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Siamo in guerra. È il Jihad, la guerra santa islamica, scatenata dal terrorismo islamico dei tagliagole, che ci sottomettono con la paura di essere decapitati, e dei taglialingue, che ci conquistano imponendoci la legittimazione dell’islam.

È fondamentale riconoscere che la radice del male è l’islam. Che c’è un solo islam che legittima l’odio, la violenza e la morte contro i “miscredenti”, ovvero tutti i non musulmani. Che i terroristi islamici che sgozzano, decapitano e massacrano sono quelli che più fedelmente ottemperano a quanto Allah ha prescritto nel Corano e quanto ha detto e ha fatto Maometto. Che i sedicenti musulmani “moderati” sono quelli che, all’insegna della “taqiya”, la dissimulazione, perseguono l’obiettivo di sottometterci costruendo delle roccaforti islamiche dentro casa nostra, attraverso il riconoscimento dell’islam come religione di pari valore del cristianesimo, la diffusione delle moschee, il condizionamento della finanza islamica, l’islamizzazione demografica, l’invasione di clandestini musulmani, la codificazione del reato di islamofobia, il lavaggio di cervello anche tramite Internet, la strumentalizzazione della democrazia per imporre la sharia.

Se non combattiamo il terrorismo islamico dentro e fuori di casa nostra, l’Europa farà la stessa fine delle altre due sponde del Mediterraneo, che erano cristiane al 98% e sono state sottomesse all’islam. Per vincere dobbiamo fortificarci dentro, riscoprendo il sano amor proprio, l’orgoglio di chi siamo, il dovere di salvaguardare l’unica civiltà che esalta la vita, la dignità e la libertà.


Da oggi, “Islam. Siamo in guerra” è disponibile in versione ebook in tutti i digital stores

Il 2 novembre 1975, all’Idroscalo di Ostia, si consuma il «massacro tribale» di uno dei maggiori intellettuali del ventesimo secolo: Pier Paolo Pasolini. L’inchiesta di Simona Zecchi Pasolini Massacro di un Poeta (Ponte alle Grazie editore) appena uscito in libreria riparte da alcune settimane precedenti quel massacro e attraversando proprio quella sciagurata notte, con l’ausilio di prove fotografiche mai emerse sinora, di evidenza schiacciante, documenti inediti, interviste e testimonianze esclusive, fa tabula rasa dei moventi ufficiali e le piste finora accreditati – dall’«omicidio a sfondo sessuale» al «misterioso» Appunto 21 di Petrolio.

Lo «schema perfetto» che condusse il poeta friulano fra le braccia dei suoi carnefici è sempre stato in realtà sotto gli occhi degli inquirenti e, in parte, dell’opinione pubblica: un oscuro attentato a pochi passi dall’abitazione di Pasolini la cui funzione viene finalmente svelata, un furto di bobine come espediente dai tratti inediti, la presenza di più macchine all’Idroscalo e la prova del doppio sormontamento del corpo ormai agonizzante, i testimoni che nessuno ha mai voluto veramente ascoltare, la matrice fascista dell’agguato, la direzione dell’intelligence nostrana, il ruolo depistante dell’enigmatico Giuseppe Pelosi, i tentativi di alcuni giornali, sempre ben informati, troppo informati, di trasformare Pasolini in imputato nello stesso processo che avrebbe dovuto stabilire l’identità dei suoi assassini. ...

Simona Zecchi racconta di questo e di molto altro, con un unico fine: dire e trovare la verità, niente altro che la verità  e il suo libro "Pasolini, massacro di un poeta" racconta solo questo

Pasolini ha catalizzato nel nostro Paese tanto amore quanto odio, tanto rispetto quanto disprezzo, come mai nessun’altro scrittore, regista, poeta ha avuto modo di sperimentare nella nostra storia recente. In parte il libro ci permette di indagare motivi e risvolti di tale fenomeno culturale, tendendo ‘in vita’ non solo l’opera del poeta, ma la sua stessa figura di uomo e cittadino, cercando di comprenderli entrambi: “La morte non è nel non potere più comunicare, ma nel non potere più essere compresi” scriveva il poeta in “Poesia in forma di rosa” (1961-1964).

