La Raggi dice no alle Olimpiadi

Quindi le Olimpiadi del 2024 non si faranno a Roma è legittimo essere contrari, il sindaco Virginia Raggi non è né unica né isolata tra gli amministratori globali che sono scettici sull'organizzazione di eventi monstre come i Giochi

il paradosso e che mentre Roma eleggeva con centinaia di migliaia di voti un sindaco che aveva fatto capire di essere contraria alla candidatura, il presidente del Consiglio Matteo Renzi sponsorizzava la stessa candidatura a Rio de Janeiro, chiedendo al mondo di credere nel progetto di Roma. Oggi il mondo si chiede che Paese è il nostro, dove il sindaco della Capitale e il premier hanno due visioni così opposte del futuro. Non basta essere su posizioni opposte, essere avversari politici. Altrove si può vederla al contrario, ma avere una voce unica verso l'esterno. Noi no, noi pieghiamo tutto alla rivalità politica.

Ora restano in corsa solo Parigi, Los Angeles e Budapest "Abbiamo un'avversaria in meno", titola il Los Angeles Times. E la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, invita i candidati alle presidenziali di Francia a manifestare il loro sostegno per la candidatura della capitale francese. Per loro il sogno continua.

Cosi Virginia Raggi dice no alle Olimpiadi del 2024 per Roma. Lo fa dopo settimane di attesa, "per rispettare la tregua olimpica" e nel corso della sua prima, vera conferenza stampa in Campidoglio. "E' da irresponsabili dire sì a queste Olimpiadi - spiega - Stiamo pagando ancora i debiti di quelle del 1960. Non abbiamo mai cambiato idea, non ipotechiamo il futuro di Roma. Ci chiedono di fare altri debiti per i romani: noi non ce la sentiamo. Per questo diciamo no alle Olimpiadi del mattone". Il giorno della chiarezza per i Cinque Stelle coincide con le 24 ore più nere per il numero uno del Coni Giovanni Malagò che tuona: "Meritavamo più rispetto, ho sentito tante falsità figlie della demagogia e del populismo: ora Comune e Giunta si assumeranno le responsabilità delle loro scelte". 

Grillo la sente al telefono e si congratula con lei: "Brava Virginia, ti ho seguito in conferenza stampa, avanti così". Renzi non parla. Ma Delrio, che pure oggi con Raggi ha presentato il progetto del Grande Raccordo Anulare delle biciclette, è netto: "la città perde un'opportunità". E apre lo spiraglio al referendum auspicando "che si possano consultare i cittadini". "Il referendum c'è stato al ballottaggio e il 70% votando M5S ha detto No", è il pensiero della sindaca. Dal Pd, ma anche da Alemanno e Meloni, arriva una pioggia di critiche: "Scappano perché hanno paura, perché è stata certificata la loro incapacità di governare sia le piccole che le grandi cose", punta il dito Roberto Giachetti, sfidante di Raggi in campagna elettorale. "Presenteremo un esposto alla Corte dei conti per sapere chi, come e perché ha speso 15 milioni di euro per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024", avverte Matteo Salvini. Il vicesindaco di Roma Daniele Frongia sottolinea: "Se il nostro no comporta un danno erariale? Il danno erariale c'è stato ma per tutte le opere incompiute dei grandi eventi del passato". Raggi cita uno studio dell'Università di Oxford secondo cui nelle olimpiadi estive l'aumento dei costi di oltre il 170%.

 Il Movimento Cinque Stelle, scosso di recente da polemiche e fibrillazioni interne, si ricompatta attorno alla sindaca. In tanti, i parlamentari, rivendicano vittoriosi il "no" ufficiale pronunciato della Raggi.

