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Anna Laura Cittadino vive a Rende (Cosenza), dove svolge da anni una fertile e giovevole attività socio-culturale. Infatti, oltre ad essere una talentuosa scrittrice, nel 2011 in memoria del padre scomparso, ha fondato l’Associazione Culturale “GueCi” della quale è presidente. Inoltre, ricopre la carica di presidente delegato per la Regione Calabria dell’Accademia Internazionale di Belle Arti, Lettere e Scienze di Castel Sant’Angelo (Salerno) ed è socia corrispondente della prestigiosa Accademia Cosentina.

Anche l’Universum Academy Switzerland le ha conferito il titolo di Accademica.

La scrittrice organizza spesso eventi e concorsi letterari coinvolgendo nei progetti artistici anche persone al di fuori della sua Regione, con la finalità di tenere alto l’interesse verso le arti letterarie, soprattutto fra i giovani. Le ancestrali origini della Calabria, che riconduco alla Grecia Antica, hanno impresso in questa splendida area geografica una significativa impronta culturale di ampio respiro, sempre in grado di  rigenerarsi e crescere nei secoli, a dimostrazione che le radici culturali  sono ben profonde all’interno del suo tessuto sociale.

Dagli albori della civiltà, ogni ciclo storico è caratterizzato da periodi di avversità e crisi della cultura, ma la forza di un popolo sta nel saperle superare, in nome dell’intrinseca necessità del sapere e del conoscere. Queste le principali motivazioni che spingono Anna Laura Cittadino a promuovere la cultura, aprendo una porta al mondo, secondo una linea chiara e cosmopolita, fatta di confronto interculturale e crescita, anche in veste di relatrice nell’ambito di presentazioni di libri. Inoltre, in questi anni ha firmato numerose recensioni.

Spesso fa parte delle Giurie di Premi letterari nazionali ed internazionali e nel suo percorso artistico di scrittrice e poetessa le è stato riconosciuto un cospicuo numero di prestigiosi premi  e riconoscimenti.

Recentemente ha presentato a Roma la sua ultima fatica letteraria I Bucaneve di Ravenbrück (Casa Editrice Kimerik), un romanzo di forte impatto emozionale, nel quale i sentimenti, seppur messi a dura prova da sofferenze e delusioni, restano in un angolo nascosto del  cuore, quasi a volersi proteggere o preservare da altro dolore, ma sono sempre pronti a rivelarsi nuovamente qualora si abbia sentore di aria fresca, di rinnovamento, poiché l’amore fa parte dell’esistenza in quanto valore fondamentale.

Il Corriere del Sud ha intervistato con piacere Anna Laura Cittadino, sua conterranea fortemente motivata ed impegnata a favore del messaggio culturale, in ogni sua espressione.

Il suo romanzo I Bucaneve di Ravenbrück (Casa Editrice Kimerik) narra l’avvincente storia di una scrittrice, madre di un bambino, la quale in seguito a una dolorosa esperienza che l’ha profondamente ferita, decide di chiudere il suo cuore ai sentimenti. Vorrebbe parlarmene?

Le sofferenze, le delusioni sono l’altro volto dell’amore; l’amore è anche uno dei principali motivi per cui soffriamo, poiché così come travolge, coinvolge e rende felici, quando finisce può fare davvero male. E’ quello che poi succede, oppure  è successo almeno una volta nella vita a molti di noi. Chi  non ha mai sofferto per amore e non ha mai pronunciato la frase: “non voglio innamorarmi più!”  Ed è quello che è successo alla protagonista del mio romanzo. La prudenza si confermava in Lei come l’atteggiamento più consono e pagante! Privarsi, anche temporaneamente, la aiutava a sedimentare le vere priorità della vita. Le distanze dagli uomini la preservavano da altre sofferenze e delusioni. Poi, l’amore quando arriva non bussa e non chiede il permesso, è come un colpo di vento,  che all’improvviso entra dentro e spalanca porte che pensavamo fossero ormai chiuse a chiave per sempre.

C’è un colpo di scena attraverso il quale l’impianto narrativo intraprende un percorso estremamente singolare e coinvolgente per il lettore?

Questo bisognerebbe chiederlo ai miei lettori! Non saprei dirlo, anche perché sono più di uno i colpi di scena e, svelarli qui equivarrebbe togliere il gusto della lettura a chi si appresta ad entrare nelle pagine dei “bucaneve”.

Ho avuto la percezione che il messaggio che vuole passare fra le pagine del libro è un inno alla  positività ed alla speranza; in altre parole, un elogio alla vita?

Il messaggio è quello di non smettere mai di credere che l’amore esiste e che il concetto di “ l’eternità” non appartiene all’amore, poiché ci sono amori che finiscono ed altri che invece resistono nel tempo e  vanno oltre la vita stessa. L’amore, quando è vero, autentico e corrisposto, è coraggio, forza, speranza, energia, luce e sogno che non svanirà mai.

Recentemente il  romanzo è stato presentato con enorme successo a Roma presso la Sala del Refettorio della Biblioteca della Camera dei Deputati. Cosa ricorda dell’evento che l’ha vista protagonista?