Come ha scritto Alberto Moravia sulle pagine dell’Espresso qualche giorno dopo la morte dell’artista: “La sua fine è stata al tempo stesso simile alla sua opera e dissimile da lui. Simile perché egli ne aveva già descritto, nei suoi romanzi e nei suoi film, le modalità squallide e atroci, dissimile perché egli non era uno dei suoi personaggi bensì una figura centrale della nostra cultura, un poeta che aveva segnato un’epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile”.

Simona Zecchi, giornalista, vive a Roma. Per la rivista I quaderni de L’Ora ha curato con la collega Martina Di Matteo un’inchiesta sulla morte di Pasolini, tema cui ha dedicato molti anni di ricerca. Ha collaborato con il manifesto e scrive sulla versione online del Fatto Quotidiano, il sito di informazione e approfondimento Gli Stati Generali e il quotidiano statunitense La Voce di New York, occupandosi di cronaca giudiziaria e attualità. È fra i fondatori del sito indipendente d’inchiesta Lettera 35. Questo è il suo primo libro che ieri e stato presenta alla stampa estera e con il Corriere del Sud presente....

 

 

Una visione diversa di Roma per scoprirne angoli meno conosciuti ma pur sempre unici. Incisioni, oli disegni e acquarelli che ricordano sensazioni antiche, mai perdute, nelle memorie di un periodo lontano. Eredità romane che tramandano tracce di passaggi di tempo. Tra le opere l’immagine della copertina del libro.

Il libro “Viaggio letterario a Roma”è una passeggiata soave tra le vie e i luoghi magici di Roma, in un percorso che tocca alcune delle testimonianze letterarie e cinematografiche legate alla città eterna, alcuni dei suoi locali di incontro e di attrazione culturale. Un itinerario per ripercorrere i passi di Federico Fellini a Cinecittà e quelli di Pier Paolo Pasolini nel paesaggio urbano delle borgate e del Pigneto; per visitare le case della scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann osservandola durante la sua stesura del famosissimo Malina e quella di John Keats durante i mesi romani della povertà e della malattia. Uno spunto per camminare con la fantasia lungo gli ottantacinque chilometri di scaffali dell’Archivio Segreto del Vaticano, girare in Vespa o in Bici alla ricerca degli scorci che hanno reso indimenticabili tanti film noti al mondo intero e affacciarsi chiudendo gli occhi dalle terrazze romane tanto care a Sorrentino. Una guida per gironzolare dal quartiere Coppedè alla Piazza di Spagna, dalla Fratellanza di Santa Maria dell’Anima al monastero di Santa Cecilia, passando per i ritrovi del Caffè Sant’Eustachio e del Chioschetto di Ponte Milvio e toccando il MAXXI e il tempio dello slow-food vicino alla Piramide, Eataly. Un tributo a Roma, insomma, da parte di una straniera che ama il Belpaese e che si rivolge sia ai turisti colti e sofisticati che visitano la Capitale, sia ai tanti romani che molto hanno ancora da scoprire della propria città. Perché Roma non la si conosce mai fino in fondo.

 

Venerdì 30 ottobre, alle ore 19, presso la Libreria L’Argonauta, Roma, si terrà l’evento “Viaggio letterario a Roma”: cocktail -vernissage delle opere di Martina Donati e Giulio Xie e conversazione con Christina Höfferer autrice del libro “Viaggio letterario a Roma. Dalla dolce vita alla grande bellezza” (Albeggi Edizioni). Un viaggio nella città eterna tra arte, letteratura degustando del buon vino

Il volume è stato pubblicato per la prima volta in Austria col titolo "Lesereise Rom. Vom süßen Leben und der großen Schönheit" dall’editore Picus Verlag. L’immagine di copertina è di Martina Donati.

