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SOGNI su MISURA è un racconto, tuttora in evoluzione, dedicato a tutti i giovani che, com’è successo al Dr. Nessvno in incognito,, che ricevono solo un “no” come risposta a qualsiasi richiesta facciano per poter realizzare il loro sogno. Questo racconto si rivolge a chi ha scoperto che il “sì” è offerto volentieri solo ai migliori, ai raccomandati, ai prediletti, ai prescelti. A chi detesta vedere la scritta “RISERVATO”.

A chi non osa pretendere il proprio diritto alla felicità e ignora quella via certa che la può assicurarla a chiunque.

A quelli che si credono falliti, ultimi, afoni. E, ancora, ai genitori disperati che non riescono ad aiutare i loro figli a scoprire ciò che amano fare nella vita; che non riescono a spronarli ad entrare in azione per seguire i propri sogni o, ancora peggio, che con la scusa del proprio amore indicano ai figli ciò che credono sia “meglio” per loro. Perché non basta amare e donare ma è importante anche saper amare e saper donare.

Il 19 giugno l’autore, Dr. NESSVNO, Nikos Sikloglu ha presentato al teatro Sistina, a piu di 1000 persone, regalandone a tutti i presenti i SOGNI SU MISURA con la presentazione di Luciano De Crescenzo. Il sottotitolo “come rendere inevitabile l’impossibile” introduce l’inevitabilità dei sogni cristallizzati ed emozionati.

L'evento è nato da una idea voluta e realizzata da Massimo Castracane, Leda Federico e Paolo Longo Caracciolo e la sua Degat uk, con la collaborazione di Banca Generali. 

Lui decide di partire all’eta di 23 anni per scambiare il suo destino da pastore sul monte Olimpo con quello di medico e poi ematologo a Roma e a Harvard: Ecco la storia, degna delle peripezie di Ulisse, di un eroe Omerico prima e eroe classico dopo, seguendo le orme di Ulisse.

Anche lui ha cercato di evitare la guerra che si prospettava dura ma alla fine doveva fare una partenza fulminea.

La sua TROIA da conquistare era Roma (nonché la conquista della mente) ma i sentieri da percorrere erano tortuosi, pieni di ostacoli e per nulla scontati. Lui di certo aveva solo la partenza è la mèra finale ed irrinunciabile: Roma.

E come racconta Omero bisognava tornare integro e migliore alla sua Itaca per unire il corpo traumatizzato e la mente conquistata, alla propria anima che lo avrebbe aspetto pazientemente.

Aveva tre motivi sbagliati e nessuno giusto per poter oltrepassare le colonne d’Ercole. Quello della vergogna, causata da un probabile fallimento era la più temibile per chiunque. Tornare senza il troppo finale tra le mani equivaleva ad una reazione terribile dell’opinione pubblica che schiaccia i falliti.

Anche lui come tutti gli altri non avrebbe sopportato il peso del disprezzo dell’opinione pubblica che non conosce pietà per chiunque. Dovevo seguire le indicazioni delle stelle senza mai mettere in dubbio le loro mete intermedie da seguire.

A 23 anni con il suo sogno bene in vista e con 250 dollari in tasca in tasca doveva raggiungere Cape Town. All’ultimo momento gli Dei hanno deciso di cambiare la sua destinazione senza alcun preavviso. Così Eolo fedele escutore delle loro decisioni, lo ha scaraventato a JFK airport di New York.

Lui ignorava il fatto che partire senza niente, oltre il proprio sogno, era una benedizione divina essere poveri e non avere nulla per poter realizzare il suo sogno utopico. “Mettersi in marcia racchiude il segreto per arrivare alla mèta sognata – osserva 43 anni dopo l’inizio di quel viaggio – perché altrimenti sarai costretto a posticipare eternamente la realizzare il tuo sogno”.

Ma come è riuscito un “bambino primitivo” ad incunearsi nei meandri della Cornell University di New York, nel centro di eccellenza di Harvard e nel tempio della conservazione dei baroni della Sapienza di Roma?

