Il cybercrimine preoccupa, ma Internet può essere difeso dagli spioni

E’ in continuo aumento la preoccupazione dei navigatori di internet per i crimini informatici; lo rivela un’indagine dell’Eurobarometro, condotta tra maggio e giugno 2013, tra oltre 27mila persone, nei 28 Stati membri europei. In Italia, in particolare, sulla protezione dal cybercrimine, siamo ancora, indietro. Che il furto di dati personali sia pericoloso, gli italiani lo sanno; alla fine però, ci si tutela poco e male. A delineare questo rapporto, sotto certi aspetti, contraddittorio tra gli italiani e la loro sicurezza digitale è uno Studio dell’”Osservatorio Cermes Bocconi – Affinino”, di Milano, su un campione di mille persone fra i 18 e i 75 anni. Nello specifico è stato rilevato che il 67% degli italiani non cambia, di frequente, le proprie password. A questo punto, noi diciamo che non tutto è perduto in quanto, a livello internazionale, Internet può essere difeso dagli spioni. Vediamo come. C’è la “Cyber Coalition” che prepara, ogni anno, diverse esercitazioni ‘sul campo’, atte a preparare, al meglio, gli addetti ai lavori nel campo della difesa informatica. Essa ci salverà dal cybercrimine a livello internazionale e nazionale, visto che comprende i principali Paesi aderenti alla NATO che uniscono competenze e risorse per aggiornare strumenti e metodi contro i principali trend criminali tra cui, quelli informatici. Non a caso, quest’anno, per la “Cyber Coalition” 2013, l’addestramento internazionale si è svolto(anche) presso il Comando C4 Difesa di Roma. Qui lo scorso 25 novembre, sono cominciate le operazioni che hanno dato vita alle attività annuali, incentrate sul consolidamento e miglioramento delle procedure da attuare, durante eventuali attacchi del cybercrimine, in concordanza con le principali procedure della NATO. Ma c’è di più. Gran parte del lavoro è stato svolto su un’apposita rete virtuale gestita, centralmente dalla “Coalition”. In questo modo, si è potuto analizzare, in tempo reale, il livello di difesa globale; il contenimento e la risposta agli attacchi informatici; le possibilità di interazione e scambio di informazioni tra i Paesi partecipanti, soprattutto, durante gli attacchi informatici simulati ad infrastrutture critiche e ai sistemi informatici, in particolare, della Pubblica amministrazione. In conclusione, noi diciamo che grazie alla “Cyber Coalition”, Internet potrà continuare ad essere quello che era alla sua origine: una piattaforma per far comunicare e collaborare le persone; non certo, per farle spiare!

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