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Anna Montella: il mio coccodrillo lo scrivo da me

Operatrice culturale e della comunicazione, giornalista pubblicista esperta in marketing no profit e comunicazione sociale, Anna Montella è un’apprezzata scrittrice con all’attivo già diverse pubblicazioni editoriali e una naturale propensione per la scrittura in prosa, pur essendo affascinata  anche dalla poesia, dai testi teatrali e da tutto ciò possa far parte dell’infinito universo delle parole.
Ideatrice/curatrice del Caffè Letterario La Luna e il Drago, progetto culturale per la promozione del territorio e del Genius Loci nei cui ambiti organizza premi letterari ed eventi culturali con una progettualità di ampio respiro, è anche membro di Giuria e consulente tecnico in  più concorsi letterari di prestigio organizzati da altri organismi. 
Dall’ottobre 2017 è membro de La Camerata dei Poeti di Firenze, Sodalizio Culturale fondato nel 1930, con il ruolo di Responsabile della Segreteria, grafica e tecnologie applicate alla rete. Impegnata nel sociale da sempre, opera in ambiti associativi e del volontariato con una particolare attenzione al recupero della memoria storica.
Nell’ ottobre 2012 il Cenacolo Letterario Internazionale AltreVoci le conferisce il riconoscimento di “Operatore Culturale 2012”, mentre nell'ottobre 2014, dal Lions Club di Rho, riceve in dono il "Leone", simbolo Lions nel mondo, per la sua vicinanza ai valori lionistici. Nel 2016 le viene conferito il Premio Speciale Thesaurus quale "responsabile informatica, autrice e operatore culturale" e nel 2018 riceve il riconoscimento di Eccellenza del Territorio in ambiti culturali nella II  edizione del Premio Grottaglie Città delle Ceramiche intitolato al ceramista Nicola Fasano.
Per rimanere nell’ambito letterario, ad oggi ha curato anche le 15 antologie realizzate per il Caffè Letterario La Luna e il Drago, le antologie realizzate per il Lions Club Rho Host relative alle diverse edizioni del Premio letterario “Energia per la Vita” e quella per la Pro Loco Limbiate negli ambiti del Premio letterario “La girandola delle parole”, la pubblicazione del progetto culturale "Voci Mediterranee" promosso dal Caffè Letterario La Luna e il Drago e curato dalla stessa Anna Montella. Un progetto, articolato nell'arco di un biennio in più tappe itineranti, che ha dato vita successivamente al Premio Voci Mediterranee, un riconoscimento che viene assegnato con cadenza pluriennale ad "una voce mediterranea" che ha portato il Sud, con il suo fermento artistico/culturale, all'attenzione del mondo.
Sempre negli ambiti delle attività culturali del Caffè Letterario La Luna e il Drago, ha dato vita in tempi recenti al progetto “I grandi Autori del ‘900 raccontati dal Caffè in tre minuti”.
Si potrebbero aggiungere ancora molte notizie circa i suoi interessanti  trascorsi professionali  e le tante attività che attualmente  svolge con sincera passione, entusiasmo e professionalità; ma le sue risposte forniranno agevolmente le altre informazioni che la riguardano o alle curiosità, piccole ma significative tessere di un mosaico, che vanno a svelare alcune fra le molteplici sfaccettature della nostra ospite, che mi ha riferito di essere pigra; allora figuriamoci in cos’altro potrebbe sorprenderci se non lo fosse?! 

L’amore nei riguardi delle arti letterarie è palpabile attraverso le sue diverse pubblicazioni editoriali, dalle quali emerge una spiccata  propensione verso la prosa. Vorrebbe parlarmene?
Prima di cominciare a scrivere sono stata una lettrice appassionata  ed instancabile e lo sono tuttora. Preferisco occuparmi soprattutto di  narrativa anche se, qualche volta, mi diletto con la poesia,  ma resto un’autrice di narrativa. A tutt’oggi,  ho pubblicato il libro documento Noi, Le ragazze del convento dei Cappuccini, un excursus mediante il paesaggio strutturale, geografico e umano del Convento dei Cappuccini in Terra delle Grottaglie; Pausa Caffè, un libretto di drabble (racconti autoconclusivi in 100 parole) ed aforismi; due romanzi: La stagione di mezzo e Doppelgänger: l’anima allo specchio; una rivisitazione del mito di Ulisse in chiave umoristica: A me (Mi) sta antipatico Ulisse; un libro di racconti: E guardo il mondo da un oblò; due “quaderni” di saggistica per la serie Il fascino del meraviglioso; una silloge: Profumo di mandorle amare; alcune altre pubblicazioni minori e, nel tempo, svariati articoli per diverse testate.