"Visto che il presidente Malagò ieri ha tirato in ballo la sindaca dicendo che chiederà questi 20 milioni di euro di danni già spesi dal Comitato promotore, io vorrei sapere come sono stati spesi questi 20 milioni di euro e se ha intenzione di rendicontare tutte le spese", la richiesta del parlamentare intervenendo a Radio Anch'io su Radio1, "perché noi faremo altri atti in Parlamento e chiederemo proprio al comitato promotore di venire a riferire in commissione bilancio per dare un quadro dettagliato a tutti i cittadini italiani". Pronta la replica telefonica del numero uno dello sport italiano: "L'onorevole è poco informato sull'argomento - le parole di Malagò - il Coni è un ente pubblico e tutte le spese sono online, tutti i soldi sono quelli previsti dalla legge 'Sport e Periferie'. Non ho mai chiesto nulla alla sindaca, se qualcuno chiede il perché quei soldi e quella legge è stata fatta perché oggi siamo ancora ufficialmente candidati con una mozione dell'Amministrazione Comunale precedente, con un endorsement del Presidente della Repubblica, l'appoggio del Premier e il supporto di tutto il movimento sportivo. Se vuole venire a controllare, mi chiama e le do tutta la documentazione". Quanto alla possibile richiesta di danno erariale da richiedere al Comune, Malagò precisa: "Io non chiedo nulla, ma se qualcuno lo viene a chiedere a noi io devo dire che ci siamo fermati perché è arrivato qualcuno che ci ha fermati".

"Oggi qualsiasi opera pubblica richiede un investimento, questa Amministrazione Comunale aveva il diritto e il dovere di supervisionare, alla Raggi abbiamo detto 'assumiti la governance e governa il processo'". Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, intervenendo a Radio Anch'io in onda su Radio1 all'indomani del 'no' della sindaca di Roma, Virginia Raggi, alla candidatura della Capitale a organizzare le Olimpiadi del 2024.

"Io penso che tutto, nella vita, può essere un rischio o un'opportunità, anche camminare: è bello camminare ma se si cade uno si fa male. Le Olimpiadi potevano essere un rischio o una grande opportunità, la differenza è come le fai. Penso che rinunciare sia stato un drammatico errore e soprattutto, forse, un elemento di non fiducia nei confronti di se stessi, cioè di coloro che avrebbero dovuto gestirle". Così il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, a margine di una conferenza stampa all'università di Roma Tre, in merito al no della sindaca di Roma Virginia Raggi alla candidatura alle Olimpiadi 2024.

Prima la mozione da votare in Aula per dire no alle Olimpiadi e poi una lettera della sindaca Virginia Raggi al Cio per esplicitare il no dell'amministrazione capitolina alle Olimpiadi che rovescia il si deciso durante la giunta di Ignazio Marino. Questi gli step che ora il Campidoglio prepara per chiudere la partita Roma 2024.

"Malagò ha detto alla Raggi: 'le consiglio di non presentare la mozione' perché 'gli amministratori che firmeranno quella delibera dovranno assumersi le loro responsabilità'. Se non sapessimo che si tratta di parole di un semplice coatto potremmo quasi scambiarle per una minaccia. Virginia Raggi e il M5S sono stati votati al ballottaggio dal 67% dei romani. La stessa Raggi dichiarò in campagna elettorale che 'oggi pensare ai giochi è da criminali'. Malagò andò su tutte le furie, pare che abbia detto a un suo collaboratore 'aho areggime er giacchetto'". Lo scrive Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5S, su Facebook. 

 Alle inevitabili frizioni sullo stop alla candidatura olimpica, in giornata si unisce quello che in tanti bollano come 'lo schiaffo' della sindaca di Roma a Malagò. Dopo mesi di 'corteggiamento' da parte del presidente del Coni e prima della conferenza stampa di Raggi, i due si sarebbero dovuti incontrare a Palazzo Senatorio. Ma lei lo lascia lungamente 'in anticamera'. E, alla fine, Malagò, stufo di "37 minuti di attesa", sbotta e se ne va senza averla vista. "Ho avuto un contrattempo e avevo qualche minuto di ritardo, mentre entravo nel palazzo il presidente Malagò ha preferito andare via", la spiegazione di Raggi.

In serata si saprà che il ritardo della sindaca è stato dettato da un pranzo al ristorante. Domani per i due ci sarà un'altra occasione per vedersi: la presentazione del logo Italia Euro 2020 al Coni. Ricucire però appare difficile. Ma, a questo punto, tra plausi e critiche, il dado olimpico è tratto.

La prossima settimana, con ogni probabilità martedì, sbarcherà in Aula Giulio Cesare la mozione che chiede alla sindaca e alla sua giunta che "ritirino la candidatura della città ad ospitare le Olimpiadi e le Paralimpiadi del 2024 e a tal fine adottino gli atti e le iniziative necessarie".



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