Renzi risponde agli italiani via twitter

Oggi il premier Matteo Renzi al twitter ha affidato la replica per rispondere a Grillo : "I comici milionari dicono che 80 euro sono una presa in giro. Se provassero a vivere con 1200 euro al mese non lo direbbero". Una sfida che, al pari degli attacchi del leader pentastellato, suona come uno slogan elettorale e replica cosi alle critiche di Beppe Grillo al decreto Irpef.

Il Presidente del consiglio, Mattero renzi, risponde via twitter ai cittadini e rassicura: "Ho preso un impegno con partite Iva, incapienti e pensionati nel proseguire nel lavoro di abbassamento tasse e lo manterrò". Nella diretta twitter da Palazzo Chigi, promette anche che il governo saprà rispettare i i vincoli e far ripartire l'economia.

Renzi secondo l agenzia ansa è intervenuto su vari temi, dai fondi europei, alla vicenda Alitalia, mentre ha chiesto che il caso Marò resti fuori dalla campagna elettorale. Ed ha bocciato il reddito minimo di cittadinanza. "Non sono d'accordo sul fatto che il Reddito minimo di cittadinanza crei posti di lavoro. Abbassare le tasse è giusto", scrive su twitter il premier. Il presidente del consiglio sottolinea anche un uso migliore dei fondi europei. "Dobbiamo utilizzare meglio i fondi europei che sono tanti e spesso non spesi o spesi male. Ne parleremo meglio la prossima settimana, faremo un incontro ad hoc e lanceremo un'iniziativa. L'Italia in troppi casi ha buttato via le risorse, non è colpa dell'Europa ma dei burocrati e politici italiani che hanno fallito".

"Dobbiamo utilizzare meglio i fondi europei che sono tanti e spesso non spesi o spesi male - ha sottolineato -. Ne parleremo meglio la prossima settimana, faremo un incontro ad hoc e lanceremo un'iniziativa. L'Italia in troppi casi ha buttato via le risorse, non è colpa dell'Europa ma dei burocrati e politici italiani che hanno fallito".E, a proposito di Alitalia: 'Aspettiamo la proposta Etihad poi agiremo di conseguenza".

Intanto e iniziato alla Camera la dichiarazione di voto di fiducia posta dal governo sul decreto Lavoro. A seguire ci sarà la votazione con appello nominale. Il voto finale sul provvedimento è in calendario per domani.

Ncd ribadisce che voterà la fiducia, ripromettendosi però di dare battaglia al Senato. Voteremo la fiducia, dice Angelino Alfano, ''al decreto e al governo del cambiamento di cui l'Italia ha bisogno''. ''Andremo avanti nel cambiamento - ha aggiunto Alfano in un'iniziativa a Milano - a sostegno convinto di questo governo che riteniamo sia la soluzione migliore per portare avanti la riforma delle istituzioni, della legge elettorale, il cambiamento del mercato del lavoro e una diminuzione delle tasse di 80 euro al mese che non si sarebbe verificato se non ci fossimo stati noi''. Il leader di Ncd ha spiegato che il decreto sul mercato del lavoro ''rappresenta un grande passo avanti rispetto alla riforma Fornero''. ''Il Governo aveva approvato il decreto con un testo e un contenuto al quale avevamo dato dieci e lode. Era bellissimo - ha aggiunto -. La Sinistra del Pd ha fatto fare correzioni che noi non abbiamo condiviso sul decreto che rimane comunque un passo avanti''. Alfano non solo ha assicurato di voler ''sostenere il cambiamento contro tutti i frenatori che magari stanno in un determinato pezzo del Pd'' ma ha criticato anche Forza Italia che non è ''né carne nè pesce''. ''Non sono buoni a fare opposizione - ha concluso - perché non hanno argomenti. Non sono dentro al Governo e quindi non riescono a incidere''.

Ieri in un lungo vertice alla Camera, il ministro Giuliano Poletti ha provato a mediare tra le posizioni del Pd e di Ncd. Ma non è stato possibile arrivare ad un'intesa. Il governo si è visto costretto a blindare il provvedimento con la fiducia. Ncd e Sc, quindi, hanno annunciato che diranno sì per un senso di responsabilità, ripromettendosi di dare battaglia al Senato. "Sui dettagli discutano quanto vogliono, ma alla fine si chiuda l'accordo", ha detto il premier Matteo Renzi. Le polemiche, ha osservato in un'intervista al Tg1, sono "tipiche di un momento in cui si fa campagna elettorale". Ma "con rispetto della campagna elettorale, noi vogliamo governare", afferma. E "non è accettabile non affrontare il dramma della disoccupazione. Stiamo discutendo se le proroghe debbano essere cinque o otto, sono dettagli. Con tutto il rispetto

Il dibattito sui "mitici 80 euro" continua a tener banco. Se da una parte il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan secondo il quotidiano il Giornale difende il provvedimento, dall'altra l'opposizione mette a nudo le tasse nascoste nelle pieghe della misure e necessarie per coprire economicamente tutte le promesse di Renzi. "Le polemiche di Brunetta o Grillo sono due facce della stessa medaglia - ha spiegato Renzi al Tg1 - loro sono il partito dei chiacchieroni che si divertono con i comunicati stampa, noi facciamo le cose concrete. I soldi arriveranno non per maggio ma per sempre. Si poteva fare meglio? Può darsi ma loro stanno alle chiacchiere". Il premier non intende farsi scippare l'esposizione mediatica ottenuta grazie al decreto. E così la difende a spada tratta: "I soloni abituati a stipendi da milionari dicono che sono pochi. Vorrei vedere loro guadagnare mille euro al mese".

Ai microfoni di Ballarò, Padoan spiega il decreto Irpef come un’operazione capace di dare a molte famiglie italiane potere d’acquisto in un momento in cui c’è una ripresa fragile: "Servirà per consumare di più ma anche per aumentare la fiducia". Gli slogan di Renzi e del Tesoro, però, hanno le gambe corte. L'eterno scontro tra ricchezza e povertà non lo salverà dai pasticci contenuti nel decreto Irpef. "Quando si diraderà la nebbia degli 80 euro - tuona Giovanni Toti - si scoprirà che la sinistra resta quella ideologica di sempre". Secondo il consigliere politico di Silvio Berlusconi, Renzi non solo "non è in grado di portare a termine una riforma del lavoro che dia flessibilità al mercato", ma impone addirittura "sulle case degli italiani tasse per 32 miliardi di euro e tassa anche il risparmio in banca".

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