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Ho incontrato per la prima volta la poetessa e scrittrice Fulvia Marconi circa un anno fa, durante un cenacolo letterario organizzato dalla prestigiosa “Accademia V. Alfieri” di Dalmazio Masini a Firenze, patria del “dolce stil novo”. Conversando con lei, ho avuto immediatamente la percezione del suo intenso coinvolgimento emotivo e spirituale verso le arti letterarie.

Ho avuto conferma di ciò proprio da Fulvia, artista a tutto tondo, gentile, sensibile, colta ed esigente, in particolare quando si parla di poesia e prosa. Sin da bambina, rivela una naturale attitudine nell’esprimere ogni sua emozione attraverso la scrittura, tanto che, appena adolescente, è già iscritta presso la SIAE in qualità di “Autore di parte letteraria”.

Questo suo sconfinato amore per la letteratura nel tempo verrà espresso, in modo icastico e soave, anche attraverso l’accezione poetica; gli eccellenti premi e i numerosi riconoscimenti ottenuti nell’ambito di concorsi letterari su scala nazionale le daranno conferma del suo talento ed oggi il suo nome è ben noto nell’universo poetico, dove è stimata ed apprezzata da tutti.

In quest’ultimo decennio ha pubblicato una raccolta di poesia ed alcuni libri, riscuotendo un notevole successo.

Nel 2010 l’Associazione Culturale Internazionale “Universum-Switzerland” le conferisce la nomina di Presidente Regionale responsabile per la Regione Marche. Sempre nello stesso anno ha ideato il Premio Letterario “Laudato sie, mi’ Signore”, del quale è Presidente e che, in collaborazione con l’OFS (Ordine Francescano Secolare) e la Biblioteca Storica Francescana e Picena, da allora ogni anno organizza nella città di Falconara Marittima.

Lo scorso 11 0ttobre, in un’atmosfera avvolta di spiritualità, presso il Convento dei Francescani della cittadina marchigiana si è svolta la Cerimonia di Premiazione della VI edizione di questo Premio Letterario, diventato ormai un tradizionale appuntamento con la cultura largamente condiviso, vista la partecipazione di poeti provenienti da ogni parte d’Italia e non solo.

 

Dal 2009 partecipa a Premi Letterari in qualità di membro delle Commissioni esaminatrici. Nell’aprile 2014 ha pubblicato il suo 4° libro “Amore che d’amor si nutre e sazia” (Edizioni Di Felice).

Nell’aprile 2014 ha pubblicato il suo ultimo libro “Amore che d’amor si nutre e sazia”(Edizioni Di Felice), un titolo straordinario, la sintesi di un concetto infinito. L’amore è quindi la poesia delle emozioni, di cui nutrirsi per trovare appagamento?

L’amore è un sentimento avido di meraviglie, un impulso imprevedibile, che condiziona il pensiero di ogni essere umano e quindi anche il mio essere donna non è immune dalla prepotenza di questa percezione, che segretamente si insinua, fin nell’inconscio.

L’enigma al quale nessun uomo è mai riuscito a dare spiegazione è proprio questo sentimento che sorprende e confonde, che ci perde e ci ritrova sempre più deboli e indifesi nei confronti del suo allettamento. Infatti, è proprio l’amore che detta le sue leggi e il poeta non fa altro che trascriverle, traducendo la passione o lo sconforto, in versi più o meno accattivanti.

Il dolore e il piacere si occultano tra le parole e rimbalzano tra le righe, esaltando il sentire di chi scrive, come una sorte di magica rivelazione di un immaginifico sentire.

Toni e stili molto diversi tra loro convergono, comunque, nella totale interezza dello slancio affettivo.

Anch’io, pertanto, mi reputo succuba di questa emozione che imprigiona la mente e i sensi, amplificandosi con l’aiuto della fantasia e della speranza.

Il sommo Poeta Dante Alighieri a proposito dell’amore, affermava: “L’amore…non è altro che unimento spirituale del’anima e de la cosa amata”. Quale posto occupa la spiritualità nella sua espressione poetica?

