Putin a colloquio per tre ore col suo amico Berlusconi

Dopo un colloquio privato di due ore e mezza, il presidente russo Vladimir Putin ha lasciato Palazzo Grazioli e il suo amico Silvio Berlusconi
 
Il leader del Cremlino si era recato nella residenza del Cavaliere alle 22.30, dopo l’incontro al Colle con il presidente Napolitano, riservando all’ex premier il colloquio più lungo nella sua visita a Roma. "Pure fantasie": così il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha definito le voci diffusesi nei giorni scorsi sulla stampa italiana secondo cui Vladimir Putin intende concedere un passaporto russo a Berlusconi, dopo che gli è stato ritirato quello italiano per le sue vicende giudiziarie. Tra l'altro, era stato lo stesso Berlusconi a smentire l’eventualità: "È un’ipotesi che non ho mai considerato, desidero che la mia innocenza venga fuori a tutto tondo, io sono italiano al cento per cento e non prevedo scappatoie straniere. Nessuna offerta di passaporto, nemmeno per sogno né dalla Russia né da altri paesi".
Caro Silvio", "Caro Volodia". Il Cavaliere accoglie a Palazzo Grazioli il suo amico Vladimir Putin con un sorriso ed abbraccio affettuoso. Il leader russo, che aveva da poco lasciato il Quirinale dopo una luna cena con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, arriva nell'abitazione privata dell'ex premier italiano per un dopo cena ed un faccia faccia molto riservati. Fuori i collaboratori dei due leader, fuori anche il fotografo ed il cameraman ufficiali del Cremlino. Il presidente russo, giunto con un corteo di una ventina di auto, seguito da una ambulanza, ha fatto il suo ingresso a Palazzo Grazioli con la sua limousine ufficiale alle 22,25 e si e' avviato verso l'abitazione privata di Silvio Berlusconi. Il Cav ha fatto approntare per l'amico un leggero rinfresco. Poi il colloquio riservato nel corso del quale, si racconta, l'ex presidente del Consiglio ha anche fatto un riferimento alle sue vicende politiche e personali, compresa la delicata partita sulla decadenza da senatore, ricevendo la comprensione e la solidarieta' affettuosa dal suo amico russo. E' una amicizia consolidata nel tempo, quella tra i due leader, a partire dal primo incontro in occasione del G8 di Genova del 2001, e quella prima cena quasi intima nella foresta di Zavidovo, poco fuori Mosca, nel 2003 dove il rapporto divenne sempre piu' stretto e privilegiato. Tant'e' che il Cavaliere e' stato ospite di Putin in diverse occasioni a Soci, sul Mar Nero, e ha ricambiato invitandolo a Villa Certosa, sulla Costa Smeralda, in Sardegna, sempre nel 2003 e nei due anni seguenti. Poi nel 2008. Berlusconi e' stato nuovamente a Mosca nel 2010 e si e' recato ancora in Russia nel 2011 in occasione di un compleanno di Vladimir. Ed ora eccoli insieme a Palazzo Grazioli, dove Silvio conserva ancora - si dice - il famoso lettone donatogli da Putin. L'incontro riservato e privato tra i due leader non e' incasellato in un rigido cerimoniale. E tra gli uomini della sicurezza non sembra esserci l'agitazione dei tempi dettati dal protocollo ufficiale. Potrebbe durare a lungo nella notte, anche se domani mattina (oggi, ndr), sul presto, il presidente russo e' atteso a Trieste per il vertice intergovernativo con il premier Enrico Letta.Intanto :
Resta confermato a domani il voto sulla decadenza di Berlusconi. Le votazioni degli ordini del giorno che possono venir presentati in difformità alla relazione della Giunta per le Immunità cominceranno alle 19.

Se fosse così mi aspetto una revisione del processo come per qualsiasi altro cittadino" afferma il deputato Pd Francesco Boccia a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24, a proposito delle nuove carte e testimonianze sulla condanna di Berlusconi. Inoltre, aggiunge, "in un paese normale si sarebbe aspettata la delibera della Corte sull'interpretazione della legge Severino".

"Domani scendono in piazza tutti i cittadini consapevoli di quello che sta avvenendo che sono preoccupati, che non lo fanno per difendere me, ma che hanno a cuore il futuro del Paese e la nostra libertà. Credo che la manifestazione sia assolutamente legittima e pacifica e sia solo l'inizio". Lo afferma Silvio Berlusconi a Studio Aperto. "No, io ho lavorato bene per il mio paese come imprenditore e uomo di Stato, sono italiano al 100% e sono sceso nel 94 in politica per evitare un destino illiberare e una deriva giustizialista all'Italia, c'era da essere preoccupati. Non ho mai avuto ambizione politica, continuerò a difendere quello che io ritengo il primo dei diritti e cioè la libertà. Lo farò con orgoglio". "Nelle carte Usa ci sono testimonianze da parte di una ex dirigente di primissimo piano del gruppo Agrama che provano la mia estraneità al meccanismo messo in atto. Io non sono mai stato socio occulto di Agrama ma sono stato anzi parte lesa di questa operazione che ha procurato a Mediaset il danno di numerosi milioni di dollari". Afferma Berlusconi a Studio Aperto.

''Temo l'arresto? Non saprei. Certo e' che nei miei confronti c'e' un odio totale da parte di una magistratura che ha impiantato 57 processi contro di me...". Lo afferma Silvio Berlusconi parlando alla telefonata di Belpietro nel corso della quale ribadisce di non aver mai chiesto ''salvacondotti'' e di aver lavorato esclusivamente per il bene del Paese. ''Da qui in avanti gli elettori del centrodestra devono guardare in faccia alla realta', alla nostra storia e dare il voto ad una sola forza politica'', ha aggiunto Berlusconi.

Silvio Berlusconi alla Camera per partecipare alla riunione congiunta dei gruppi di Forza Italia in cui sarà deciso quale atteggiamento tenere sulla legge di stabilità. Si ha un bel vantaggio ad essere di meno, almeno ora sono tutti simpatici, prima non si poteva dire la stessa cosa, ha detto Berlusconi, a quanto raccontano, nel corso della riunione dei gruppi Fi. Dobbiamo far capire agli italiani che solo concentrando i voti sul principale partito di centrodestra si può arrivare a governare il Paese, ha aggiunto il Cavaliere. "Io non ho paura ma tutti voi dovete essere missionari di libertà sui vostri territori per allargare il consenso a Fi. Vogliamo essere un Paese in cui nessuno possa temere per la propria libertà", ha detto. ''Non viviamo in un Paese libero. Senza uno stato di diritto non c'è democrazia. Quello che sto passando io può capitare a tutti".

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