Il solo fatto di trovarmi in una Sala come quella della Biblioteca della Camera dei Deputati, prestigiosa e di straordinaria bellezza, in mezzo a centinaia e centinaia di libri, che partivano da terra per arrivare al soffitto, è stata un’emozione enorme;  tuttavia, ciò che mi è rimasto dentro  e porterò sempre nel cuore è stato l’affetto e la stima del numerosissimo pubblico presente.  Amici che mi hanno raggiunto da Milano, Verona, Napoli, Latina, solo per condividere un mio traguardo, un mio successo. Mi sono sentita amata, voluta bene, nel vero senso del termine e non vi è sensazione più bella.

Chi ha curato la lettura di alcuni toccanti passaggi del suo libro?

Ho avuto la grande fortuna e l’onore di potermi pregiare di una straordinaria attrice come Diana Iaconetti. Lei vive e lavora a Roma da anni, ma è una rendese come me. Ed è lei che ha scelto e interpretato magistralmente alcuni brani tratti dal libro, miscelandoli, amalgamandoli sino a renderli  vivi, palpabili. Il pubblico  è a dir poco rimasto estasiato dalla sua bravura e al termine il lungo applauso di tributo alla sua performance mi ha commossa.

La memoria storica dei tanti tragici fatti accaduti nel tempo, di cui l’editoria conferisce preziosa testimonianza, dovrebbero aiutare l’umanità a riflettere. In quest’opera lei parla di campi di concentramento, una delle pagine più inquietanti  e buie della storia. Un compito davvero delicato;  con quale spirito l’ha affrontato?

Con lo spirito di chi sa che si sta addentrando nel più noto campo di morte della storia e di memoria condivisa, nel senso più ampio del termine. Il mio è stato un lungo lavoro di ricerca, di documentazione. Sono stata attenta e ho cercato di scrivere seguendo una modalità meno “faziosa” possibile, evitando  inesattezze. Non si trattava solo di ricordare, di rendere omaggio al popolo dei Room, dei Sinti e di tutte le vittime di Auschwitz e Ravenbrück; piuttosto, dovevo far capire quale è la lezione che lo sterminio nazista rappresenta per il mondo di oggi, per il nostro presente. Ho provato a esserne parte e a immaginare di essere lì anch’io. Una notte, durante la stesura del romanzo, fuori  nevicava da parecchie ore e io sono uscita con addosso solo un golfino leggero di lana, mi sono incamminata a piedi per la strada innevata nel silenzio e nel gelo della notte silenziosa, provai a pensare a quella  notte del 27 gennaio di settanta anni fa. Rientrai. Era giunto il momento di prendere la penna in mano e continuare a scrivere e non esitai a farlo sino all’alba.

Diversi anni fa lei ha ideato un Premio letterario in memoria di suo padre, ossia il Premio Internazionale di Poesia Memorial Guerino Cittadino, giunto quest’anno alla VI Edizione. Il termine del  bando di partecipazione è fissato al 4 giugno 2017. L’alto Patrocinio di quest’evento culturale e dell’Universum Academy Switzerland, accanto al Patrocinio del Comune di Rende (Cosenza), dove lei vive. Qual è il rapporto delle persone con le arti letterarie e in particolare con la poesia nel suo contesto  territoriale?

Si, e ci tengo anche a  dire che a questo concorso è stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla terza edizione e, oltre a quelli  già citati, ogni anno ci fregiamo del Patrocinio della Camera dei Deputati e della Medaglia del Senato.
L’obiettivo che mi sono prefissa da quando ho fondato la mia Associazione è quello di fare della cultura, strumento di conoscenza critica, ricerca della verità a difesa dei valori fondanti dell’umanità. Questo premio, infatti, è dedicato a mio padre e a tutte le vittime di malasanità. La capacità di creare eventi socialmente coinvolgenti e qualitativamente eccellenti, ponendoli al di fuori dei confini regionali e nazionali può apparire in Calabria un’impresa ardua ma non più procrastinabile. Credo di esserci riuscita, perché questo concorso e gli altri due che porto avanti, il Gran Galà della Poesia Rende In Versi e  il Premio Letterario Nazionale  “Un libro amico per l’inverno” vengono segnalati come  fra i più importanti del settore. La promozione culturale che facciamo avviene mediante modalità moderne e con il coinvolgimento di poeti e scrittori a trecentosessanta gradi, con un riscontro sempre positivo nel territorio, che apre  le porte ad un altro modo di fare cultura.  Un esempio, è il Gran Galà di Poesia, giunto quest’anno alla settima edizione,
sicuramente l’evento più atteso dell’anno, dove in ogni edizione , trenta poeti  provenienti da tutte le regioni d’Italia, arrivano per  declamare le proprie liriche. Già dalla seconda edizione è stato inserito nel cartellone del Settembre Rendese; storica manifestazione della mia città inaugurata nel 1964 da Domenico Modugno. Quindi, non più poesia di nicchia, ma poesia che conquista un palcoscenico di spessore, nel quale vengono  anche conferiti, tramite auto-candidatura, con valutazione di un’autorevole giuria, premi alla carriera per la letteratura, cinema, poesia, giornalismo, pittura etc.

Ritiene che attraverso la cultura si possa salvaguardare l’identità culturale di un popolo?

