L'Unione Europea protegga il Mediterraneo

In primis, diciamo che se da una parte, l’interesse per il mare Mediterraneo, ovvero, il “mare nostrum” è altissimo, dall’altra, alcuna iniziativa organica, di protezione, viene presa da chi dovrebbe essere il protagonista principale: l’istituzione dell’Unione europea. Vediamo perché. Se da un lato, gli Stati europei sono molto presenti sotto l’aspetto commerciale e degli investimenti, costituendo l’origine dei maggiori flussi turistici, (in Puglia, nel 2016, oltre, 14milioni di presenze), dall’altro lato, non vi è cenno di alcuna politica europea che possa definirsi robusta sistematica e duratura. In particolare, nel mare Mediterraneo, in superficie, l’Ismar-Cnr ha rilevato che si trovano fino a 10 chili di plastica per chilometro quadrato. Ancora, Goletta Verde ha rilevato: “La Puglia non brilla e nella “top ten delle “maglie nere” si posiziona quarta, in Italia, per rifiuti marini, mala depurazione e pesca illegale”. In questo scenario, se non in via di pronta soluzione, diventa inevitabile, per il mare Mediterraneo, passare da “mare nostrum” a “mare monstrum”.  Ma c’è di più. Stati Uniti ed Unione Sovietica sono riuscite a dividersi le zone europee di influenza, in un clima politico europeo, di continua tensione, oscurando l’idea di una Unione politica europea mirata, a proteggere, il mare Mediterraneo.

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