Ognuno di noi vive la propria storia d’amore con energia o rassegnazione e proprio questa energia, che illude o rasserena, ha il fulcro incuneato nell’anima.

Dice il Poeta: ‘’Morire, dormire, forse sognare’’, ed è proprio il sogno che ci spinge a vivere l’amore all’unisono con la nostra anima che, molto flebilmente suggerisce, facendo evolvere o involvere la stabilità dei sentimenti.

L’amore spirituale è quello che resiste anche senza essere ricambiato, poiché esso non accetta né condizionamenti né regole.

A mio vedere, non è possibile isolare il cuore dalla mente o dall’anima, per cui affinché sia totale il dominio sull’uomo, ogni cellula del corpo deve essere completamente assorbita dalla interezza del sentimento.

Preziose gemme sono gli stupori dettati da turbamenti, più o meno inquieti, che spesso recano insicurezza e forse anche annullamento della volontà, ma nell’architettura del nostro essere, l’amore, come già detto si dilata, invadendo ogni fibra dell’essere umano.

Noi apparteniamo ad una generazione in cui la didattica poggiava le basi su regole e principi molto rigidi e la loro osservanza ha in qualche modo determinato ciò che siamo oggi. Qual è il suo ricordo delle insegnanti di materie letterarie?

Essendo piuttosto portata per le materie letterarie, non posso avere che ottimi ricordi circa le mie insegnanti.

Ho memoria della mia maestra delle elementari che mi incitava a scrivere, soprattutto nel periodo natalizio, delle poesiole che poi, regolarmente, mi faceva leggere per omaggiare le visite del direttore didattico.

Il gusto della parola, già da bambina, era vivo in me e già allora i miei scritti anelavano all’amicizia, alla speranza e alla risoluzione del male, cosa che, purtroppo, la maturità ha trasformato in amara delusione. Ma il tempo della scuola resta, comunque, un periodo radioso, tutto ciò grazie alle mie insegnanti che sono riuscite a seminare il tenero virgulto della poesia in un terreno, a dire il vero, già piuttosto fertile.

Potrei sapere la sua personale opinione nei confronti della scuola del terzo millennio?

Ho avuto il piacere di conoscere tanti bravissimi insegnanti che, tramite lo sviluppo di progetti e procedimenti scolastici, hanno indirizzato i propri alunni a ricercare la strada dell’arte.

La ricerca del sé, soprattutto, costituisce la base per procedere verso l’amore spirituale, del quale abbiamo parlato precedentemente e noto, organizzando e partecipando a vari premi letterari, che oggi i giovani si avvicinano alla poesia con una certa curiosità o cautela, quasi in punta di piedi, come se avessero paura di profanare un altare non destinato alle loro preghiere.

È proprio grazie a questi docenti che, forse, nel futuro avremo nuove menti che renderanno più fulgida la stella della nostra letteratura.

Vorrebbe parlarmi della sua opera prima di poesie “Sulle ali dei sogni”(2007, Nicola Calabria Editore)?

La silloge ‘’Sulle ali dei sogni’’ rappresenta un sintattico gioco giovanile. Timide trasparenti rivelazioni sull’immaginifico, quando affascinata da ogni cosa che mi circondava e, con palesi e ingenue aggettivazioni, svelavo il mio mondo al mondo. Trapelavano già i moti classici di uno scrivere portato alla poesia tipica della tradizione italiana, ma ero anche alquanto insicura, pronta a mutarmi ed arricchirmi grazie alle svariate esperienza offerte o pagate alla vita. Una ricerca di me stessa, dei miei cambiamenti di umore, di carattere, un ritratto dai lineamenti vaghi e sfuggenti; questo è ciò che penso del mio primo lavoro che, naturalmente, oggi non rispecchia più il mio attuale sentire letterario, ma, comunque, suscita in me ancora tanta tenerezza, come se guardassi una foto di me bambina.

Il sogno, quell’affascinante viaggio del nostro inconscio, è un rifugio dove trovare appagamento, seppur illusorio?

Come precedentemente citato, la letteratura ha le sue regole a volte costanti altre volte mutevoli, ma tutte si incorporano nella fantasia e nel sogno.