Assolutamente si. I popoli che perdono il loro orientamento culturale, storicamente, sono condannati all’estinzione. Investire nella  cultura e sempre più importante e coinvolgente  per chi crede nei valori fondanti del passato, nella possibilità di invertire la rotta del presente e costruire un futuro migliore. Poi, non dimentichiamo  che in Calabria è nata e si è sviluppata la Filosofia, da Pitagora a Telesio, da Campanella a Galluppi. La nostra è Terra è intrisa di Letteratura,  con  Alvaro,  Repaci,  Strati. Non disperdere tale patrimonio, ma al contrario salvaguardarlo e divulgarlo,  è compito primario di chi opera come me nella cultura, come dei calabresi tutti.

Quali sono i suoi programmi futuri nell’ambito dell’intensa e proficua attività culturale da lei svolta?

Spero di riuscire a portare avanti sempre con più tenacia gli eventi che ho in programma e di cui ho parlato prima, mantenendo e difendendo i principi di coerenza, onestà intellettuale e serietà che contraddistinguono  la mia Associazione. Principi, sulla quale essa è stata fondata, con l’obiettivo di riscattare la cultura da ataviche e purtroppo anche nuove forme di sudditanze, morali e sociali, perseguendo l’obiettivo ambizioso, ma possibile,  di una rinascita culturale ad ampio raggio.

A Firenze, nella splendida cornice di Palazzo Medici Riccardi – Sala Pistilli – Via Cavour 1, il prossimo 27 aprile 2017 alle ore 17.00 avrà luogo la presentazione del romanzo storico dello scrittore e poeta Francesco Belluomini dal titolo Nel campo dei fiori recisi Scampoli di Olocausto (Aracne Editrice).

L’evento letterario sarà aperto con i saluti del dr. Emiliano Fossi Consigliere delegato della Città Metropolitana di Firenze, a cui faranno seguito gli interventi dei relatori Michele Brancale giornalista, scrittore e poeta, Daniela Cecchini giornalista, poetessa ed operatrice culturale e Paola Lucarini, scrittrice, poetessa e saggista, nonchè presidente dell’Associazione Sguardo e sogno.  Seguirà un dibattito sulla tragedia dell’Olocausto con il pubblico presente in sala.

Nel campo dei fiori recisi è un  libro tratto dal memoriale che Sonia Contini, per espressa volontà, decise di far pervenire a Francesco Belluomini, conosciuto personalmente in Israele diversi anni prima, solo dopo il suo decesso. Quindi, gli  eredi, tenendo fede al giuramento,  qualche tempo dopo la sua morte avvenuta nel 2014, contattarono l’autore, al quale è stato affidato un compito promettente, ma certamente molto impegnativo.

Infatti, egli  ha dedicato oltre due anni per realizzare questa interessante ed originale opera di taglio narrativo  di 272 pagine,  dense di immagini strazianti e vere, che si susseguono in un crescendo di emozioni, riflessioni riconducibili ad un forte senso di impotenza dinanzi ai crimini contro l’umanità. Attraverso i racconti e le tragiche vicende di due sorelle adolescenti, Sonia e Daniela, rispettivamente di 14 e 12 anni, giunge al lettore la testimonianza storica di chi ha vissuto la  Shoah, immane  tragedia del  secolo scorso, che ha lasciato traccia indelebile nella storia.

Un episodio, quello di Sonia Contini, rimasto ai margini della storia della deportazione ebraica per riserbo e difficoltà di riaprire ferite forse mai rimarginate, anche per pudico risentimento verso l’inumanità della vita e oggi raccontato per mano di chi non vuole dimenticare. È il ripercorrere gli eventi di quel marzo 1944 in cui la famiglia Contini, al pari di molte altre, fu strappata dalla propria casa livornese per intraprendere l’interminabile viaggio verso i campi di sterminio, ultima meta per gran parte del nucleo familiare, come per milioni di vittime di un folle progetto di eliminazioni di massa.

Le due sorelle riuscirono a porsi in salvo grazie ad una serie di fatali coincidenze e, nonostante la giovane età, sopravvissero con tenacia e maturità al genocidio dell’Olocausto. Sonia, a distanza di anni, racconta  soffermandosi puntualmente nei particolari, il lungo percorso che l’ha portata dal campo di concentramento fino ai lontani Paesi polacchi e attraverso i suoi ricordi abbandonati, ma mai dimenticati, fa rivivere persone lontane, offrendo al lettore fotogrammi di vita che fanno parte della storia della sua adolescenza,spesa fra mille avversità e privazioni dietro il filo spinato del lager di Birkenau.

Questa interessante opera letteraria di Francesco Belluomini, realizzata con grande onestà intellettuale, contiene  precipue descrizioni di situazioni assolutamente inedite, immagini intrise di pathos, limpide e sceniche, in molti passaggi persino  tangibili, anche grazie ad una modalità di scrittura lucida, consapevole e sempre rispettosa dei contenuti del memoriale, dove i nomi delle persone sono quelli veri, per dare forza all’autenticità della storia. Un romanzo sempre  teso a dar spazio alla testimonianza degli esperimenti operati sui bambini, sino alla loro morte, in una successione di memorie volte a rafforzare il ricordo di un’immane tragedia, che scuote da sempre le coscienze.

