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La legge di stabilità è gravemente recessiva sul piano generale ed assesta un colpo mortale ai segnali di ripresa del mercato immobiliare. Travolge l’impianto dell’imposizione immobiliare annunciato ad agosto e che avevamo condiviso. Che la Confindustria chieda in audizione la tassazione degli immobili non locati quando ha chiesto ed ottenuto l’esenzione dall’Imu degli immobili invenduti delle imprese, è segno dei tempi oltre che di una palese contraddittorietà. La legge di stabilità lascia infatti intatti i settori privilegiati del sistema delle cooperative, delle società immobiliari del grosso capitale e delle aziende locali dei servizi per raschiare il barile sempre, e solo, nel settore della proprietà diffusa, ormai allo stremo per come il ceto medio è stato colpito e continua ad essere colpito. Fra l’altro, viene anche espressamente mantenuto il tributo provinciale ambientale (che grava sui proprietari di casa per quasi 300 milioni di euro) nonostante l’abolizione delle Province e nonostante ancora che esso sia un doppione dei contributi di bonifica (che fruttano oltre 200 milioni di euro). Occorre che questi madornali errori vengano rimossi. Confidiamo nel Parlamento, a cominciare dal Senato, al quale abbiamo illustrato nostre proposte, anche senza spese, ma che pur darebbero quel segno di fiducia di cui, soprattutto, ha bisogno lo Stato. Occorre che questi madornali errori, imposti dal partito della spesa, specie locale, vengano rimossi.

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“Il Sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha dato alla radio l’annuncio, ripreso dalle agenzie di stampa, che sulla Trise si confronterà ulteriormente con i Comuni. Ma la preoccupazione degli enti locali è solo quella di aumentare le proprie entrate, come se la loro spesa fosse incontenibile e indiscutibile nonostante tutti gli sprechi che si vedono abbondanti nella gran parte dei medi e grossi centri urbani. La via di Baretta di chiedere formalmente il confronto solo agli enti tassatori non è dunque la via giusta. Oltretutto bisogna ricordare sempre che tutti i guai dell’attuale legge di stabilità dipendono dal fatto che la Service Tax esaminata e decisa nel Consiglio dei ministri di fine agosto è stata dalla burocrazia completamente stravolta e trasformata in una pura e semplice Imu-bis, sotto la spinta e con il plauso proprio degli enti locali che non tollerano alcuna forma di federalismo competitivo, che invece sarebbe l’unico modo per ridurre sotto controllo, dopo gli abbondanti tagli fatti alle spese dello Stato, la tuttora incontrollata spesa locale”.

A due settimane dal click day, le domande presentate dalle aziende per ottenere i benefici previsti per l’assunzione dei giovani under 30 sono quasi 11mila.
È quanto emerge dalla rilevazione delle 15 di oggi, a due settimane dall’attivazione della procedura telematica che consente di inoltrare le domande di bonus all’Inps.
La proporzione fra nuove assunzioni e trasformazioni di rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato è analoga a quella registrata nelle rilevazioni fin qui effettuate: l’81,4%  delle domande riguarda nuove assunzioni  e il 19,6% si riferisce invece a trasformazioni.
Delle richieste presentate, il 59,3% è già stato confermato; di questo, il 68,6% riguarda rapporti di lavoro già esistenti, mentre il 31,4% rapporti di lavoro che si costituiranno nel prossimo futuro.
L’importo impegnato fino ad oggi ammonta ad oltre 120milioni di euro, pari al 15,1% del totale stanziato (794 milioni di euro). 
L’incentivo, introdotto dall’articolo 1 del decreto legge 28 giugno 2013, n. 76, convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2013, n. 99, è riconosciuto alle aziende che assumono giovani fra i 18 e i 29 anni privi di impiego da almeno sei mesi o senza un diploma di scuola media superiore o professionale, oppure che trasformino un rapporto di lavoro già esistente da tempo determinato in un rapporto a tempo indeterminato.
Il beneficio, che è pari ad un terzo della retribuzione (fino a un massimo di 650 euro al mese) per una durata massima di 18 mesi (12 mesi nel caso di trasformazioni di contratti a termine in rapporti a tempo indeterminato), può essere richiesto esclusivamente dalle aziende.
Le domande devono essere presentate all’Inps per via telematica.
Il modulo (76-2013) è disponibile sul sito internet www.inps.it all’interno dell’applicazione “DiResCo - Dichiarazioni di Responsabilità del Contribuente”, raggiungibile seguendo il percorso: Servizi on line > Per tipologia di utente > Aziende, consulenti e professionisti > Servizi per le aziende e consulenti (autenticazione con codice fiscale e pin) > “Dichiarazioni di responsabilità del contribuente”.
Per le questioni, che dovessero insorgere, di carattere giuridico-amministrativo o tecnico-informatico è possibile inviare una richiesta o segnalazione all’indirizzo di posta elettronica dedicato Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; per le eventuali problematiche connesse a specifiche posizioni contributive  si può contattare la Sede Inps competente, avvalendosi della funzionalità contatti del Cassetto previdenziale aziende.