Semplicemente mantenendo fede incrollabile ed amore puro a se stessi ed al proprio sogno, senza dimenticare mai coloro che attendono il tuo ritorno. Il perimetro della sua storia e l’impulso che ha dato il la a un percorso così eccezionale sono oggi concentrati in un libro che, destinato a trasformarsi anche in pellicola, l’autore ha voluto intitolare “Sogni su misura – come rendere inevitabile l’impossibile” (TOXOTHS int.), firmandolo come dr.Nessuno per sottolineare l’errore di Ulisse da evitare.

Più di 600 pagine sono pensate per convincere anche i più scettici che i sogni su misura non sono la cosa più reale che esista ma anche destinati a rendere inevitabile l’impossibile, come tuona il sottotitolo del libro.

La necessità, Ananke in greco, l’Anaghi era una delle divinità più importanti nel mondo Ellenico. Riesce a muovere montagne e sposta venti per consentire chi segue le orme di Ulisse ad arrivare a destinazione in modo spettacolare.

Basta allontanare la paura ed il dubbio, elementi qualità dipendenti e sostituendoli con amore e fede incrollabile. Il resto seguirà da sè per destare stupire e meraviglia.

Il gancio con l’antichità è il pan di questo straordinario volume, che andrebbe segnalato in qualche corso di psicologia per la mole di energia che libera nel lettore, come anche a chi insegna ai giovani come vivere felici mediante la realizzazione dei propri sogni.

La guerra di Troia è raccontata e presa a paradigma per dare senso alla propria vita: “dopo i dieci anni occorsi agli Achei per penetrare nelle mura troiane, hanno scoperto che non è tutto. Sottomettere a nostro servizio la mente dopo averla conquistata non aiuta, ricorda Ulisse. Tornare ad Itaca migliore e fedele a se stessi per unirsi a Penelope che rappresenta l’anima, è un Must. Il sognatore vero, secondo il Dr. Nessvno  mai molla, mentre i suoi oppositori sì. Ha sempre in mente che l’azione crea una reazione di pari intensità ma di direzione opposta per far muovere il mondo. Guai se non ci fosse.

«Il libro è rivolto ai giovani disorientati, continua l’autore, che sono confusi e indecisi sulla scelta giusta da fare nel tentativo di individuare ciò che amano fare per dare senso alla propria vita. Sfogliare il menù cosmico oggi è molto più difficile che mai perché sfuggire dalle lusinghe dal canto silenzio e delle Sirene richiede determinazione e volontà impari.

Intende semplificare al massimo questo compito a chi desidera far parte di questo mondo meraviglioso da vero protagonista».

Il nostro attore principale è un bambino primitivo, determinato a rimanere tale, e sua nonna analfabeta, nel ruolo però di un mentore d’eccezione.

Proprio lei lo invita a fare la scelta più significativa della sua vita tra: «esistere, vivere o vivere felice?»

Lui per amore si mette al lavoro da subito e riesce ad individuare ciò che amerebbe fare nella sua vita: “studiare medicina in modo unico e vivere elice a Roma” Niente male come scelta. Peccato che il mondo dei saggi istituzionali gli hanno informato che era privo a tutti i requisiti minimi richiesti per una simile impresa. L’unica persona che gli aveva detto che non era ero era sua nonna. Lei insisteva che il sogno emozionato conteneva tutte le rispose e le soluzioni. Era il sogno cristallizzato ed emozionato il grande segreto per motivalo a mettersi in cammino e non i requisiti iimi. Questo confronto lo aveva inchiodato a casa fino all’eta di 23 anni, cercando di realizzare il suo sogno secondo chi sapeva come bisognava fare.

Alla fine arrivò il turno di ia nonna che i ha indicato la soluzione che era l’esatto contrario rispetto alla strada indicatali dai “ saggi”. Ma questa strada assomiglia quella del salmoni. Andava controcorrente ed a senso unico.

Ma cos’è il sogno si chiedono in tanti? E’, secondo l’autore che vive oggi a Piazza di Spagna, quel traguardo che si può comprendere solo quando si è nudi, senza nulla da perdere, soli dinanzi alla montagna da scalare andando avanti malgrado tutto e contro tutto.

Nel libro non c’è un solo grammo di retorica, perché tutto è certificato dal fatto di essere vita vissuta, quindi esempio plastico per quelle generazioni che hanno invece abbracciato la politica del lamento e dell’autocommiserazione.