Francesco Belluomini, dall’alto della sua sensibilità nei confronti della violenza e delle sopraffazioni,  per mezzo delle testimonianze contenute in questa avvincente storia, desidera in qualche modo rendere giustizia alle vittime dell’Olocausto, violate in primis della loro libertà ed autodeterminazione e nel contempo della dignità e per una gran parte di essi, della vita, il bene più grande, fra sevizie, violenze e terribili atrocità, verso le quali non è concepibile  alcuna forma di indifferenza.

 Il messaggio che vuol arrivare al lettore è un accorato appello rivolto all’uomo, troppo spesso indifferente e vittima del proprio egoismo, che dopo innumerevoli storie di violenze perpetrati  nei secoli ai danni dei propri simili e conflitti troppo spesso dettati dall’odio razziale, che insanguinano quotidianamente la nostra cronaca,  dimostra di non ha ben compreso quali siano i valori fondanti della civiltà umana.

In quarta di copertina del libro leggiamo:

La ragione per piangere la trovi, se la cerchi. Ma pare non valga per l’uomo,  che non teme che se stesso e passa senza volgersi all’indietro, certo che la questione si risolva non vedendo di là della sua siepe, senza farsi fregare da coloro che vissero l’orrore quotidiano. Magari non sa piangere il presente, il prossimo passato, ma il remoto ancora oggi  lo angoscia e lo sconvolge, pensando alle migliaia di bambini trattati come fossero nemici da abbattere con massima potenza militare e comandi d’estinzione. Si può fare di tutto, ma comunque la radice del male non si estingue col perdono dei popoli soppressi che rivive nei geni del passato se non tanto sepolta nel terreno.  

In copertina la pregevole opera del pittore Paolo Nuti. 

Breve biografia dell’autore:

Francesco Belluomini è nato a Viareggio nel 1941 e vive a Lido di Camaiore. Poeta ed operatore culturale, ha ideato e fondato nel 1981 il noto Premio Letterario Camaiore, di cui è Presidente. Ha all’attivo 25 libri, tra poesia e narrativa e i suoi lavori sono presenti  in numerose e significative antologie, alcune delle quali curate dai maggiori esponenti del mondo letterario contemporaneo.

Tra le opere più recenti: Poesia del Novecento in Toscana, Biblioteca Maruccelliana Firenze 2009; La parola che ricostruisce, Tracce, Pescara 2010, Animali Diversi, Nomos, Varese 2011, I miei sogni son come conchiglie, Rizzoli, Milano 2011; Le strade della Poesia, Delta 3 Edizioni, Avellino 2012.

Nel suo lungo percorso letterario ha ricevuto prestigiosi  riconoscimenti, anche in ambito internazionale e alcuni suoi libri sono stati tradotti in varie lingue.

 


Giovedì 30 marzo 2017 alle ore 18.00 presso l'Istituto di studi pirandelliani (Casa Pirandello) in  via Antonio Bosio 13 b (Roma) avrà luogo la presentazione del libro "Luigi Pirandello, il tragico e la follia" di Pierfranco Bruni, saggista e scrittore, vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani, nonchè studioso ed esperto di Etnie Mediterranee presso il Ministero dei Beni culturali.
I relatori saranno Francesco Mercadante, Presidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani e Neria De Giovanni, Presidente dell'Associazione Internazionale dei Critici letterari e direttore editoriale della Nemapress, la casa editrice che ha pubblicato il libro.
Umberto Croppi, Consigliere dell'Istituto e Presidente di Federculture Servizi, con i suoi saluti segnerà l'inizio dell'evento culturale, nel corso del quale i relatori interagiranno con l'autore della prestigiosa opera editoriale.
Verrà proiettato un video su Pirandello a cura di Anna Montella (https://www.youtube.com/watch?v=vrzdqlxu5Ws).
In questo saggio Pierfranco Bruni ci presenta un Pirandello inusuale e speciale, in linea con il suo stile controculturale e spettacolare e, grazie alla sua sensibilità e profondità di studioso, chiama in causa direttamente la curiosità del lettore nel momento in cui il suo sguardo critico affonda su accostamenti a prima vista ardimentosi: Pirandello sciamano, Dante in Pirandello, le radici arabe, tra Occidente e Oriente etc.
Luigi Pirandello, la cui lettura ci aiuta a capire le inquietudini e i travagli esistenziali, ma anche le utopie, le follie e le speranze, in questo libro viene trasportato verso una visione "sciamanica" della vita, poichè scende nelle caverne del proprio essere, infine risalendo, con la consapevolezza di aver oltrepassato i limiti dell follia.
Ma la follia non viene interpretata come elemento negativo, ma come parte fondamentale della condizione umana, che consente di sfuggire drammi ed angosce; in altre parole, un rifugio dove trovare riparo per salvarsi dalla tragedia dell'esistenza.
Quest'anno ricorre il 150° Anniversario della nascita dello scrittore, drammaturgo e poeta Luigi Pirandello, Premio Nobel per la Letteratura nel 1934.

Ha preso il via la XXIX edizione del Premio Letterario Camaiore, il consueto appuntamento con la poesia noto a livello nazionale ed internazionale e patrocinato dal Comune di Camaiore e dalla provincia di Lucca.

