Senza una intesa tra Grecia e UE, l’ipotesi del crac è vicina, ma Putin puo salvarla

Senza un’intesa pronta, l’ipotesi del crac della Grecia sarà molto concreta, anche perché l’impietoso programma di rimborsi ai creditori ha in calendario a inizio maggio altre due scadenze di prestiti del Fondo Monetario.Intanto oggi :

La Grecia rimborserà oggi il Fondo Monetario Internazionale. Fonti del ministero delle finanze hanno confermato a diversi organi di stampa nazionale di aver avviato in prima mattinata le procedure per girare a Washington i 458 milioni di euro della rata in scadenza oggi, esorcizzando per ora lo spettro di un default.

La liquidità necessaria per il rimborso è arrivata in parte dall’emissione della vigilia di titoli di Stato e – secondo alcune fonti – dalle operazioni di pronti contro termine di alcune entità pubbliche con posizione finanziaria attiva attraverso la Banca di Grecia.

Trovare la quadra del cerchio non sarà facile: l’Europa chiede in sostanza che Syriza rispetti i programmi d’austerity imposti dall’ex Troika mentre l’esecutivo ellenico – dopo aver promesso di mandare in archivio le misure lacrime e sangue prima del voto – non può permettersi passi indietro. Pena il “no” dell’ala più radicale del partito al voto su eventuali accordi in Parlamento. Il redde rationem è dunque rinviato ora al 24 aprile quando i ministri delle finanze della Ue si incontreranno a Riga.Intanto

La Grecia è un interlocutore in difficoltà, e Putin se ne rende perfettamente conto. Da un anno il Cremlino cerca di spaccare il fronte europeo sull’Ucraina, di avere un alleato Ue che ponga il veto sulle sanzioni, e che dimostri il teorema diplomatico russo che la crisi ucraina è un complotto degli Usa, con il Vecchio Continente costretto a seguire Washington.  Atene appare ai russi più accomodante.

Alexis Tsipras ha iniziato la sua visita nella capitale russa con una stretta di mano con Vladimir Putin, e la promessa di «una nuova partenza delle nostre relazioni per il bene dei nostri popoli, per la sicurezza e il benessere della regione».

Sono mesi che la propaganda russa presenta le disgrazie greche come una dimostrazione dell’imminente tracollo europeo e della crudeltà di Berlino e Bruxelles, in sintonia con la retorica di Syriza.

E anche con la crisi economica Mosca appare più quella potenza in grado di pagare cash i debiti dei suoi nuovi alleati, come era pronta a fare per Cipro.

Quindi Tsipras puo essere che fa accordi con Mosca o è più probabile che userà il viaggio da Putin per fare pressioni sui suoi interlocutori europei.

Putin si presterà volentieri all’operazione, usando a sa volta la visita del premier greco per mostrare al mondo, ai russi e a se stesso di avere alleati nell’Ue.

Il Cremlino ha già preparato per l’ospite greco una lista di offerte da incrementare in caso di necessità. Lo sconto per le forniture di metano è la parte più ovvia, un’arma usuale nei rapporti con Mosca, che ha appena riservato lo stesso trattamento di favore per l’Ungheria.

La Grecia – insieme alla Turchia, alla Serbia, alla Macedonia e all’Ungheria – ha già mostrato interesse al progetto del nuovo gasdotto russo verso l’Europa, il “Turkish Stream” che dovrebbe sostituire il defunto South Stream.

Anche le affinità religiose fanno di Tsipras l’alleato ideale di Mosca. Vladimir Putin lo accoglie al Cremlino parlando di «radici spirituali comuni», e nell’agenda del premier greco c’è un colloquio con il patriarca di tutte le Russie Kirill, mentre alla Duma proprio in questi giorni arriva dal Monte Athos la reliquia di San Giorgio, santo guerriero centrale per la retorica di Mosca sulla seconda guerra mondiale. Insomma, le affinità sembrano tante, e molti commentatori e blogger russi da qualche mese fantasticano su una Grecia «filo-russa», che si libera dalla schiavitù dell’euro per diventare il nuovo paradiso turistico dei russi, rimasti senza vacanze dopo la svalutazione del rublo.

