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Berlusconi: i miei figli si sentono come gli ebrei in Germania

I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso". Così Berlusconi risponde a Bruno Vespa per il suo prossimo libro alla domanda se sia vero che i figli gli hanno chiesto di vendere e di andare via. "Sono italiano al 100 per cento. In Italia ho le mie radici. In Italia sono diventato quello che sono. Ho fatto qui l'imprenditore, l'uomo di sport, il leader politico. Questo è il mio paese, il paese che amo, il paese in cui ho tutto: la mia famiglia, i miei amici, le aziende, la mia casa, e dove ho avuto successo come studente, come imprenditore, come uomo di sport e come uomo di Stato. Non prendo neppure in considerazione la possibilità di lasciare l'Italia": cosi' Berlusconi, in un passaggio del prossimo libro di Bruno Vespa.

"Il primo sentimento è stato di non volerci credere, che fosse impossibile che capitasse a me tutto questo, e da lì il rifiuto di prendere in considerazione qualsiasi ipotesi, perché tutte sarebbero comunque ingiuste. Sono stato assalito da una profonda indignazione, che da allora non mi ha lasciato mai. Ho molto pensato a quanto soffrirebbero mio padre e mia madre se fossero qui. E mi sono chiesto come avrebbero voluto che mi comportassi. Credo con la stessa dignità che mi hanno sempre insegnato". Così Silvio Berlusconi, in un passaggio del libro di Bruno Vespa, parlando della sua situazione.Intanto isorge il PDL per la data di 27 novembre e Berlusconi parla di grazia :

Silvio Berlusconi sente che il cerchio si stringe. Il Senato ha impresso una accelerazione sul voto per la decadenza, e il Cavaliere d'improvviso si è visto sfilare la principale arma di pressione, ossia la legge di stabilità che i Dem intendono disinnescare definitivamente rispettando la tabella di marcia. Il ribaltamento delle date, con il voto sulla manovra che precede quello sulla decadenza (rispettivamente il 22 e il 27 novembre) punterebbe a mettere il Cavaliere nell'angolo, secondo i lealisti che partono al contrattacco, mentre il cav torna alla carica incalzando, a sorpresa, il Colle sulla Grazia. La guerriglia pidiellina ora si concentrerà soprattutto sul timing incrociato della manovra e della decadenza. E che il vento governativo soffi in direzione ostinata e contraria a Berlusconi lo dimostrerebbe anche la sortita di Saccomanni sull'Imu: il ministro dell'Economia, sia pure tra mille cautele, ha ammesso che la caccia a nuove risorse per scongiurare la tassa sulla casa va maluccio. Dunque, anche la bandiera issata dal partito di Berlusconi in cima all'esecutivo Letta rischia di essere spazzata via. Ecco perché i lealisti azzurri, furibondi, sono scesi nell'arena sparando contro il Pd e il governo. Intanto hanno messo un punto fermo con una pregiudiziale presentata a palazzo Madama affinché sia invalidato (e quindi annullato) il voto della Giunta delle immunità sulla decadenza di Berlusconi, violato dalla pubblicità dei tweet del grillino Crimi. A far saltare i nervi nelle file azzurre, poi, le parole rassicuranti di Angelino Alfano verso il governo proprio nella giornata più nera per il leader.

L'antidoto è stato un diluvio di dichiarazioni che hanno sommerso Alfano e il governo. Con Raffaele Fitto che, seguito da un nugolo di lealisti, si è presentato a Montecitorio per correggere l'avversario interno e recitare il Requiem governativo: 'ma come si fa a sostenere il governo che sta facendo di tutto per cacciare il nostro leader?'. Parole che certo Berlusconi sottoscrive avendo manifestato apertamente e in più occasioni la sua delusione per la mancata 'pacificazione'. In questo quadro a tinte fosche, uno raggio di luce, per il Cavaliere, arriverebbe dal Colle, l'ultimo salvagente cui aggrapparsi. "Mi dicono che per avere la grazia bisogna aver iniziato a scontare la pena Dunque, sarebbe ancora in tempo", ha affermato il leader del Pdl nell'ultimo libro di Vespa, in cui peraltro si ricorda che finora non è stata presentata alcuna domanda di grazia né da Berlusconi né da un suo familiare né da un avvocato. Ma quelle dichiarazioni appaiono datate e infatti non si precisa quando l'intervista è stata raccolta. Ed è anche per questo che al Quirinale non sarebbe stato dato tanto peso alla dichiarazione. In ogni caso il presidente Napolitano quando ha affrontato la questione, nell'ormai lontano 13 agosto scorso, è stato chiaro, netto e esauriente: per dirimere il caso e giungere ad una qualche soluzione si deve partire dalla presentazione di una domanda di grazia, cosa, appunto, finora non avvenuta. E poi dal 13 agosto ad oggi sotto i ponti è passata tanta acqua e... anche tante dichiarazioni di guerra al governo da parte di Berlusconi

Se il Pdl-Forza Italia si avvia a diventare un partito di correnti, animosamente contrapposte sulla base di ragioni di puro potere, e se la prospettiva è quella di accettare supinamente, pur con qualche vibrante dichiarazione di facciata, la decadenza di Berlusconi dal Parlamento, oltre al fatto di dover votare a qualunque costo una legge di stabilità che contribuirà a peggiorare la crisi e la sofferenza di tutti gli italiani, personalmente dopo tanti anni di onesto impegno non potrò approvare e riconoscermi in queste scelte": lo scrive il senatore del Pdl Sandro Bondi.

"Come preventivamente comunicato per iscritto, chiedo che sia discussa nella seduta odierna" la "decadenza del senatore Silvio Berlusconi". Tra gli applausi dei senatori M5S, la capogruppo Paola Taverna torna a chiedere nell'Aula di Palazzo Madama di votare subito la decadenza del leader Pdl. Ieri Taverna aveva annunciato che avrebbe ripetuto la richiesta ogni giorno e così fa, in apertura di seduta. Il presidente Pietro Grasso si riserva di "determinare il momento" in cui sottoporre all'Aula la richiesta del M5S.

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