John F. Kennedy, il mito disincantato di Alan Posener

Ancora oggi la figura di John F. Kennedy viene associata a quella di un grande uomo di stato, o almeno a quella di qualcuno che avrebbe potuto esserlo, se non fosse stato ucciso. Tutti i temi e le vicende legate in qualche modo al Presidente sono stati trattati esaurientemente. Sulla sua vita o sulla carriera, così come sul suo assassinio a Dallas, il 22 novembre del 1963, c’è davvero poco o nulla da aggiungere. Tuttavia, di anno in anno, appaiono sempre nuove biografie o trattati specifici con dettagli sulla sua carica pubblica o sulla ricostruzione del suo attentato. Gli ultimi, in particolare, riprendono sempre le stesse congetture e illazioni: il suo assassino Lee Harvey Oswald non può aver agito da solo, presumibilmente era coinvolta anche la CIA, la mafia o Fidel Castro, forse ognuno ha agito per conto proprio o magari è stata una cospirazione comune; Lyndon B. Johnson, poiché successore, rientra perfettamente nel cerchio dei possibili complici, così come l’FBI e il KGB.

I ‘forse’ e i ‘magari’ tanto quanto i ‘se’ e i ‘ma’ fanno da contorno ad una storia piena di congiuntivi perpetui raccontata e ricostruita con miriadi di ipotesi differenti. La sua vita bruscamente interrotta rientra perfettamente tra gli eventi storici che in qualche modo affascinano il mondo; un mondo che spesso cerca di dare una spiegazione a vicende irrisolte, decorandole con fantasie e racconti.

Totalmente differente è, invece, l’approccio di Alan Posener, giornalista anglo-tedesco, che nella sua biografia sul Presidente non si lascia né accecare dal fenomeno J.F. Kennedy, né tantomeno lo smantella. Anche se la biografia di Posener non aggiunge nulla di nuovo alle informazioni già conosciute sulla vita del Presidente, risalta tra le altre per il suo racconto disilluso. ll giornalista anglo-tedesco presenta l’immagine del leggendario Presidente degli Stati Uniti d’America come quella di un uomo pieno di controsensi e racconta i momenti più salienti della sua vita, senza lasciarsi condizionare dagli enigmi, dalle coincidenze, dalle mille ipotesi e dal mistero che si è creato attorno alla sua figura. Posener trova il giusto equilibrio, riuscendo a fornire una visione più reale, finalmente non contornata da miti e leggende, raggiungendo un obiettivo che molti altri critici hanno mancato: sgretolare il mito Kennedy conservando il rispetto per la persona e per il Presidente. Con le sue 200 pagine di biografia, lo scritto di Posener è un ritratto brillante, che racconta la storia di un uomo, di un Presidente, alla luce di una nuova prospettiva disincantata.

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