L’Adriatico i Turchi e la terra di Puglia

La Casa Editrice Congedo ha dato alle stampe l’ultimo lavoro di Nino Lavermicocca,col contributo di Marino Capotorti e Nicola Cortone, , La Puglia, l'Adriatico, i Turchi. (Dai Selgiukidi agli Ottomani, 1071-1571), pagine 144, € 15,00 - ISBN: 9788883491801

Il filo conduttore del saggio è l’Adriatico, inteso come un corridoio tra l’Occidente e l’Oriente, tra scontri e incontri, commerci e piraterie, tempeste e guerre navali, viaggi e diaspore e della “ fortunata terra di Puglia: dove terra fortunata significa terra esposta alle diverse vicende della fortuna a causa della sua posizione geografica e delle contese che su di essa si erano svolte per secoli.

Quella terra fortunata era stata abitata da popolazioni preromane e preelleniche (Dauni, Peuceti, Messapi); sottomessa dai Greci e poi conquistata dai Romani, vi passarono diverse popolazioni ed eserciti: Goti, Bizantini, Longobardi, Saraceni, poi di nuovo Bizantini, Normanni, Svevi, Angioini e Catalani, Francesi e Spagnoli, Austriaci e Tedeschi, Turchi, Ungheresi e Russi.

Ciascuna di queste popolazioni, di provenienza sia orientale che occidentale, portò in Puglia il proprio patrimonio storico e culturale, le proprie consuetudini di vita, la propria lingua e le proprie convinzioni religiose.

Parimenti i turchi dal 1071 al 1571 guardarono alla Puglia come alla frontiera dell’occidente che, pur nella sua disgregazione politica e debolezza militare, seppe comunque opporre un argine, paradossalmente proprio con la caduta di Otranto, l’11 agosto 1480.

Soprattutto la Puglia è considerata dagli autori “ porta dell’Adriatico, e in grado di cogliere oggi tutte le potenzialità insite in questa riscoperta, riannodando rapporti storici, economici, culturali, piu che mai attuali. In questo quadro un ruolo privilegiato hanno le connessioni fra le città rivierasche pugliesi, da Vieste a Otranto, con le “consorelle” dell’opposta sponda, attive e proficue per tutta l’antichità e l’età medievale fino alle soglie del mondo contemporaneo. Prova dunque la regione a ricostruire i fondamenti di questo

millenario rapporto, andando indietro nel tempo, ma pronta ad ogni sviluppo futuro, puntando su città come Trani, Bari, Brindisi, Otranto, che “aprono” alle culture adriatiche mediterranee (ebraica, musulmana, ortodossa) con iniziative e proposte che concernono in particolare la Serbia, la Croazia, il Montenegro, l’Albania, la Grecia, la Turchia, in un fermento di attivita e confronti, analogo a quello di altre città dello

stesso mare, quali Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste”.

 

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