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Dall’area mediterranea alla “Questione meridionale”

La persistente “Questione meridionale”, in primis, ci fa registrare, nel mondo del lavoro questi dati, a dir poco, preoccupanti: l’”Osservatorio Sicurezza sul lavoro” ha rilevato che la Puglia è al terzo posto per incidenza di mortalità sulla popolazione lavorativa, con un indice del 58,8% rispetto ad una media nazionale del 33,2%. Ancora, il Governosottrae 102 milioni di euro alle Regioni del Sud per spenderli con interventi sul resto del Paese, giustificando il tutto, con i ritardi di Regioni ed Enti locali, nella spesa dei Fondi europei. A questo punto, noi diciamo che questi scottanti problemi della “Questione meridionale” possono trovare soluzione con gli investimenti già rilevati nell’Area mediterranea”.Questa area rappresenta una delle destinazioni privilegiate per gli investimenti diretti esteri: nel 2013 sono arrivati, infatti, a 85miliardi di dollari,(Fonte: (Ernst@Young, Forum organizzato a Roma, il 16 aprile scorso). Ma c’è di più. L’Italia e, in particolare il Mezzogiorno,-hanno spiegato gli esperti- è vista molto positivamente nell’Area Mediterranea, tanto che gli investitori si aspettano, anche, che il nostro Paese sia motore trainante di questo territorio, assumendo un ruolo attivo. E dulcis in fundo, diciamo che i settori che traineranno la crescita nel prossimo futuro, saranno quelli: delle telecomunicazioni e media, destinati a convergere sempre di più; dall’alimentare al manifatturiero; speriamo che questa nuova “economia del Mediterraneo” riesca, in primis, ad offrireuna società più stabile, in particolare, per un corretto e stabile “modus vivendi” dei nostri giovani meridionali.

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