Insegnare a chi si sta formando ciò che la filosofia insegna: il senso vero della vita, la costruzione di un percorso che porti davvero alla felicità dell’anima e non solo a quella delle tasche, la consapevolezza che una volta toccato il cielo con un dito bisogna voltarsi indietro e condividere con gli altri quei frutti e convincerli che il sognatore a tempo pieno che entra in azione riceve come regalo divino “il dominio del caso”. Da non confondere con ciò che tutti chiamano “fortuna”.

Osservando la natura si scopre che i bruchi si trasformano in farfalle mediante il fenomeno meraviglioso della metamorfosi. I sogni sono desideri che si trasformano in odo analogo in sogni che ricevono in dono le ali e la libertà per vivere felici. Non tutti i desideri possono subire questo fenomeno straordinario. Solo quelli desideri che è impossibile misurare con mezzi ordinari includono il potenziale per subire tale trasformazione. Per misurarli serve usare la fantasia affinata e l’irrazionalità infantile. Il sogno diventa una vera e propria ossessione destando curiosità a tutti.

Si evidenzia così il valore straordinario, nella ricerca della gemma preziosa e nella costruzione del sogno su misura, di due sensi veri e propri: il sesto, il settimo senso (fantasia) e gli "occhiali da vista" (l;immaginazione), per mettere a fuoco il creato.

Non si tratta di optional facoltativi, ma di qualcosa di molto utile perché fa parte di noi sin dalla nascita.

E chi non sa ancora di cosa è fatto il sogno, qui lo scoprirà e comprenderà perché Plutarco sosteneva che “l uomo è l;ombra del proprio sogno”, e ancora, perché un uomo senza sogno è come se non esistesse, condannato a vivere in balia degli eventi.

Il libro spiega come avviene il passaggio dall ignoranza infantile l’intelligenza emotiva per poter agire in modo eroico usando l’ audacia per andare oltre le regole dettate dalla logica e la scienza.

L'audacia e la passione sembrano essere «merci rare ma in verità si trovano in abbondanza nelle mani degli eroi, dei bambini e dei sognatori a tempo pieno”.

Bambini lo siamo, eroi possiamo scegliere di diventarlo per entrare nei territori rioni ti.Il libro mette in evidenza e sottolinea l importanza fondamentale che assume il saper rispondere senza esitazione alla domanda: Quo vadis?

Saper rispondere con chiarezza invidiabile la nostra destinazione in modo chiaro, è il primo dovere di chiunque. 

Di recente ho conosciuto personalmente Rosanna Rivas, giornalista e scrittrice a tutto tondo, appassionata di arti letterarie, ma con alle spalle una formazione scientifica. Il suo corso di laurea l’ha naturalmente  indirizzata verso varie specializzazioni, tutte riconducibili alle “Scienze naturali” e sempre su tali tematiche ha scritto articoli e testi di programmi televisivi di approfondimento, che ha condotto con successo, in materia fitoterapica, aromaterapica, cromoterapica, argomentando ampiamente su fitocosmesi, macrobiotica, alimentazione biologica, bioarchitettura ed ecologia domestica. Ricercatrice scientifica e cosmetologa, fra i principali programmi da lei ideati e condotti in tv, si ricordano: “L’uomo, l’ambiente e la natura”, “L’altra medicina e poi” e “Natura e salute”, ai quali hanno partecipato vari personaggi del mondo politico.

Inoltre, Rosanna Rivas, attenta alle problematiche legate all’ecosistema, ha più volte organizzato incontri e forum sull’inquinamento atmosferico ed acustico, puntando l’attenzione circa i danni prodotti sull’uomo e anticipando il difficile e gravissimo tema della “terra dei fuochi”. Per restare nell’ambito giornalistico, ha collaborato con diverse testate locali ed intervistato noti politici e personaggi del mondo dello spettacolo; tuttavia, i suoi interessi non si fermano alla cultura. Dopo aver studiato presso l’Accademia del Teatro Augusteo è diventata donna di teatro, oltre che conduttrice radiofonica per una rete australiana di un programma dedicato ai nostri emigrati, del cui successo ha parlato anche “Il Mattino” di Napoli.

