Dalla Rete globale una possibile crescita del nostro Paese

Internet, a 25 anni dalla nascita, è ancora, in piena fase di crescita. Ha collegato, fino ad ora, quasi un terzo dell’umanità, e un consorzio di aziende, tra cui Facebook, Samsung e Qualcomm, promette, ora, che metterà Internet a disposizione, virtualmente, di ognuno dei 4,6miliardi di esseri umani che, ancora, non hanno accesso alla rete. In particolare, nel nostro Paese, si è sbloccato il voucher per la digitalizzazione delle Pmi.(Cfr. www.ilmessaggero.it del 17 luglio 2014). Si tratta di un massimo di 10mila euro, che le Piccole e medie imprese possono, singolarmente, incassare e spendere in hardware, software, o servizi che favoriscano l’innovazione tecnologica; il telelavoro, la modernizzazione dell’organizzazione del lavoro e lo sviluppo di soluzioni di e-commerce. Le misure possono, finalmente, partire, grazie al provvedimento attuativo firmato dal ministro dello Sviluppo economico, Federico Guidi e da quello dell’ Economia, Pier Carlo Padoan. Ancora, a nostro modesto avviso, un ruolo cruciale per riprendere il sentiero della crescita, in Italia,   c’è l’ha, un particolare. meccanismo virtuale, della grande rete globale: l’e-commerce. Esso si inserisce nel quadro dell’economia digitale, il cui sviluppo, secondo i più autorevoli osservatori,(dalla Commissione europea all’Ocse), potrebbe dare un forte contributo alla crescita del Pil(Prodotto interno lordo) e alla creazione di posti di lavoro. L’e-commerce stimola nuovi modelli di business in quanto, consente alle imprese, soprattutto, a quelle piccole e medie, di superare le difficoltà dei confini geografici, di un determinato territorio, aprendo loro le porte di un vasto mercato nazionale ed europeo. A questo punto, va detto pure, senza mezzi termini, che nel nostro Paese, in tema di e-commerce esistono degli ostacoli che devono essere abbattuti rapidamente:c’è una remora da parte dei consumatori italiani,- dove più bassa, rispetto ad altri Paesi europei, è la penetrazione dell’e-commerce- ad affidarsi ad internet per gli acquisti, in quanto c’è incertezza sui propri diritti e, di conseguenza, c’è la paura di essere esposti, senza tutela, ad inganni e comportamenti scorretti. Va detto pure che su questa materia l’Unione europea ha già fatto un passo avanti significativo con la “Direttiva Consumer rights”(diritti del consumatore), recepita dal legislatore italiano, ed entrata in vigore il 14 giugno scorso. Essa attribuisce diritti chiari ai consumatori che stipulano contratti a distanza, tramite internet o per telefono, e dà all’Antitrust(organo di tutela dei consumatori), il potere di irrogare pesanti sanzioni pecuniarie a chi viola tali regole. Ovviamente, questo sistema normativo per funzionare, a largo raggio, nel nostro Paese, ha bisogno che i consumatori siano informati e consapevoli dei loro diritti. In conclusione, noi diciamo: una politica di tutela dei consumatori dell’e-commerce, in particolare, può aiutare le nostre economie, in questa fase di crisi, a ritornare a crescere.

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