È stato infatti pubblicato il bando di concorso e l’evento si concluderà con la proclamazione del vincitore di questa edizione 2017, il quale succederà al poeta Nicola Vacca, vincitore della scorsa edizione con l’opera Luce Nera.

Il poeta e scrittore Francesco Belluomini è l’ideatore di questo prestigioso evento culturale, da lui fondato nel lontano 1981 e di cui è Presidente.

Il Premio Letterario Camaiore è il fiore all’occhiello della cittadina toscana, rappresentandone con orgoglio in Italia e all’estero l’identità socio-culturale.

La cultura nel nostro Paese sta vivendo un momento difficile e la conseguente crisi, tuttora  in atto, ha investito anche l’editoria. Ma, nonostante ciò, questo evento letterario va avanti sempre con notevole successo, a riprova del fatto che la buona qualità delle opere in concorso, unita ad un’impeccabile organizzazione, è sempre vincente, visti i lusinghieri risultati delle precedenti edizioni.

Una conferma dell’elevato livello di questo appuntamento culturale, che ogni anno vede coinvolti autori di un certo rilievo e tanti personaggi conosciuti nell’ambito culturale mondiale.

Sotto la guida del Presidente Francesco Belluomini, la Giuria Tecnica prenderà in esame le opere in lingua italiana di autori viventi pubblicate nel periodo compreso tra il 1° aprile 2016 e il 31 marzo 2017.

Le Case Editrici o gli autori interessati devono far pervenire copia di ogni pubblicazione entro il 31 maggio 2017 presso gli indirizzi indicati nel bando di concorso. Quest’anno una novità nella composizione della Giuria tecnica con l’ingresso di Renato Minore, scrittore, giornalista (attualmente è il critico letterario de Il Messaggero) e docente di Teoria e Tecniche della Comunicazione di massa all'Università di Roma e alla Luiss di Roma. Minore avrà come colleghi  Francesco Belluomini nella qualità di Presidente, Corrado Calabrò, Emilio Coco, Vincenzo Guarracino, Paola Lucarini e Mario Santagostini.

Ogni componente della Giuria tecnica indicherà al Presidente Belluomini, entro il 10 giugno prossimo: tre autori di libri di poesia nella rosa dei concorrenti, un autore per il Premio Camaiore Proposta Vittorio Grotti e uno per il Premio Internazionale. In seguito si riunirà la Giuria Tecnica, che selezionerà i cinque autori finalisti e designerà i vincitori del Premio Internazionale e il giovane per il Camaiore-Proposta.

La Giuria Popolare, costituita da cinquanta membri, sarà così composta:

quaranta cittadini sorteggiati fra coloro i quali avranno fatto domanda, in rappresentanza delle diverse fasce sociali del territorio e i dieci studenti vincitori dell’undicesima rassegna La Poesia dei Ragazzi, concorso dedicato agli studenti con l’intento di sensibilizzare le nuove generazioni alla poesia contemporanea. Essi avranno tutta l’estate per leggere e approfondire i cinque libri finalisti, prima della decisione finale, secondo la consolidata tradizione del Premio Letterario Camaiore. Per concludere, i Giudici popolari, dopo la lettura dei cinque libri finalisti, formuleranno le proprie preferenze su scheda, che sarà consegnata personalmente in busta sigillata durante la Cerimonia di Premiazione, che avrà luogo nel mese di settembre 2017. Lo spoglio dei risultati e la proclamazione del vincitore avverranno in tempo reale.

Il bando è accessibile a questa pagina: Bando di partecipazione XXIX Premio Letterario Camaiore

La prima volta che ho incontrato personalmente Elisabetta Bagli è stata in occasione della consueta  Maratona di Poeti organizzata dai poeti e scrittori Francesca Farina e Roberto Piperno all’Isola Tiberina, nel cuore di Roma, per ricordare l’immenso  Giacomo Leopardi nella ricorrenza della sua nascita. Fino ad allora la nostra conoscenza era solo virtuale, sebbene attraverso i social fosse già scattata fra noi una certa empatia, che ha trovato conferma nel corso del  nostro primo breve, ma intenso incontro.

Mi ha affascinato il suo stile poetico, profondo e sincero;  ricordo in maniera nitida che ha declamato con  grande padronanza una sua lirica in spagnolo, da tempo per lei lingua d’adozione.

La  poetessa e scrittrice Elisabetta Bagli è nata a Roma, ma da diversi anni vive con la famiglia a Madrid. Ha compiuto i suoi studi in Economia e Commercio presso l’Università  La Sapienza e dopo aver lavorato come docente di lingua italiana per stranieri presso l’Accademia Booklane di Madrid, ha iniziato un’intensa attività socio-culturale  di insegnante, traduttrice, interprete per diversi autori  e per testate giornalistiche spagnole ed  editor freelance.

Inoltre, è stata per un certo periodo  Vicepresidente dell’A.P.S.  Il Mondo dello scrittore Network con sede a Faenza.