Nel corso del suo variegato percorso artistico e professionale ha presentato numerosi concerti di musica classica e durante il Giubileo del 2000 ha curato vari dossier sui Siti Giubilari in Campania, dando visibilità a monumenti di straordinaria bellezza ingiustamente sottovalutati. Sempre nell’ambito dei suoi programmi televisivi, fra cui “Dossier Napoli - Dossier Campania” e “Magazine Sport”, si è occupata di archeologia e di tematiche legate alle periferie, luoghi particolarmente segnati dalle piaghe della tossicodipendenza e della criminalità.

Da tempo di dedica alla saggistica e alla poesia ed ha pubblicato diversi libri, fra cui il romanzo-denuncia “La luce nel deserto”, l’intensa storia di una ragazza palestinese e di un ragazzo israeliano. Quest’opera editoriale ha vinto numerosi premi nazionali ed internazionali. Di recente pubblicazione il libro di poesie e prosa “URLO ROSA” (a cura del MANUALE DI MARI), completamente dedicato all’universo femminile, troppo spesso sottoposto a violenze fisiche e psicologiche dinanzi alle quali non si può tacere.

Il suo libro di poesie e prosa “URLO ROSA” (a cura di MANUALE DI MARI) sito IL MIO LIBRO, piattaforma “Espresso La Repubblica”, è dedicato all’universo femminile, a tutte le donne troppo spesso sono vittime di violenze fisiche e psicologiche; versi intrisi di sofferenza, in un corale grido che non conosce confini geografici.  Qual è il motivo per cui ha iniziato a dedicarsi alla poesia d’impegno civile?

Nel corso degli anni ho visto e notato che alcune realtà non vengono più trattate ai grandi tavoli; questo uno dei motivi che mi hanno portato verso la poesia sociale.

Molto toccante la poesia “Bambina infibulata”, dedicata allo scabroso tema dell’escissione dei genitali femminili. Da alcuni decenni le organizzazioni umanitarie e il mondo della cultura si stanno mobilitando per contrastare tale mutilazione, che fra l’altro può produrre effetti devastanti anche sotto il profilo della salute della donna, oltre all’incontrovertibile trauma psico-fisico. Qualche anno fa anch’io, come lei, ho affrontato in chiave lirica questa drammatica realtà, tuttora presente in numerosi Paesi del mondo. Pertanto, leggendo il testo ho rivissuto in totale empatia la difficoltà che provai nell’esprimere in versi concetti crudi, che comportano delicatissime implicazioni emotive. Come ha vissuto questa esperienza?

Sono esperienze che subiscono le bambine, non solo in Africa, ma anche in Europa, in aree di grandi città, dove si è reso difficile far rispettare le regole del Paese ospitante. Molte bambine perdono la vita dopo questa terribile pratica. Scrivere poesie su tali argomenti significa immedesimarsi nelle situazioni; pertanto non è possibile evitare di provare sofferenza.

Per non parlare della lapidazione, altra realtà culturale verso la quale sarebbe auspicabile che la società del Terzo Millennio  riuscisse finalmente ad attivarsi attraverso azioni concrete volte ad arginarla.  In ogni contesto storico o geografico le norme, gli usi e le tradizioni popolare afferenti la morale e il vivere civile sono generalmente mutuate con le religioni. Ma in questi casi dove finisce l’umanità?

La lapidazione è una pratica terribile. Una donna può essere lapidata solo per aver sussurrato un’ancestrale melodia alle orecchie dei suoi bimbi. Tutto questo avviene nelle piazze dei Paesi integralisti, sotto gli occhi delle autorità.

In un’epoca di globalizzazione, l’incontro fra le varie culture e religioni non dovrebbe stimolare e favorire un confronto dialettico fra i popoli, invece di incrementare lo scontro fra le diverse posizioni culturali?

Penso che siamo ai limiti di un tempo massimo, poiché le guerre, inutili e devastanti, hanno compromesso ogni forma di dialogo.

Nel suo animo di scrittrice, ma anche di giornalista, quale posto occupa la speranza, in un momento storico contrassegnato da guerre, intolleranza, devastazioni ambientali e, non ultima per importanza, una crisi planetaria difficile da superare?

La speranza non è più dell’essere umano; saranno la storia e la natura a cambiare il corso degli eventi, come è sempre accaduto. Nel pianeta Terra sono in corso da tempo pericolosi cambiamenti climatici. Il fattore umano è provato, influenza solo il 4%.

Nella parte finale del suo libro ci presenta alcuni brevi, ma incisivi racconti. Vorrebbe parlarmene?

