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I pilastri della “Questione meridionale”

La “Questione meridionale”, a nostro modesto avviso, non solo continua a persistere, ma, a causa dei suoi pilastri di sostegno, sta aumentando il divario tra il Nord del Paese e il Mezzogiorno. Ancora, si pensi che a vivere questo disagio e povertà, geografici e socio-economici, a seguito di una foto scattata dall’Istat, sono 2milioni di persone: 277mila sono donne; 1milione 131mila sono minori; 1milione 13mila giovani, di età, tra i 18 ed i 34 anni. Ed ora, vediamo quali sono i pilastri di sostegno della “Questione meridionale” che, in qualche modo, hanno causato, anche, tragedie. Il nostro riferimento non può, non essere collegato ad una recente tragedia ferroviaria, accaduta, in Puglia, il 12 luglio, scorso. Si è trattato di uno scontro tra due treni, su un binario unico, a Corato, nel nord di Bari, con una strage di studenti e lavoratori pendolari, 27 morti ed oltre, 50 feriti. In questo terribile caso, molto hanno inciso questi pilastri del “modus vivendi” meridionale, ma, non solo: i ritardi e lo stop al raddoppio del binario unico, in questione, verificatisi tra Comuni, Regione e Commissione europea, ovvero, i cosiddetti, “via libera” sono lentissimi, spesso, a causa di una lunga burocrazia. In tal senso, da Roma qualcosa si sta muovendo, in positivo: 134milioni di euro sono stati destinati a formare ben 544mila dipendenti pubblici con l’obiettivo di migliorare l’efficienza della macchina burocratica, della pubblica amministrazione; ma, ad onor del vero, dobbiamo anche, dire che, sempre a causa dei suddetti pilastri, il Mezzogiorno sta spendendo la metà delle risorse, rispetto al Nord Italia.

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