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Berlusconi non gradisce l'intervista di Angelino Alfano a SkyTg24

Modula e sfuma a seconda dell'interlocutore, come sempre. Con alcuni è tranchant, con altri invece è sì critico ma decisamente più cauto. Quel che è certo, però, è che - al netto delle diverse gradazioni – il Cavaliere non gradisce affatto l'intervista di Angelino Alfano a SkyTg24.
Considerazioni dure, il segno di un rapporto quello tra Berlusconi e Alfano che si va via via deteriorando. D'altra parte, pare che i toni dell'ultima telefonata intercorsa tra i due qualche giorno fa fossero piuttosto accesi, con il vicepremier che più d'una volta ha rinfacciato al Cavaliere l'uso del «metodo Boffo». Un'accusa che non certo per caso ribadiscono sia il ministro Beatrice Lorenzin (in un'intervista a Repubblica) che lo stesso Alfano (a SkyTg24). I cosiddetti «governativi» ministri in testa sono infatti convinti che esistano dossier su di loro e questo raccontano non solo ai loro colleghi di partito ma pure ai parlamentari del Pd. Una circostanza che convince poco o niente l'ala lealista perché spiega per esempio Mariastella Gelmini «l'impressione è che si evochi il metodo Boffo appena qualcuno si permette di muovere qualche critica».
Nel partito, insomma, il clima resta teso. E con l'avvicinarsi del Consiglio nazionale di sabato la temperatura è destinata a salire. Un panorama nel quale l'intervista di Alfano ieri apre in qualche modo l'ennesima crepa, facendo uscire allo scoperto un Berlusconi che aveva preferito restare in silenzio proprio per non compromettere la possibilità di ricomporre la frattura. Dopo l'uscita del vicepremier che, spiega Paolo Bonaiuti, «ha delimitato un'area di azione che evidentemente non coincide con quella di Berlusconi» il Cavaliere ha pensato fosse necessario mettere nero su bianco la sua posizione. E dopo aver scartato l'idea di fare un lungo comunicato stampa decide di rilasciare un'intervista all'Huffington Post che lascia pochi dubbi su come la pensi. Ai senatori «governativi» del Pdl, infatti, manda un messaggio chiaro: «A loro dico che se si contraddicono i nostri elettori non si va da nessuna parte.
Intanto Letta da Malta :
Il mio orizzonte si ferma sul lavoro dei 18 mesi per cui ho avuto la fiducia e su cui voglio essere giudicato". Il premier Enrico Letta risponde così a chi gli chiede - a margine della sua visita a Malta - un commento sulla volata lanciata ieri dal segretario del Pd, Guglielmo Epifani, che lo ha ipotizzato come possibile candidato premier alle prossime elezioni. Poi su Berlusconi: "Continuo a non vedere quali alternative serie per il paese ci siano intorno al cupio dissolvi: non porta a niente e oggi far scendere l'aereo non serve a nessuno e non cambia niente neanche al Pdl".

"Mischiare due vicende non porta da nessuna parte", "avvita" solo la crisi. "Capisco che ci sono delusioni ma il cupio dissolvi non porta a niente" ha ribadito Letta parlando con i cronisti a margine della sua visita a Malta. Bisogna guardare al 2014, a "tutto il 2014 con la legge di stabilità che deve dare i suoi effetti: mischiare due vicende non porta da nessuna parte, l'ho sempre detto anche a Berlusconi", ha aggiunto il premier tornando a sottolineare che "se non si separano, non c'e' guadagno per nessuno ma solo un avvitamento della crisi". Su questo "sono molto determinato" ha proseguito. "Lavoro perchè la legge di stabilità sia migliorata al Senato", per "un 2014 e obiettivi per cui voglio essere giudicato al termine di un percorso, a fine anno prossimo" con la discesa di "deficit, debito, tasse e spesa" a favore della "crescita e dell'occupazione". Al termine di quel percorso ci sarà "un giudizio ed una valutazione" e' tornato a sottolineare il premier.

"Sono qui per portare un messaggio forte alle nostre forze armate, per ringraziare i nostri militari per aver salvato finora un migliaio di persone che stavano morendo in mare: siamo loro grati": cosi' il premer Letta a Malta dove stamattina, dopo l'incontro con il collega de La Valletta Joseph Muscat, si recherà sulla nave 'Duran De La Penne' per "un forte ringraziamento" ai militari impegnati nell'operazione Mare Nostrum. Con Malta "c'e' una nuova voglia di collaborare" sul fronte del dramma immigrazione: "è emersa una nuova linea che dobbiamo cogliere al balzo", ha sottolineato il premier.

Il tema dell'immigrazione "è fondamentale: insieme dobbiamo chiedere all'Europa di fare di più", ha detto Letta. Con l'operazione Mare Nostrum si e' salvato probabilmente un migliaio di vite umane dalla tragedia di Lampedusa. ''Quella tragedia si sarebbe potuta ripetere varie volte, non e' accaduto perche' c'e' stato un lavoro intenso dei nostri militari'', ha aggiunto. Serve una iniziativa dell'Ue in Libia per il pattugliamento e il controllo delle frontiere, ha affermato il premier in conferenza stampa a La Valletta con il premier maltese Joseph Muscat parlando di immigrazione.

Sull'immigrazione ora dall'Europa servono "fatti concreti", ha affermato Letta indicando nei consigli europei di dicembre e giugno i due summit decisivi per adottare tali misure. Per il presidente del Consiglio, le priorità sono l'implementazione e il rafforzamento di decisione già prese (Eurosur e Frontex) e, soprattutto, un'iniziativa forte dell'Ue verso i Paesi terzi, a cominciare dalla Libia. Il messaggio fondamentale e' che l'emergenza dell'immigrazione "non è una normale situazione come quelle vissute fino ad ora", è "senza precedenti" e non "è limitabile con il maltempo come alcuni pensano". Lo dice il premier Enrico Letta nella conferenza stampa con il collega maltese Muscat.

Secondo il premier, l'emergenza è figlia del "fallimento delle primavere arabe". Non c'è bisogno solo di pattugliamenti ma "di una nuova politica verso la sponda sud del Mediterraneo" perchè quella degli ultimi 20 anni "è falli

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