Sono storie vere, che non devono andare nel dimenticatoio, ma andrebbero ricordate alle nuove generazioni. “Ritorno a Cefalonia”, storia vera di una persona conosciuta, racconta una pagina drammatica della Seconda Guerra Mondiale, di uomini che avevano il senso della Patria, un concetto volutamente in disuso. Vorrei sottolineare che in questo testo un’ultima voce ho voluto darla alle eroine del Regno di Napoli e delle Due Sicilie, donne violentate od uccise  all’indomani dell’Unità d’Unità per difendere la loro Terra dagli invasori, che oggi finalmente gridano il loro “URLO ROSA”.

Nel corso della sua intensa attività letteraria ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti. Oltre l’ incoraggiamento ad andare avanti per affermare i propri ideali attraverso la sua vena creativa, cosa rappresentano per lei?

I riconoscimenti sono un urlo che arriva virtualmente come un abbraccio rivolto a tutte le bambine e donne che subiscono violazioni fisiche e psicologiche, in un mondo troppo distratto dall’egoismo e dal profitto.

 

 

 

Venerdì 11 agosto 2017 alle ore 21.00 a Serracapriola (Foggia) - Largo Vittorio Emanuele, davanti al meraviglioso Castello medioevale avrà luogo l'XI edizione del reading poetico dal titolo "Una poesia per l'Arte", un connubio vincente e consolidato fra arte e letteratura.
La manifestazione è organizzata dal Comitato Culturale "Insieme per l'Arte" in collaborazione con l'Assessorato al Turismo e il Comune di Serracapriola (FG), nelle persone di Sabina Ferrero e il Sindaco Giuseppe D'Onofrio e la locale Proloco.
Il Comitato Culturale "Insieme per l’Arte", sin dalla sua prima edizione,  ha fortemente creduto nella valorizzazione del territorio attraverso l'afflato della poesia e l'aulico valore dell'arte,  facendone un caposaldo della sua attività di ricerca e promozione. In un'ottica volta alla collaborazione e al coinvolgimento delle realtà del territorio, dei talenti artistici e delle varie espressioni dell'arte, si è  giunti  ad un altro appuntamento culturale.
L'atteso evento vedrà la partecipazione di autori provenienti da tutta Italia e personaggi dello spettacolo e della musica, come il soprano Gina Palmieri, il Maestro Pietro D’Amicis, la prof.ssa Antonella D’Amicis e la flautista Maria Chiara Orlando ed è patrocinato dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, dalla Regione Puglia, dalla provincia di Foggia e dal Comune, in  partnership con Radio Athenabeat Production, che realizzerà uno short movie a tema e il “Meglio della Puglia” Associazione di promozione del territorio dell’alto Tavoliere.
Il tema conduttore della XI° rassegna artistica-letteraria, è “Poesia e fotografia raccontano Serracapriola”, un borgo della provincia di Foggia che fa parte del Parco Nazionale del Gargano,  scrigno di rara bellezza alle porte della Puglia.
La serata, presentata dalla giornalista Tiziana Primozich e dalla fotomodella pugliese Luna Filippetti, si caratterizzerà per la lettura di liriche dedicate a Serracapriola tratte dall’antologia “Un paese mai visto”, realizzata per l’occasione a cura della dott.ssa Maria Pompea Carrabba e della dott.ssa Ella Clafiria Grimaldi, entrambe medico con la passione per la poesia,  che dal 2012  collaborano in un consolidato sodalizio, in qualità di promoter, all’organizzazione e cura del progetto culturale del Comitato “Insieme per l’Arte” – una poesia per l’arte.  Le poesie saranno intervallate a perfomance musicali e teatrali, come la recitazione della attrice Annamaria Giannini e Laura Balice.