Dal 2014 è Ambasciatrice Culturale dell’Universum Academy Spagna, in rappresentanza in terra iberica della Universum Academy Switzerland, con sede a Lugano ed è Socia Onoraria della International University of Peace, sempre con sede a Lugano. Fra i suoi numerosi incarichi, è Socia ad honorem dell’Associazione Culturale L’Oceano nell’anima  di Bari e nell’ ottobre 2016 è stata nominata Accademica dell’Accademia Internazionale Il Convivio di Castiglione di Sicilia.

Ha collaborato per un periodo con la casa editrice David and Matthaus in qualità di Direttrice delle collane editoriali Castalide e LiberArte ed ha fatto da interprete in occasione delle presentazione delle opere di diversi autori ed anche per alcune testate giornalistiche nazionali spagnole, quali l’ABC, El Mundo, El Pais e per la rivista catalana El Domenical. Nel giugno 2014 ha presentato il libro Il primo caffè del mattino per la casa editrice Espasa Diego Galdino .

L’autrice scrive racconti e poesie che sono presenti in varie antologie e riviste italiane, spagnole ed albanesi specializzate nel settore ed alcune sue opere sono state tradotte in spagnolo, greco, inglese, albanese, francese e serbo. Ha collaborato con il network Il Mondo dello scrittore dalla sua nascita e con le riviste New Espressione, Letras de Parnaso, Plumas y Tintero e Proverso. Inoltre, è stata di ausilio al Com.It.Es. Comitato degli italiani in Spagna, facendo parte della rete consolare il Spagna, anche in qualità di segretaria amministrativa.

Interessanti le sue collaborazioni con il collettivo artistico spagnolo Generando Arte, che si occupa essenzialmente di violenza di genere e con l’artista Rosa Gallego del Peso.

È autrice delle sillogi poetiche Dietro lo sguardo (ArteMuse Editrice, 2013) e Voce pubblicata in una versione ampliata da Edizioni Esordienti E-book a febbraio 2015. Ha scritto la fiaba Mina, la fatina del Lago di Cristallo, pubblicata nel 2013 e queste opere sono state presenti sia  al Salone del Libro di Torino che alla Fiera del Libro di Madrid negli anni 2014 e 2015. Nel settembre 2014 tre sue poesie hanno partecipato alla pubblicazione dell’UNESCO nell’ambito del Concorso internazionale Cultura, il potere, la violenza: STORIE DI DONNE DI TUTTE LE ETÀ E PAESI  e in questi anni ha ricevuto numerosi  ed importanti riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale ed è stata membro di Giuria in vari concorsi non solo italiani. Di ottobre 2015 la pubblicazione della sua silloge poetica Voz (Voce) in lingua spagnola per la Ediciones Vitruvio di Madrid e sempre nello stesso periodo ha partecipato all’antologia collettiva Lundrim mbi valë con sue poesie tradotte in albanese dal prof. Arjan Kallço ed è autrice di due antologie in lingua albanese.

Dello stesso periodo è la pubblicazione su Amazon di Specchi, la sua prima raccolta di racconti per adulti nella versione E-book, che prossimamente uscirà nella versione cartacea a cura dell’A.P.S. Il Mondo dello scrittore.  Lo scorso giugno ha fatto parte del laboratorio per bambini, organizzato dalla Camera di Commercio italiana in Spagna, l’Ambasciata d’Italia in Madrid e la scuola italiana di Madrid in collaborazione, fra gli altri, de Il Mondo dello scrittore Network, nella VIII edizione dell’evento Passione Italia, con uno spettacolo basato sul suo racconto  Mina, la fatina del Lago di Cristallo.

Elisabetta è la curatrice della raccolta di racconti in italiano Passi in libertà – storie di vita dello scrittore albanese Arjan Kallço, per il quale ha scritto anche la prefazione. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulla donna del novembre scorso ha coordinato ed è stata poetessa-performer di uno spettacolo di poesia performativa e nella sua città d’adozione Madrid è parte attiva nell’ambito di vari gruppi di poesia.

Lo scorso mese di febbraio, a conferma della sua intensa attività artistica, ha ricevuto un altro prestigioso riconoscimento,  il Diploma de Honor al Mérito artistico 2016 dal Grupo pro Arte y Cultura della mecenate Mayte Spinola.

Vorrebbe parlarmi della sua esperienza di insegnante di italiano presso l’Accademia  Booklane?

Quando lavoravo all’Accademia Booklane ho avuto la possibilità di conoscere molte persone adulte interessate alla nostra lingua per motivi vari, di studio, di lavoro etc. e ho potuto toccare con mano il sentimento d’amore che nutrono verso il nostro Paese. L’Italia è un Paese che, nonostante le contraddizioni che noi tutti conosciamo, fa innamorare il turista, il quale dopo averlo visitato una prima volta, ha il desiderio di tornarvi e anche la curiosità di imparare la nostra difficilissima lingua. L’italiano è una lingua melodiosa, che canta. Vivendo da più di quattordici anni a Madrid e  frequentando  la Spagna da oltre ventiquattro anni, sono ormai abituata al suono e alla cadenza della meravigliosa lingua spagnola. Ma ogni volta che per strada ascolto voci diverse e canterine so che si tratta di italiani: il 99% delle volte effettivamente sono i miei connazionali che, con il loro accento inconfondibile, mi riportano con il pensiero al mio splendido Paese.