E adesso viene dato alle stampe il nuovo libro dal titolo particolare: “Il mio coccodrillo lo scrivo da me” con una copertina evocativa che fa pensare ai  quaderni della scuola di una volta. Vogliamo dare qualche anticipazione?
Beh ho pensato che 60 anni potesse essere maturo il tempo per tirare un pò le somme e raccontarsi. Certamente, c’è ancora tanta strada da fare (me lo auguro) ma due terzi del cammino sono trascorsi e quindi c’è abbastanza materiale per confezionare quel famoso coccodrillo che, nel gergo giornalistico, come lei saprà meglio di me, è quel pezzo che viene preparato in anticipo per essere tempestivi in caso di dipartita di un personaggio famoso. Ritengo di non potermi annoverare tra i personaggi famosi, ma potrei esserlo in futuro. Chi lo sa.
A parte gli scherzi, mi è sembrato fosse giunto il tempo per raccontarmi (anche perché se si diventa troppo vecchi poi i ricordi diventano meno vividi, quando non scompaiono del tutto) e, al contempo, raccontare uno spaccato della mia generazione.

Il percorso del libro è rigorosamente autobiografico, oppure c’è anche spazio per la fantasia? 
Sicuramente l’impronta è autobiografica ma, come le dicevo, raccontarsi significa anche raccontare un tempo, una generazione che tanti altri hanno vissuto e in cui possono riconoscersi. Quindi, diciamo che nel raccontare il mio microscenario racconto  anche una parte di quel macroscenario in cui le mie vicende e quelle della mia famiglia vanno ad incastonarsi. Comunque si, c’è anche molta fantasia nel libro: racconti, poesie, rilfessioni, canzoni. E a proposito di canzoni uno dei leit motiv della seconda parte del libro è il Festival di Sanremo che potrà piacere o meno ma, in ogni caso, rappresenta un fenomeno di costume che accompagna l’Italia da una generazione all’altra ormai da quasi un secolo, fin dal 1950.

Quindi un excursus limitato in un arco temporale che va dagli anni ‘50 in poi?
Non proprio, diciamo che l’excursus va a comprendere tutto il ‘900 poiché se è vero che sono nata nel 1958, è pur vero che non sono nata sotto un cavolo e dunque alle mie spalle risiede un retroterra culturale e familiare che affonda le sue radici in tempi ben più remoti quindi, in corso d'opera, ho dato uno sguardo ai tempi di mia madre, dei miei nonni e dei miei bisnonni andando a sfiorare le vicende di fine ‘800 e della Grande Guerra e i tempi della Seconda Guerra mondiale. Per esempio, partendo da un’unica vecchia foto della mia nonna materna, di cui non conoscevo assolutamente nulla, attraverso delle ricerche storiche sono risalita a quel tempo in cui  “si stava come d’autunno sugli alberi le foglie” di ungarettiana memoria. Penso, a questo punto, che se si volesse dare una identità al libro, lo si potrebbe classificare tra quelli di taglio storico, oltre che biografico. Non a caso la prefazione è stata curata da Giuseppe Stea, che ringrazio, e che oltre ad essere uno scrittore è anche uno storico.

In copertina vedo l'immagine di una bella bambina sorridente con le treccine. Chi è?
Sono io a sette anni. Siamo nel 1965 in estate, lo si vede dall’abbigliamento, e probabilmente per il mio onomastico, che cade il 26 di luglio, mi avevano regalato quella borsettina che si intravede nella foto. Era di plastica in bianco e nero e mi faceva sentire come una piccola Greta Garbo anche se all’epoca non sapevo neppure che esistesse Greta Garbo. Quella foto mi trasmette la sensazione di felicità di quel giorno, una domenica come tante al rientro dalla Messa “quando la domenica era ancora domenica”.  Una felicità fatta di niente, una piccola borsetta di plastica: la felicità delle piccole cose.