L’antologia poetica “Un paese mai visto” è un altro tassello che si inserisce in quell’ambizioso progetto, artistico-letterario iniziato nel 2012, di “Una poesia per l’arte”, laddove autori, che appunto non hanno mai visto il paese che decantano, attraverso la lettura del territorio loro proposto e le emozioni e suggestioni suscitate dalle immagini, che fotografano vie, case, particolari e ambientazioni, riescono con la forza dei loro versi a percorrere questo viaggio ideale all’interno del paese, descrivendolo con amorevole cura e passione, come se fossero loro stessi a camminare e vivere per le vie del borgo. Un paese mai visto, è anche quel paese che spesso resta sconosciuto o sfugge agli occhi dei suoi abitanti, poiché distratti o forse troppo abituati alle bellezze dell'ambiente in cui vivono. Luoghi che spesso anche chi vive nel territorio  non ha mai visto, o non conosce, o non ricorda più di aver visto.
Quello che sarà  realizzato è un percorso, un racconto attraverso immagini e poesie. Le immagini utilizzate e proposte, con l’obiettivo di raccontare un territorio e mettere a fuoco la sua identità culturale e autenticità, sono le istantanee artistiche realizzate con maestria dal fotografo pugliese Pasquale Volgarino.
Hanno collaborato alla realizzazione del progetto autori eccellenti di fama nazionale, quali l’attrice Rai e Mediaset Beatrice Buzzi, la giornalista e  pluriaccademica letterata Daniela Cecchini, Sonia Giovannetti scrittrice e critica letteraria, Rosanna Affronte poetessa pluripremiata , la prof.ssa Fabia Baldi redattrice poetessa e critica letteraria, Maria Pompea Carrabba premio internazionale poesia sacra, Annabella Ciardiello giornalista campana, Corinna Corneli poetessa e giornalista romana, Lilly De Siati affermata  poetessa pugliese, Annamaria Giannini attrice e performer romana, Anna Ursula Giuliani poetessa pugliese, Michele Carmine Giuliano scrittore di origine pugliese che vive a Milano, Ella Clafiria Grimaldi presidente del Comitato , Paola Maria Leonardi poetessa romana, Adele Libero poetessa partenopea, Antonio Bellino promoter del Comitato, Donatella Mandunzio referente con le istituzioni locali, il Cavaliere Laura Pingiori poetessa sarda, Michele Mandunzio promoter del Comitato, Lorenzo Pais poeta torinese, Gina Palmieri cantante lirica e poetessa pugliese, Simonetta Paroletti poetessa della Tuscia, Salvatore Pasquale e la sua poesia in vernacolo napoletano, Carmelo Trianni Polizia di Stato e il Cavaliere Felice Zinno  Dir. Funzione Pubblica Caserta.
La poesia come strumento per porre l’accento e mettere in rilievo luoghi paesani e rurali, che caratterizzano una parte del nostro Paese, per dare alle comunità che ancora vivono i borghi consapevolezza d’identità e fierezza, e spronare a quella rigogliosa voglia di essere e di sentirsi più partecipi nel loro paese, essere più ambiziosamente propositivi, così da mettere in campo iniziative concrete e sistematiche per custodire, preservare e migliorare il loro/nostro patrimonio artistico e culturale.
ll Comitato "Insieme per l’Arte", movimento di volontariato culturale, ha lo scopo di rendere prima di ogni altra cosa i cittadini più consapevoli delle ricchezze del loro territorio e più disponibili ad attivarsi in prima persona per tutelarle, spronando  le istituzioni ad un maggiore interesse  verso i beni comuni.  Questa è la cultura che vince, questa è l’emozione, la più virtuosa, di persone convinte che uniti si possa andare avanti, produrre e raccogliere buoni risultati.