La fiaba  Mina, la fatina del Lago di Cristallo è ambientato nel parco de El Retiro, una splendida oasi verde che si trova a Madrid, un luogo in cui realtà e fantasia sembrano fondersi magicamente fra loro, rendendo tutto possibile. Come è nata l’idea di scrivere una storia dedicata a questo luogo incantato?

L’idea di scrivere una fiaba per bambini è sorta addormentando i miei figli quando erano più piccoli. Ormai avevamo letto tutte le classiche fiabe che circolavano in casa e mi venne in mente di chiedere loro se avessero voglia di inventarne una insieme a me. Francesca, la mia principessa, disse immediatamente di sì e Stefano, il mio baldo cavaliere, la seguì a ruota. In questo modo, semplice e divertente, è nata Mina, una fiaba dedicata interamente a loro. Devo ammettere che nel tempo ne abbiamo inventate anche altre di storie. Speriamo solo che un giorno riusciranno a vedere la luce!

La scrittura costituisce da sempre un efficace strumento di comunicazione. In merito alla poesia d’impegno civile, ritiene che possa essere un modo come un altro per far conoscere al mondo tematiche dolorose e difficili, quale il femminicidio, fenomeno purtroppo dilagante all’interno del nostro tessuto sociale?

Sono convinta che la poesia, così come generalmente la letteratura, possano fare molto per aiutare alla riflessione su determinate problematiche che affliggono la nostra società. Credo che a parte l’educazione, sia familiare che scolastica, il dovere principale di ogni essere umano, affinché si possa salvaguardare la propria dignità e sentirsi degno di portare questo nome, sia essenzialmente quello di denunciare, in qualsiasi forma avvenga la denuncia, soprusi e violazioni in merito all’esercizio dei propri diritti, primi tra tutti i diritti alla vita e alla libertà. Qui a Madrid mi sto muovendo moltissimo insieme a gruppi artistici per aiutare alla riflessione verso tali tematiche e svegliare le coscienze, per poter far comprendere che la vita deve essere salvaguardata. L’8 marzo scorso la dott.ssa Paola Gasco, Preside della Scuola Italiana di Madrid, ha organizzato  un evento straordinario, nel corso del quale  Inma J. Ferrero e la sottoscritta abbiamo rappresentato un recital dal titolo Negli occhi di una donna, allo scopo di indurre il pubblico in opportune riflessioni  circa la violenza sulla donna, anche per coadiuvare nell’attività didattica il corpo docente nel dialogo con i ragazzi su argomenti ormai divenuti quotidiani e che è impossibile ignorare. Hanno partecipato all’evento, presentato da Debora Marchesiello, anche il tenore Ricardo Sáez, il pianista Luca Chilese, l’artista Rosa Gallego del Peso con le sue immagini ed la musica di Boris Kozak e per la parte conferenziale Norma Pellegrino, avvocato e Andrea Bevilacqua, psicologo. È un evento sicuramente da ripetere, anche per gli adulti.

Il titolo della sua opera Dietro lo sguardo prepara il lettore ad uno spaccato di vita vissuta. Come dice nella prefazione il poeta Andrea Leonelli (…) un collage di istantanee scattate rubando l’attimo al tempo e messe insieme a formare un puzzle bicolore, senza sfumature né mezze tinte. La raccolta, per quanto omogenea nell’intensità del sentire, è divisa in due sezioni: luce e buio. Quindi, la lettura degli stati d’animo che accompagnano la vita al positivo e al negativo?

Decisamente sì. La Luce è la sezione nella quale l’amore si rivela in ogni sua dimensione, mentre nella sezione Buio si affronta il problema del disamore, il rovescio della medaglia che se non viene fermato in tempo può esasperarsi fino al femminicidio. La vita ha la sua “luce” e il suo “buio”: due facce della stessa moneta. Dobbiamo solo comprendere che non siamo qui per giocare con la nostra vita o con quella degli altri, ma siamo frutto di un dono d’amore che dobbiamo far crescere nella piena Luce.

A Madrid frequenta diversi gruppi di poesie ed è molto attiva nell’ambito letterario. La Spagna, suo Paese di adozione, ha forti affinità con l’Italia, dove lei e nata. Vorrebbe parlarmi del rapporto della popolazione spagnola con la  cultura?

Amo la Spagna e adoro Madrid, non potrei vivere in nessun altro luogo, al di fuori di Roma, naturalmente, la città che preferisco per eccellenza. Credo che gli spagnoli siano molto simili a noi per alcuni versi: nel modo di porsi nei confronti del prossimo, nel modo di essere sempre disponibili ad aiutare il prossimo; anche nell’educazione familiare e scolastica vi sono delle lapalissiane  similitudini. Tuttavia, nel modo di intendere la vita sono completamente differenti. Noi ci preoccupiamo molto del futuro e a volte ci priviamo nel presente di cose, pensando possano essere utili in un secondo tempo e, in un certo senso, le mettiamo da parte per utilizzarle in seguito. Loro sono persone che pensano al futuro, è chiaro, ma senza  porsi limitazioni nel vivere appieno il presente.  Non so se mi sono spiegata bene, ma è un concetto fondamentale che ci aiuta a capire in che misura siamo profondamente diversi. Un punto di vista che ho abbracciato ben volentieri e che mi ha dato l’opportunità di aprire la mente alla vita e di viverla in modo più sereno.

