - ha aggiunto Rossi - avevamo discusso delle prospettive della sinistra in Italia. Era stato uno scambio di opinioni molto sincero e per me istruttivo. Ci mancherà. Esprimo le mie condoglianze alla famiglia e al collettivo de Il Manifesto".

"Un ultimo saluto a Valentino Parlato, vero intellettuale e grande giornalista che nel corso della sua vita ha fatto del giornalismo indipendente il cuore pulsante del Manifesto. La sua voce critica ci mancherà". Così il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini. 

"Una voce libera e autorevole. Addio a Valentino Parlato, tra i fondatori del il Manifesto e per anni suo direttore". Lo scrive su Twitter il presidente del Senato, Pietro Grasso.

Al Manifesto ha dedicato due libri: Se trentacinque anni vi sembrano pochi (Rizzoli 2006) e La rivoluzione non russa. Quaranta anni di storia del manifesto (Manni). Nel 2016 dichiarò di aver votato per Virginia Raggi, candidata sindaco di Roma per il Movimento Cinque Stelle, ammise di aver tradito per la prima volta la sinistra, sperando fosse anche l'ultima.

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