“Il Fatto personale” di Antonio Padellaro è il libro vincitore nella sezione “Saggistica” del Premio Letterario Caccuri 2017. A premiare il grande giornalista con l'ormai famosissima “Torre d'Argento” è stato il maestro orafo crotonese Michele Affidato che, come sempre, è al fianco di una delle manifestazioni letterarie divenute tra le più importanti in Italia. Il Premio Caccuri vanta una doppia giuria di alto profilo, quella nazionale di cui fanno parte, tra gli altri, Ferruccio De Bortoli e Piergiorgio Odifreddi e quella composta dai “Caccuriani”. A presiedere entrambe le giurie anche per l'edizione 2017 lo storico e scrittore Giordano Bruno Guerri. Padellaro, con la sua opera edita da Paper First, ha battuto gli altri due finalisti per una manciata di voti: Giampiero Mughini con “La stanza dei libri” (Bompiani) e Giulia Innocenzi con “Tritacarne” (Rizzoli). L'evento come sempre è stato organizzato dall'Accademia dei Caccuriani, nel corso del dibattito non sono mancati i momenti di confronto acceso tra il direttore de Il Fatto quotidiano e Mughini che hanno animato la platea. Per Michele Affidato si è trattato di un altro gradito impegno in un'estate straordinaria e che ha visto il maestro crotonese salire sui palchi più importanti d'Italia per le premiazioni delle kermesse di maggiori rilievo. A trionfare nella sezione “Narrativa” è stato Maurizio De Giovanni, a Michele Placido il Premio Alessandro Salem-Fondazione Carical, a Sergio Staino il Premio Letteratura e Satira. Anche quest'anno è stata una cinque giorni intensa, ricca di incontri e dibattiti che hanno animato culturalmente non solo Caccuri, ma tutta la provincia di Crotone. “Il Premio Caccuri – afferma Michele Affidato – è importante non solo per la cinque giorni che regala emozioni e spunti di riflessione, ma per l'eredità che questi dibattiti lasciano a tutti noi. Tutto questo grazie a tre fantastiche persone tra cui il Presidente Adolfo Barone, Roberto De Candia e Olimpio Talarico che pur vivendo fuori dalla loro Caccuri hanno voluto fortemente ideare questo prestigioso premio. La nostra è una terra bellissima, straordinaria, che può crescere ancora di più se il livello culturale della discussione viene innalzato come in queste occasioni. Per questo ringrazio l'Accademia dei Caccuriani non solo per il prestigioso incarico che mi è stato affidato, ma anche come semplice cittadino che ogni giorno dedica il proprio lavoro alla sua terra”.

Gente di Jazz, un libro-verita' sul jazz, di Gerlando Gatto "Qualunque idiota al mondo puo' imparare a suonare, anche benissimo, uno strumento, ma non a fare musica". E' un aforisma che Joe Zawinul raccolse da un amico pianista e che Gerlando Gatto ha fissato su carta, fra tanti altri, nel suo volume Gente di Jazz Interviste e personaggi dentro un festival jazz (KappaVu, Udine, 232 pag., euro 14,00).

Non si tratta di un lavoro per soli jazzofili ( anche se non sempre chi ascolta jazz su disco o live vi affianca la lettura di riviste e pubblicazioni specializzate).

Il libro e' un ampio squarcio su un mondo, quello jazzistico, visto dall'interno, partendo cioe' dal vissuto di una serie di indiscussi protagonisti intervistati dall'Autore, critico militante nonche'

direttore della rivista on line A proposito di Jazz, con approccio amicale quasi socratico. Lo scopo e' quello di favorire delle risposte a quesiti e curiosita' il piu' possibile naturali e dirette, fuori dai tecnicismi. Insomma tendenti piu' a svelare il senso della musica prodotta, il modo in cui viene elaborata stilisticamente, le esperienze a monte del musicista, i progetti, le aspettative.

Risposte che Gatto riannoda nel riproporne altre, centrando i tratti principali nella personalita' dell'artista che ha di fronte, messo in condizioni di "confessarsi" su temi nevralgici come, ad esempio, la creativita', l'improvvisazione, la ricerca del Suono.

Il mondo del jazz, inquadrato sul palco di Udin&Jazz, e' rappresentato nel libro ai massimi livelli: pianisti (Mc Coy Tyner, Petrucciani, Rubalcaba, Solal, Walton, Bollani, D'Andrea, Battaglia, Rea, Cojaniz, Pieranunzi), sassofonisti (Giammarco, Fasoli, Bearzatti, Schiaffini), batteristi (Gatto, Carnovale), percussionisti (Cinelu), chitarristi (Onorato), flautisti (De Mattia), trombettisti (Rava, Fresu). Ed e'

quest'ultimo, in prefazione, a sottolineare che "le parole degli artisti, in movimento come la loro musica, possono risultare utili a esplicare il pensiero che si cela dietro la scelta di divenire jazzisti, seppure le quattro lettere che formano la parola "jazz", cosi' brevi, siano limitanti nel racconto dei cento anni della sua storia". Affermazioni che nelle pagine del volume hanno il sapore della verita', lontane da certi redazionali preconfezionati, e da rigide schedature repertoriate. In una narrazione stimolata, richiesta, dunque scaturita, da cui lasciar fuoruscire quella "essenza segreta" citata da Fabio Turchini in postfazione.

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