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Napolitano, conto alla rovescia

Dopodomani dal Colle partirà direttamente la lettera con cui Napolitano informa i presidenti delle Camere di aver appunto rassegnato le dimissioni. Spetta infatti al presidente di Montecitorio convocare entro e non oltre 15 giorni (giovedì 29 gennaio, nel caso concreto) il Parlamento in seduta comune integrato dai rappresentanti delle Regioni, per avviare le procedure per l’elezione del successore. Contemporaneamente, il presidente del Senato assume il ruolo di reggente fino alla designazione del nuovo presidente della Repubblica. Fitta l’agenda di queste ultime 48 ore di Napolitano al Quirinale.

Questa mattina riceverà anche alcuni ambasciatori, esercitando cioè fino all’ultimo istante in pieno il proprio mandato. Poi una parentesi insieme istituzionale e personale, quando si recherà alla casa del Cinema per rendere omaggio alla camera ardente dell’amico regista recentemente scomparso, Francesco Rosi. Domani alle 11 è stato già fissato l’incontro con i corazzieri, per un ringraziamento particolare al corpo di guardia che lo ha seguito in questi nove anni. E alle 12 il congedo dai dipendenti tutti del Quirinale.

Oggi è il giorno delle matite alzate per le strade di Parigi, dove il mondo è accorso e dove ognuno, dai capi di stato alle persone scese in piazza per la strage islamica, si chiama "Charlie". Anche il premier Matteo Renzi, che di fronte alla nuova emergenza terroristica si augura una prova di maturità della politica italiana, alla vigilia delle dimissioni del Presidente Giorgio Napolitano.

Sarebbe uno splendido segnale colmare subito quel vuoto, eleggendo con un'intesa ampia il nuovo Capo dello Stato. Ma il premier sa che un'elezione trionfale al primo scrutinio (come quella che nel 1999 portò Ciampi al Quirinale con 707 voti su 1010) non è alla portata. E' convinto però di farcela al quarto scrutinio, con i voti di Pd, Fi e Area Popolare (anche facendo a meno delle minoranze interne ai singoli partiti). Per questo anche in una giornata come questa non cessano - soprattutto nel Pd, ma anche nella maggioranza e con le opposizioni - dialoghi riservati e contatti a vari livelli per convergere su un nome o almeno su un metodo.Intanto :

Un colloquio di un’ora al Quirinale con Matteo Renzi e il punto sulle riforme con il ministro Boschi. E’ scattato il conto alla rovescia per le dimissioni di Giorgio Napolitano, ormai fissate per mercoledì 14. Come ha sempre ripetuto il capo dello Stato, “le dimissioni non si annunciano, si danno”.

Nella 'rosa' sottoposta all'attenzione di Berlusconi tra Natale e Capodanno (Veltroni, Fassino, Finocchiaro, Mattarella e Castagnetti) sembrano salire le quotazione degli esponenti Pd. Ma sono anche altre le suggestioni della giornata.

Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica, sdogana Roberto Benigni nel suo editoriale domenicale, lodandone le doti non solo artistiche. Due donne piazzate in ruoli chiave, la Presidente della Camera Laura Boldrini e la leader della Cgil Susanna Camusso, spingono per una scelta al femminile. Ed il capogruppo Pd Roberto Speranza si augura che un Pd unito allontani l'onta del 2013, e lavora per questo. "Vietato fallire", sprona i dem pallottoliere alla mano, arrivando a contare almeno 700 voti tra i 460 Pd, quelli di Fi, Area Popolare (senza chiudere la porta ai grillini).

"Solo così - ripete l'ex Cav - il partito può contare e non fare la figura dell'utile idiota". Niente di buono in questo senso sembra però presagire l'immagine di Tosi, Fitto, Meloni seduti ieri fianco a fianco ad un convegno sul centrodestra 'post Berlusconi', affidato al Nord al sindaco leghista, al Centro al leader di destra, al Sud al 'ribelle' azzurro. Un'ipotesi che, declinata nell'immediatezza, vedrebbe un pacchetto robusto di voti involarsi in vista dell'intesa sul Colle. Per capire che biografia avrà il prossimo Presidente, prima di chiedersi se sarà maschio o femmina, è utile capire quale accordo politico lo porterà al Colle, con quale quorum, con quali conseguenze sulle riforme e sulla vita della stessa legislatura

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