I gruppi letterari a Madrid mi hanno accolto a braccia aperte e mi hanno fatto sentire parte integrante di un mondo che non conosce confini. Sono esperienze formative non solo da un punto di vista puramente poetico-tecnico, ma soprattutto da un punto di vista umano.

Nella raccolta di poesie Voce (Voz) lei affronta temi quali le radici, anche se la terra in cui esse affondano assume sapori diversi. Fra i temi affrontati, le donne, la femminilità e l’amore, in tutte le sue possibili accezioni: passionale, negato, frustrato e sognato. Questi versi, che fanno parte del suo vissuto, sono stati arricchiti dalla maggiore capacità stilistica acquisita con la maturità. Come definirebbe il suo dialogo introspettivo di oggi  in relazione  alle emozioni che hanno accompagnato la sua giovinezza

Effettivamente, questi versi che fanno parte di un mio recente passato sono scritti da una donna adulta, matura; da una donna che all’epoca in cui avvennero gli eventi ai quali faccio riferimento, neanche sapeva che li avrebbe narrati sotto forma lirica. Il mio rapporto è catartico, è una scrittura che mi libera di alcune cose, che ogni tanto tornano nella mia mente e nei miei occhi sotto forma di lacrime e che trovano il loro sfogo attraverso le parole. Amo scrivere anche per questo, perché solo così mi sento libera di mostrare profondamente me stessa in pieno e anche di fantasticare a volte.

Lei vive a Madrid con la sua famiglia ormai da diversi anni. Quando torna a Roma, cosa prova se le capita di passeggiare  sul Lungotevere all’ora del tramonto, che rende ai nostri occhi strepitose immagini ?

Provo una dolcezza nostalgica, un sentimento indefinibile che mi fa sentire parte di un mondo meraviglioso, che in realtà non ho mai lasciato. Roma è nel mio cuore, è la mia mamma e ogni volta che torno da lei sento il calore delle sue braccia, dei suoi occhi, della sua vita.

Lo scrittore e drammaturgo Gao Xingjian afferma che la cultura non è un lusso, è una necessità. Condivide questo pensiero?

Assolutamente sì! Condivido questo pensiero perché è la pura verità. La Cultura è tutto, non solo letteratura e arte, ma anche tradizioni e  sapienza, elementi assolutamente necessari per coltivare l’anima e la mente delle persone e anche per costituire l’identità di un popolo.

Fra i suoi numerosi incarichi, lei è anche Ambasciatrice Culturale in Spagna per l’Universum Academy Switzerland. Vorrebbe parlarmi delle principali attività che svolge nell’ambito dell’Accademia

Per l’Universum Academy Switzerland, in relazione alle finalità dello Statuto, svolgo interazione tra le culture, organizzando eventi che abbiano finalità sociali, o anche solo culturale. Sono eventi nei quali cerco di riunire poeti e letterati, docenti universitari, psicologi o professionisti che possano aiutare nella riflessione sulla tematica scelta per l’evento, così come è accaduto alla Scuola Italiana,  di cui ho parlato rispondendo a una precedente domanda. Inoltre, sono anche responsabile coordinatrice, per quest’anno, del Premio Letterario Universum, la cui premiazione avverrà a Pescara il prossimo 28 maggio.

Il suo ultimo libro Specchi è ormai di prossima pubblicazione. Come mai ha deciso di scrivere una raccolta di racconti? Quali sono i suoi progetti per il futuro?

È da molto che sono incuriosita dalla scrittura narrativa e con Mina, la fatina del Lago di Cristallo, sebbene sia una fiaba per bambini, ho tentato l’avventura. Ma nel frattempo, partecipando anche a concorsi tematici, ho cercato di dar sfogo maggiore alla mia parte ludica e fantastica interpretando la realtà che mi circonda non attraverso l’Ars poetica, bensì attraverso la narrazione di eventi. Specchi è una raccolta che contiene tutti questi miei racconti, scritti un pò per gioco, un pò per sfogo, un pò per amore. Vi lascio qui alcuni paragrafi della mia nota dell’autore che apre il libro, che a breve sarà anche in cartaceo, per poter comprendere quali sono state effettivamente le finalità da me perseguite con questa nuova pubblicazione.

“In questi racconti i protagonisti, uomini e donne, sono saldamente intrecciati tra loro in storie brevi, nelle quali si evidenziano le sfumature caratteriali che li rendono unici, ma anche empatici con il lettore perché sono: mamme, amanti, mogli, figlie… che combattono per se stesse e con se stesse; donne che amano all’estremo, romantiche, fragili e forti nel contempo, donne complesse e vive, in grado di prendere le redini della propria esistenza o impotenti di fronte alla stessa; uomini duri e materialisti, appassionati e poetici, scanzonati nel ‘vivre la vie’ o pazzi che hanno perso speranza nella propria vita e non hanno altro rimedio che indossare le maschere per essere se stessi.”

I miei progetti futuri sono in primis riuscire a portare avanti lo spettacolo sia in Spagna che in Italia, e poi pubblicare altre sillogi con tematiche completamente diverse tra loro e... perché no?...magari il mio primo romanzo!

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