Dopo aver sfiorato con questa nuova opera  l'universo della scrittrice Anna Montella, diamo un'occhiata anche alla operatrice e promotrice culturale.
Il progetto di video/didattica “I Grandi  Autori del ‘900 (in short videodi 3’ minuti ciascuno)” raccontati dal Caffè Letterario La Luna e il Drago”, che lei ha ideato e che cura in maniera mirabile,  a chi è rivolto e di cosa si tratta nello specifico?
Il progetto, indirizzato in primis alle scuole, matura  in una logica di micro-learnig basato sulla creazione di piccole unità di conoscenza per migliorare la comprensione dei macro scenari cercando, altresì, di stimolare l’interesse di coloro i quali, ormai fuori dai percorsi scolastici, non si avvicinano all’argomento non già per mancanza di interesse, ma per una oggettiva mancanza di tempo. Un’operazione non facile, pur nella sua apparente semplicità, perché condensare vite così straordinarie in tre minuti richiede uno sforzo assai maggiore rispetto ad un documentario di ampio respiro e durata.

Tra le sue attività  c’è anche quella di webmaster e di videomaker. Cosa rappresenta per lei il world wide web?
Un intero mondo, un pianeta da esplorare. Io sono innamorata del mezzo informatico e di quello che può offrire.  I ragazzi di oggi nascono con il computer tra le mani, io ci sono arrivata in età già adulta ed è stato amore a prima vista. Uno di quegli amori travolgenti che durano una vita intera. Lavorando al computer il tempo vola, avrei bisogno di giornate di 36 ore e, poiché le ore in una giornata sono solo 24, qualcuna la rubo alla notte.

Il pragmatismo e l’idealismo e, per dilatazione semantica l’utopia, possono contemperarsi e  camminare in parallelo, oppure l’uno esclude l’altro?
Si può essere idealisti restando pratici e coltivando una personale visione di utopia? Certamente si.  Io stessa mi ritengo una idealista (forse una delle poche ex-sessantottine rimaste in circolazione senza neppure averlo vissuto il ’68, considerato che all’epoca avevo solo dieci anni), sono sicuramente pragmatica e con i piedi per terra, nonostante sia nata sotto il segno dei pesci che, nell’immaginario collettivo, viene visto come il segno zodiacale di coloro che vivono sulle nuvole senza toccare terra e l’utopia… è come l’orizzonte, giusto? Non lo raggiungi mai, ma serve per continuare a camminare.  Ed io son qui… che cammino… 

Vorrebbe anticiparmi, se crede, qualche suo progetto per il futuro?
Non faccio mai progetti a lunga scadenza. Il passato non esiste più e il futuro è nel grembo degli dei. Per dirla parafrasando la grande Alda Merini "non esiste altro momento che questo meraviglioso istante". Ma, certamente continuerò a scrivere articoli, a pubblicare libri, ad occuparmi di volontariato, di marketing e comunicazione, ad organizzare e promuovere eventi, a scrivere recensioni, a far parte di giurie, a prestare la mia consulenza tecnica ai premi letterari di organismi altri, ad organizzare i premi letterari per il “Caffè Letterario la Luna e il Drago” curando le antologie legate a questi premi, a realizzare siti web e video etc.  

Se dovessi trovare degli aggettivi che possano delineare la sua personalità, direi sicuramente: poliedrica, raziocinante, curiosa, profonda. Riesce a riconoscersi?
Tutto sommato si. Manca, però, l’aggettivo “pigra”. Una pigrizia che tra me e me  definisco “criminale” (un crimine contro me stessa) e che va a sconfinare nell’accidia, uno dei sette vizi capitali. Spesso mi chiedo - ma pigramente, senza stress -  su quale olimpo sarei riuscita a salire se solo non fossi stata così… pigra. Ps. Alla luce di questa ultima affermazione temo che, alla lista, vada aggiunto un altro aggettivo ancora: egocentrica. Ma, del resto, egocentrici  non lo siamo un pò tutti noi che ci muoviamo su questo palcoscenico fatto di parole?

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