Ripresa fragile ma presente in Calabria

L’economia calabrese conferma segnali di ripresa più incoraggianti, ma il quadro rimane ancora molto fragile. Quindi parlare di consolidamento di un trend in salita è ancora troppo prematuro. Il settore che da punto di vista produttivo mostra segnali più forti è quello dell’industria, mentre il settore edile rimane in coda, ma si comincia a far presente un’inversione di trend, che lascia il campo negativo, e inizia a passare in quello neutro. Al momento infatti la ripresa delle compravendite ha coinvolto soprattutto gli immobili usati, a causa anche della grande quantità di invenduto che ancora rimane, frutto del boom edile del periodo ante crisi. Il commercio rimane con poco ottimismo, e molta cautela.

Il dato più positivo è quello che riguarda l’andamento dei depositi che crescono per i privati in modo sostenuto, ma che cominciano ad affermarsi anche per le aziende. Quelle che ottengono i migliori risultati hanno avuto un aumento delle esportazioni, anche se l’export da un punto di vista generale rimane abbastanza critico per le aziende di minori dimensioni. Quindi a beneficiarne al momento sono le grandi aziende (quelle con non meno di 20 addetti).

Molto buono il trend dell’occupazione, che vede un forte calo di quello autonomo, ampiamente assorbito dall’aumento di quello dipendente, che raggiunge una crescita complessiva del 3,7%. Non ci sono differenze tra occupazione maschile o femminile apprezzabili, mentre torna a salire il tasso di occupazione delle persone over 59 anni, che erano state quelle più pesantemente colpite negli anni passati, insieme ai giovanissimi.

Per quanto riguarda l’accesso al credito, rimane in forte crescita quello dei mutui destinati al residenziale, Per i privati torna a crescere la concessione del credito al consumo, per una crescita complessiva di 1,21% per i primi 6 mesi del 2016. Crescono anche le richieste di preventivo e comparazione soprattutto online scegliendo siti specializzati, come Zonaprestiti.com o simili. Continua invece la contrazione del credito alle aziende, che si riduce di 1,5%.

 

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