In Italia, l’81% dei ragazzi naviga da casa ogni giorno(a prescindere dal mezzo utilizzato); in particolare, sempre nel nostro Paese, il 15% dei bambini di età compresa tra i 9 e 10 anni ha un profilo su un social network, percentuale che sale al 52% dei ragazzi di 11-12 anni(Cfr.il primo Report”Mobile internet access and use among European children”). A questo punto va detto senza mezzi termini, che il rischio del disagio da una dipendenza da web e social network, soprattutto, per i nostri ragazzi, è un dato che emerge quando è diventato, già, più che patologico. Peraltro, va detto anche, che il computer ha una molteplicità di usi assolutamente sani. Purtroppo, la patologia della dipendenza da web, interviene ad un livello sotterraneo, difficile da controllare. Va detto pure, che lo studio delle dipendenze da internet è molto recente; il Dsm5, il manuale diagnostico e statistico del disturbi mentali è stato diffuso, in America, solo nel maggio scorso, in Italia, invece arriverà il prossimo anno. Sono mancati, nel nostro Paese, proprio, gli strumenti di diagnosi e, in particolare al Sud, non c’è una diffusione adeguata del problema, in questione. A nostro modesto avviso, una iniziativa promozionale, di tutto rispetto, la sta prendendo il Quirinale, mettendo in guardia i giovani italiani dai rischi della Rete e dalle trappole messe in atto dai propagandisti di odio, di violenze e dai truffatori che popolano il Web. Il Presidente Giorgio Napoletano, in un messaggio rivolto ai giovani ed ai giovanissimi, - in occasione dell’avvio di una iniziativa Telecom su minori e Internet denominata”Anche io ho qualcosa da dire”-, riconosce che Internet “ha cambiato ritmi e abitudini della nostra società, accorciato distanze e sveltito la circolazione delle informazioni, ma dei suoi vantaggi e della sua rapidità e ramificazione possono avvalersi anche truffatori, venditori di falsi miti, propagandisti senza regole e soggetti arroganti intenti ad infierire sui più deboli o, sulle persone più influenzabili”. E dulcis in fundo, noi diciamo: ben venga l’iniziativa di Telecom per un corretto uso di internet da parte dei nostri ragazzi, visto che dal mondo della scuola e del lavoro bisogna puntare sull’innovazione, utilizzando anche la Rete, per un futuro di crescita dell’Italia.

 

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“Ha vinto il partito della spesa pubblica locale, cioè della spesa pubblica nella quale si annidano le maggiori sacche di spreco. Sono infatti stati cancellati i consistenti tagli di spesa preannunciati ma, soprattutto, gli enti locali hanno evitato che partisse anche in Italia un vero federalismo competitivo fra enti impositori, che è quanto Regioni e grossi Comuni in specie temevano più di ogni altra cosa perché avrebbe rivoluzionato il loro modo di operare. E’ il risultato dello stravolgimento della service tax delineata ad agosto e trasformata ora in un’elementare patrimonialina pura e semplice, senza alcun collegamento coi servizi, così da evitare ogni innovazione. Non vivremo, dunque, nessuna stagione di speranza per il miglioramento della qualità dei servizi e la diminuzione dei costi, andremo avanti col federalismo all’italiana, quello aggiuntivo cioè, che aggiunge nuove tasse locali e basta. Lo stravolgimento in questione estende inoltre l’applicazione ad ulteriore titolo e a nuovi contribuenti delle rendite Monti e cioè di una tassazione sulla casa spropositata, che molti proprietari non saranno in grado di pagare, avendo già da tempo dato fondo ai risparmi. Un pessimo segnale al mercato immobiliare ed agli investitori in edilizia, che bloccherà ogni segnale di ripresa.”.

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