Bufera sul Colle dopo le rivelazioni di Alan Friedman

E' bufera dopo le rivelazioni di Alan Friedman sul ruolo giocato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella crisi del governo Berlusconi.
Secondo Alan Friedman sul corriere della sera :
La torrida estate del 2011 è un momento molto importante e storico per l’Italia

Il capo dello Stato scrive il giornale  è preoccupato per le sorti del Paese. La crisi della zona euro è in pieno svolgimento. Le conseguenze del salvataggio della Grecia portano la speculazione a puntare sui debiti sovrani dei Paesi in difficoltà: inzia a essere minacciata anche l’Italia. In agosto arriverà la famosa lettera della Banca centrale europea che chiede - ma assomiglia più a un’imposizione – misure drastiche di finanza pubblica. La Germania della Merkel non ama il primo ministro in carica, Silvio Berlusconi. Lo spread tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi punta pericolosamente verso l’alto. Sui mercati finanziari le operazioni spregiudicate si moltiplicano.
E questo riguarda soprattutto le conversazioni tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Mario Monti, che precedono di quattro o cinque mesi la nomina dell’allora presidente della Bocconi a Palazzo Chigi il 13 novembre 2011. Per il grande pubblico Monti è quasi uno sconosciuto all’epoca. L’élite politico-economica lo stima, è un economista, un editorialista del Corriere della Sera, un ex-commissario europeo, e in quel momento guida una delle più prestigiose università italiane.
Per gli annali della storia il presidente Napolitano accetta le dimissioni di Berlusconi il 12 novembre e avvia, come si conviene, le consultazioni con i gruppi parlamentari e politici. Poi, ventiquattro ore dopo, Monti viene indicato come premier al posto di Berlusconi. 

Le rivelazioni destano "forti dubbi sul modo di intendere l'altissima funzione di Presidente della Repubblica da parte di Napolitano". Così i capigruppo di FI di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, che chiedono "urgenti chiarimenti e convincenti spiegazioni".Cosi
Con un'intervista al corriere della sera a Mario Monti  e il Financial Times svelano un dettaglio molto importante sul ruolo politico svolto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nelle delicate fasi che portarono alla fine del governo Berlusconi
Secondo la ricostruzione del quotidiano della Famiglia del ex Premier : Dietro ci fu una sapiente regia politica. E oggi arriva la conferma. La prova del nove. Conversando con Alan Friedman l'ex premier Monti ricostruisce i drammatici giorni dell'estate 2011, con lo spauracchio dello spread e i palazzi della politica in fortissima apprensione. Accenna anche al documento segreto sul rilancio dell'economia che l'allora banchiere Corrado Passera preparò per il Quirinale tra l'estate e l'autunno 2011. Poi, quasi alla fine della chiacchierata, il senatore a vita rivela un altro particolare inquietante: nell'estate del 2011 andò a trovare De Benedetti, che si trovava in vacanza vicino a casa sua a St. Moritz, per chiedergli un consiglio: devo accettare o meno la proposta di Napolitano di entrare a Palazzo Chigi? Ovviamente nel caso in cui questa proposta fosse arrivata (ma evidentemente era già nell'aria). E anche Romano Prodi ricorda una lunga chiacchierata con Monti sullo stesso tema, avvenuta nell'ufficio di Monti alla Bocconi, ben due mesi prima (fine giugno 2011), quando il governo del Cavaliere era ancora ben saldo. "Il succo della mia posizione è stato molto semplice - ricorda Prodi -. Mario, non puoi fare nulla per diventare presidente del Consiglio, ma se te lo offrono non puoi dire di no. Quindi non ci può essere al mondo una persona più felice di te".
Quando Friedman lo incalza ("lei non smentisce che, nel giugno-luglio 2011, il presidente della Repubblica le ha fatto capire o le ha chiesto esplicitamente di essere disponibile se fosse stato necessario?"), Monti dà una risposta solenne: "Sì, mi ha, mi ha dato segnali in quel senso".
Com'era inevitabile subito sono riesplose le polemiche. Le testimonianze di Monti e De Benedetti, contenute nel libro di Alan Friedman "Ammazziamo il gattopardo", fanno andare su tutte le furie Forza Italia: "Apprendiamo con sgomento che il Capo dello Stato, già nel giugno del 2011, si attivò per far cadere il governo Berlusconi e sostituirlo con Monti. Lo conferma lo stesso Monti. Le testimonianze fornite da Friedman non lasciano margine a interpretazioni diverse o minimaliste", dichiarano in una nota i capigruppo di Forza Italia di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani. "Tutto questo - proseguono - non può non destare in noi e in ogni sincero democratico forti dubbi sul modo di intendere l'altissima funzione di Presidente della Repubblica da parte di Giorgio Napolitano. Ci domandiamo se sia rispettoso della Costituzione e del voto degli italiani preordinare un governo che stravolgeva il responso delle urne, quando la bufera dello spread doveva ancora abbattersi sul nostro Paese. Chiediamo al Capo dello Stato di condurre innanzitutto verso i propri comportamenti un'operazione verità. Non nascondiamo amarezza e sconcerto, mentre attendiamo urgenti chiarimenti e convincenti spiegazioni".
Infuriato anche Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato: "Il libro di Alain Friedman anticipato dal Corriere della Sera apre squarci inquietanti sull’estate del 2011. Il Quirinale preparò anticipatamente il governo Monti? Chi ha detto la verità? Chi ha mentito? Che contro Berlusconi ci sia stato un complotto è un fatto. Cominciò Fini sottraendo alla coalizione di centrodestra parlamentari eletti con Berlusconi presidente. Hanno certamente continuato altri. Il governo Monti non spuntò come un fungo. Ci furono chiare manovre interne e internazionali. Mi pare scontato. Non si potrà archiviare questa vicenda con una scrollata di spalle. Bisogna dire la verità sulla storia italiana recente".
All'interno di Forza Italia, sono in molti a non accontentarsi di semplici chiarimenti. Il danno alla democrazia non può essere lavato con le parole. E, adesso che ci sono le prove, i parlamentari azzurri vogliono la testa dei Napolitano. Tanto che Minzolini propone di appoggiare la procedura di impeachment promossa dai grillini. Non è l'unico. Anche il creatore dell'Esercito di Silvio, Simone Furlan, è pronto ad appoggiarlo: "Regia occulta, politica attiva di Napolitano, Berlusconi diceva la verità e poi l’affondo: l’impeachment c'è tutto". Proprio oggi il Movimento 5 Stelle ha depositato nuovi documenti per la richiesta di messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica. E, alla luce dei nuovi fatti, Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha invitato il Comitato che dovrà esaminare l'accusa degli stellati a chiarire tutte le questioni sollevate. Michaela Biancofiore, intanto, propone una class action. "Da manovre di palazzo - spiega la deputata forzista - gli italiani si sono visti scippare la loro sovranità e il diritto al buon governo del centro destra e l’arbitrario affossamento del governo Berlusconi".
"Che Napolitano abbia orchestrato la grande trappola non mi stupisce - commenta il segretario della Lega, Matteo Salvini - così come che fosse tutto scritto e che si fossero inventati lo spread per mandare all’aria il voto dei cittadini". Mentre il centrodestra è fermo nel condannare le trame di Napolitano ai danni di Berlusconi, il Partito democratico fa quadrato attorno al Colle. Il presidente dei senatori piddì Luigi Zanda nega il complotto e benedice l'operazione che ha portato il capo dello Stato a dare a Monti l'incarico di formare un governo tecnico: "Gli attacchi di Forza Italia sono assolutamente strumentali e gratuiti".

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