A nostro modesto avviso, si è creato un diverbio, ovvero, una discussione animata e litigiosa, tra la “questione settentrionale” e la “questione meridionale”. Vediamo perché. La “questione settentrionale” sembra la prima, forse l’unica priorità del Paese Italia. Nel particolare, c’ è la questione dell’autonomia delle regioni del Nord; c’è la rappresentazione insistita del disagio del Nord, per alcune misure di politica economica, con iniziative delle associazioni territoriali. Ancora, c’è la vicenda della Tav Torino-Lione che, certo, balza all’attenzione della cronaca, per i contrasti del Governo nazionale; ma che assume, anche, una valenza prioritaria, proprio, perché, viene vista e presentata come un’opera del Nord e per il Nord. Purtroppo, continua a prevalere questa convinzione: il federalismo può essere usato come la “carota” per soddisfare gli egoismi del Nord e il bastone per raddrizzare la schiena del Mezzogiorno, visto che, ad esempio, le Regioni Veneto e Lombardia chiedono un’autonomia rafforzata, cioè, di fare con i soldi loro, quel che vogliono loro, ignorando il resto del Paese. In conclusione, noi diciamo che per evitare che il Paese Italia si spacchi in due, tra Nord e Sud, il Governo nazionale deve preoccuparsi di correggere le disuguaglianze territoriali e di assicurare una parità dei diritti sociali fondamentati, in tutto il territorio nazionale.