Gli impianti di energie rinnovabili, tra usi ed abusi

In primis, dobbiamo dire che gli impianti di energie rinnovabili si differenziano in due denominazioni: a)impianti “solari termici” i quali, producono acqua calda per uso sanitario o per riscaldamento, soprattutto in connessione con impianti ad irraggiamento a pavimento; b)impianti “solari fotovoltaici” producono energia elettrica, possono fare accumulo di energia ed essere allacciati alla rete del gestore, per scambio sul posto o vendita di energia. L’obiettivo del 20% delle energie rinnovabili, entro il 2020, in tutti i 27 Paesi dell’Unione europea ha un potenziale altissimo anche nel settore del solare termico; secondo uno studio condotto dall’Istituto per le tecnologie sostenibili e dall’Università di Tecnologia di Vienna, l’Italia occupa già 15mila lavoratori nel settore del solare termico. Gli impianti da installare, sempre nel nostro Paese, potrebbero creare 450mila nuovi posti di lavoro(Cfr.”Il Sole 24 Ore” del 24/09/2013). Ma c’è di più. Per il Report di Legambiente sono 6.260 i comuni italiani in cui sono stati installati pannelli solari per la produzione di acqua calda nelle strutture sanitarie ; e di questi 4.022 sono piccoli comuni con 5mila abitanti. La novità, rispetto agli anni passati, è costituita dalla presenza in classifica, in termini di diffusione del solare termico, di città del Centro-Sud come: Messina e Salerno. Un altro aspetto importante del solare termico, ovvero, della crescita di questa tecnologia è dato dalla detrazione fiscale del 55% che permette alle famiglie italiane di risparmiare sull’installazione del pannelli termici sui tetti delle proprie abitazioni. A questo punto va detto pure, senza mezzi termini, che accanto alla creazione di piccoli impianti solari termici localizzati sui tetti degli edifici, stanno, ora, iniziando a proliferare le richieste di autorizzazioni alle creazioni di impianti solari fotovoltaici a terra, denominati un po’ eufemisticamente “parchi fotovoltaici; in realtà, si tratta di schiere di pannelli disposti in file parallele con adeguato orientamento, sopraelevati rispetto al piano di campagna. Purtroppo, a nostro modesto avviso, la creazione di grandi impianti solari fotovoltaici su suoli agricoli, non può che determinare un abuso, ovvero, un grave squilibrio nel mercato degli affitti dei terreni agrari dal momento che, già ora, l’affitto di un terreno agrario per impianti fotovoltaici è circa il triplo di quello normale. In conclusione,questo è il nostro invito alle istituzioni locali e nazionali: ora si cambi marcia e si passi alla bonifica dei suoli agricoli sfruttati con l’istallazione,senza regole, degli impianti “solari fotovoltaici”.

 

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