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Crisi del turismo sociale e associato in Italia

Praticamente dimezzato nel 2011 il Turismo Sociale e Associato in Italia. Il volume d’affari, infatti, passa da 1,4 miliardi di euro a 762 milioni mentre il numero delle vacanze da 2,3 milioni scende a 1,3 milioni. E’ quanto emerge da una indagine condotta da Unioncamere ISNART (Istituto Nazionale di Ricerche Turistiche) in collaborazione con l’OITS&A (Osservatorio Italiano del Turismo Sociale e Associato) presentata oggi a Roma presso la sede dell’Enit/Agenzia Nazionale per il Turismo.

Gli strascichi della crisi economica, peraltro non ancora sanata, si ripercuotono dunque anche su questo settore del turismo nazionale che pure evidenziava previsioni di crescita abbastanza consistenti. Ciononostante il settore continua a porsi come una potenziale risorsa per il mercato turistico italiano.

Estremamente negativo il dato dell’offerta turistica. Se, infatti, nel 2011 le imprese ricettive che si erano affidate al circuito del TSA erano state 3.000 (4% del totale) oggi sono scese a 1200 (1,6%) con un calo di 2,4 punti percentuali. Si pensi che le sole imprese censite del circuito dei Buoni Vacanza erano 2500. Sempre sul fronte dell’offerta, tra i canali utilizzati dalle imprese, al 1° posto troviamo le associazioni culturali (48%), in aumento rispetto alla precedente rilevazione, seguite dalle associazioni sportive (28,2%), Cral (27,2%), scuole (20,4%), organizzazioni religiose (19,2%) e parrocchie (16,6%).

Sul fronte della domanda turistica, fra i canali utilizzati dai vacanzieri, al 1° posto troviamo invece le parrocchie (28,6%), seguite da i Cral (23,6%), entrambe in aumento rispettivamente di 12,9 punti percentuali e di 12,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Sostanzialmente stabili le organizzazioni religiose (19,8% con un -0,2 punti percentuali) e i comuni (6% con un +3,6 p.p.), mentre in forte calo sono le scuole (10,4% con un -15 p.p. e le associazioni culturali (7,1% con un -8,8 p.p.), Pienamente giustificato il dato sulle scuole dopo il consistente ridimensionamento dei viaggi-studi attuato dalle scuole lo scorso anno.

La vacanza organizzata tramite il circuito del TSA si svolge principalmente sul territorio nazionale (846 mila vacanze) pari all’1,3% del totale nazionale, a fronte di 462 mila vacanze effettuate all’estero pari al 2,1% del totale. Per quanto concerne le destinazioni nazionali, troviamo ai primi posti il Trentino Alto Adige (21%) e il Veneto (14,6%) seguite dalla Calabria (12,8%), la Lombardia (12,3%) e la Toscana (10,5%). Fra quelle estere al primo posto troviamo la Spagna (23,3%) seguita dalla Francia (11,5%) e dalla Grecia (11%). Tra i bacini di provenienza, invece, al 1° posto c’é la Puglia (14,6%) seguita da Campania (13%), Veneto (12%) e Piemonte (11%).

Il Rapporto delinea anche la “carta d’identità” del turista che si affida a tale rete, Ne emerge che è uomo nel 54,3% e donna nel 45,7%; è giovane, principalmente fra i 35 e i 44 anni (23%) o tra i 15 e i 24 anni (21,4%). Rispetto allo scenario generale le percentuali sono tutte più alte rispetto alla media del turismo. Per i primi, infatti, l’incidenza è pari al 18,9% per i turisti della prima fascia e del 12% per gli under 24. Si rileva anche, ma questo era quasi scontato, una maggiore incidenza di over 65 (13,9%). Del resto è noto come i maggiori fruitori del TSA siano proprio i giovani e gli anziani cui si aggiungono gli appartenenti alle fasce più deboli della popolazione che non vuole dire “povere”. Per quanto concerne il reddito, infatti, il rapporto evidenzia che il turista che si affida a questo circuito ha un reddito mensile familiare compreso fra i 1000 e i 2000 euro nel 38,4% dei casi e tra i 2000 e i 3000 euro nel 12,5%. Questi due dati, nel loro complesso, sono sostanzialmente analoghi a quelli del totale delle vacanze nazionali. Una forte differenza si nota, invece, nella fascia fra i 5000 e i 6000 euro e depone a favore dei fruitori del TSA (12,5%) contro il 2,9% di quello generale, a conferma che la capacità di spesa del turista che si avvale di questo circuito, spesso, è anche superiore rispetto alla media generale.

Sempre riguardo all’identikit di questo turista, si rileva inoltre che non viaggia quasi mai da solo: viaggia, infatti, in coppia nel 28,3% dei casi e con la famiglia, bambini compresi, nel 28,1%. Tra le attività che predilige al 1° posto troviamo le degustazioni di prodotti tipici locali (23,6%), ma in percentuale assai minore rispetto alla media generale che è del 43,5% dei casi, seguite dalle visite a monumenti, musei e mostre la cui percentuale è del 20,2%, anche questa inferiore alla media nazionale (32,9%).

Riguardo, infine, alla sistemazione in alloggio, il 58% sceglie l’albergo, rispetto al 43,2% della media generale, e tra questi il 50% sceglie l’albergo a 3 stelle e il 37,5% a 4 stelle. Circa la durata media della vacanza, il dato è di 7,1 giorni, leggermente inferiore rispetto a quello totale che è di 7,5 giorni.

Il rilevamento è stato effettuato con il sistema CATI e questionario ad hoc composto da 31 domande su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 4000 individui, sul fronte dell’analisi della domanda turistica, a cui si aggiunge la rilevazione agli operatori del ricettivo con 20 mila interviste nel 2012.

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