Sfuggire la tristezza, molto spesso offerta dalla vita, è per me il ritrovamento di ciò che sogno e che ho sempre sognato, una ricerca nelle piccole cose che amo e che ho sempre amato. ‘’Esserci’’ negli attimi ormai concessi soltanto ai ricordi e che, mai rimossi, riemergono costantemente lasciando tracce indelebili nella psiche e nel carattere. Sognare è la massima difesa concessa a chi cerca di identificare la vita in un’esistenza priva di quella preziosità anelata.

In poesia la componente onirica riesce opportunamente a curare le ferite inferte dalle quotidiane delusioni, oppure, è solo foriera di nuove fonti d’ispirazione, attraverso mille impercettibili sfumature poetiche?

Il rapporto tra il sogno e la poesia è la cellula d’incontro tra la realtà e la fuga dalla concretezza. E’ un gioco, forse neanche meditato, dove l’istinto tenta la sua partita. Nel verso l’incantesimo spaura lo sconforto e allo stesso tempo infierisce ampliando il senso di vuoto, pertanto, lo scrivere è quella ferita che si cura, per poi nuovamente degenerare. Ogni componimento è l’ambizioso progetto atto ad illuminare, in maniera sorprendente, le suggestioni del poeta; è il preludio di uno stato d’animo che non concede tregua e si amplia con sorprendenti trastulli verbali.

Il filosofo A. Schopenhauer in uno dei suoi tanti illuminati aforismi afferma: “La vita e i sogni sono pagine di uno stesso libro. Leggerle in ordine è vivere, sfogliarle a caso è sognare.” Lei è d’accordo?

 

Assolutamente si! Sono d’accordo con la saggezza espletata da questo aforisma, poiché sono le nuove e impreviste emozioni che impreziosiscono la vita; sono le maschere che nascondono la realtà a darci il brivido dell’incognito e l’inquietudine che, tanto spesso, accompagnano l’artista divenendone poi spose e sorelle.

A tal proposito: ‘’Non mi resta che spezzare gli ultimi lacci e poi gettarmi nel mio mare’’ scrisse D’Annunzio ad un amico, a dimostrazione di non voler essere agganciato alla consuetudine, ma di gettarsi libero tra i marosi della sua storia.

Qual è il poeta, fra i contemporanei e non solo, al quale si sente più empaticamente legata?

Non voglio fare nomi anche perché mi sarebbe impossibile indicarne uno o due.

Ogni autore ha qualcosa da insegnare, fosse anche un’unica sensazione. L’artista lascia la propria impronta, regala quel ritratto che egli stesso ha costruito e dato in pasto ai lettori, pertanto è difficile stabilire predilezioni assolute confrontando i vari autori; sarebbe come paragonare un Van Gogh con un Picasso, stili diversi, ma entrambi estremamente interessanti.

Dal 2010 lei è presidente del Premio Letterario Internazionale “Laudato sie, mi’ Signore”, del quale cura personalmente l’organizzazione. Vorrebbe parlarmi della VI edizione 2015, che si è appena conclusa?

Ben 257 autori hanno onorato questa VI° edizione con 604 poesie suddivise nelle tre sezioni.

Un premio che si caratterizza ogni anno di più come una buona identità letteraria affinandosi, oltre che nel riconoscimento del ‘’bel verso’’, anche nei meandri della coscienza e dell’autocritica.

Colgo questa occasione per ringraziare ancora una volta quanti hanno sostenuto con tanto vigore il premio che, metaforicamente parlando, sorvola quella realtà, a tutti noi ben nota, di un mondo sempre più egoista ed egocentrico, per planare nella serenità e pace di un monastero dedicato al Poverello d’Assisi. Una stragrande maggioranza di buoni lavori sono stati sottoposti ai Signori della Commissione Giudicatrice, ma anche il ‘’Laudato sie, mi’ Signore’’ ha la regolamentazione di ogni altro concorso del genere, pertanto, si è dovuto stilare una graduatoria, ma non posso assolutamente escludere la validità dei componimenti non risultati finalisti.