Ma si parla di argomenti anche meno strategici. Il ministro dello Sviluppo economico Alexey Uliukaev ha confermato che domani, all’incontro con il suo omologo russo Dmitry Medvedev, Tsipras parlerà della cancellazione per la Grecia dell’embargo sulle importazioni di alimentari europei, introdotto per ripicca alle sanzioni occidentali. La Russia aveva già fatto capire di essere disponibile a un embargo a geometria variabile, per premiare i Paesi meno ostili alla Russia.

La Grecia potrebbe essere tra i primi a beneficiarne, anche perché molti esperti di mercato temono che senza la frutta greca – soprattutto fragole – non si riuscirà a riempire gli scaffali dei supermercati russi. L’interscambio tra Mosca e Atene – 33simo partner commerciale russo – nel 2014 è stato di 4,2 miliardi di dollari, il 40% in meno rispetto al 2013.

E nella situazione critica della Grecia riaprire le esportazioni potrebbe ridare fiato almeno a un segmento del settore agroalimentare, che secondo alcune stime ha perso dalle contro sanzioni russe 30-35 milioni di euro.

Intanto pero la Grecia torna alla carica con i risarcimenti di guerra e stavolta presenta alla Germania un 'conto' salato e dettagliato.

Atene stima che Berlino deve un risarcimento di ben 278,7 miliardi di euro per l'occupazione nazista durante la Seconda guerra mondiale. E questa è la prima volta che la Grecia calcola 'ufficialmente' ciò che la Germania deve per le atrocità naziste. Ad annunciare il tutto è stato il vice ministro delle Finanze Dimitris Mardas. Per la stima dei danni la sinistra di Syriza aveva istituito un'apposita commissione, che ha ottenuto, a detta di Mardas, "prove sorprendenti" a sostegno delle richieste di risarcimento.

Berlino aveva già pagato un risarcimento di 115 milioni di franchi tedeschi ad Atene nel 1960. Una cifra che però secondo la Grecia non ha coperto le spese per le infrastrutture danneggiate, i crimini di guerra e un prestito che i nazisti avrebbero costretto la Banca di Grecia a contrarre durante l'occupazione (e la nuova stima fornita oggi da Mardas include anche i 10,3 miliardi del prestito forzoso). La Grecia ha continuato a chiedere risarcimenti alla Germania. Ma le autorità tedesche avevano sempre respinto le richieste greche, affermando che la questione era stata risolta legalmente e politicamente già nel 1990, prima della riunificazione della Germania.

Tuttavia il primo ministro greco Alexis Tsipras era tornato alla carica il mese scorso, sollevando la questione con la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino. "Il governo greco lavorerà per onorare pienamente i suoi obblighi. Ma, al tempo stesso, lavorerà affinché tutti gli obblighi non assolti nei confronti della Grecia e del popolo greco siano soddisfatti", aveva detto.

"Francamente trovo questo dibattito stupido", ha tagliato corto oggi il vice cancelliere Sigmar Gabriel respingendo le rinnovate richieste di Atene. Tutto questo, ha aggiunto a proposito delle pretese secondo cui le rivendicazioni per il passato vengono collegate agli aiuti finanziari per la crisi, "non porta la stabilizzazione della Grecia di un millimetro avanti".

Tornando ai rimborsi della Grecia, all’Eurogruppo tecnico di ieri i negoziatori ellenici avrebbero ribadito ai creditori che il 24 aprile le casse dello Stato saranno vuote. E che oltre quella data, se Bce, Ue e Fmi non garantiranno nuovi prestiti, la Grecia rischia di non avere i soldi per onorare i suoi crediti e per pagare stipendi e pensioni.

L’ex Troika però non sembra disposta ad aprire i cordoni della Borsa fino a quando il governo Tsipras non avrà presentato un piano di riforme credibile. Quelle arrivate sul tavolo dei negoziati sono “un buon punto di partenza ma ben lontane da una soluzione finale”, hanno ribadito nelle ultime ore a Bruxelles, dando l’ennesimo penultimatum ad Atene che entro sei giorni – scrive il quotidiano “Kathimerini” – dovrà squadernare adeguati provvedimenti su mercato del lavoro, privatizzazioni e pensioni.

 

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