Lei è stata nominata “Donna Universum 2012” nella sezione Cultura ed anche Ambasciatrice di Pace. Qual è il suo messaggio di pace, rivolto ad un mondo travagliato da guerre, efferate violenze, ideali in disuso e sempre più labili certezze?

Difficile dire senza dover ricorrere alla retorica.

Ero ancora bambina e gli insegnanti mi inculcavano nella mente che la parola uccide più della spada, e allora combattiamo la nostra battaglia con la penna, con le speranze e con l’arte. Lasciamo a figli e nipoti una ricchezza tratta dalla letteratura. Cimeli consapevoli, formati da parole prese in prestito all’immaginazione e che saranno gli oracoli del futuro.

Esorcizziamo le negatività con disegni dedicati alla vita e con l’incantesimo della volontà, così, forse, le illusioni si concretizzeranno in un’alchimia di pace.

Auguro a tutti gli artisti che l’eccitazione data dall’arte, anche una volta smarrito il primo ardore, possa proseguire nella meditazione, sviluppando intuizioni mature e evitando la mancanza dell’esserci in questo meraviglioso giro di giostra.

 

 

 

Premiaz Famiglia Castellano

Nella sala consiliare di Castel San Giorgio si è svolta la V Edizione del Premio giornalistico “Mimmo Castellano”. La manifestazione, organizzata dall’Associazione della Stampa Campania Valle del Sarno, il cui presidente è Salvatore Campitiello, si avvale del patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti, del Comune di Castel San Giorgio e della Provincia di Salerno. Con questo Premio si è inteso onorare la memoria di Mimmo Castellano, già vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania e segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

I premiati di quest’edizione:

Premio alla carriera:

• Antonio Preziosi, già direttore di Rai Radio 1 e del Giornale Radio Rai, nonché direttore

ad interim di Rai GR Parlamento;

• Andrea Pancani, vicedirettore del Tg La7, responsabile e conduttore di “Omnibus”,

autore e conduttore de “L’Aria d’estate”;

• Maria Buono, conduttrice del Tg della notte di Rainews24;

• Antonio Caiazza, redattore della testata giornalistica regionale Rai - Friuli-Venezia

Giulia.

Premio giovani: Michela Anna Giulia Iaccarino, freelance, ha collaborato con La Stampa in occasione della guerra in Ucraina e con il Fatto Quotidiano seguendo l’emergenza greca ad Atene.

Premio foto-cineoperatori: Mario Marra dell’emittente televisiva regionale Telenuova.

Premio Web: Amedeo Santaniello, direttore responsabile di www.angri.info.

Premio speciale economia: Amedeo Sacrestano, collaboratore del Gruppo Sole 24 ore.

Premio speciale medicina: Giulio Tarro, virologo, scienziato di fama internazionale,

collaboratore di riviste scientifiche.

Tavola presidenza 3

Riconoscimento speciale carriera artistica:

• Gigi Savoia, attore, seguace e cultore del grande Eduardo;

• Leonardo Ippolito, produttore della storia artistica musicale napoletana, dall’epoca di Piedigrotta e dei Festival di Napoli.

Riconoscimento speciale: Luigi Francesco De Leverano, Generale di corpo d’armata,

comandante del secondo comando forze di difesa, per il centro sud e isole.

Riconoscimento particolare: Gianfranco Izzo, Procuratore generale della Repubblica

presso il Tribunale di Nocera Inferiore per l’attenzione mostrata nei confronti della stampa. Hanno presenziato: il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino e il presidente del Movimento Unitario dei Giornalisti, Mimmo Falco. Nei loro interventi hanno parlato di etica, deontologia professionale e delle difficoltà in cui versa la professione, invitando i giornalisti a fare squadra per la risoluzione dei problemi della categoria.

L’evento è stato insignito delle prestigiose medaglie conferite dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e dal presidente del Senato, Pietro Grasso.

premiaz. Marra-De Luca.Califano

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