Onu: L'UNHCR accoglie con favore lo sbarco a Malta

L'UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, accoglie con favore la notizia dello sbarco sicuro a Malta dei 49 rifugiati e migranti che si trovavano a bordo delle navi Sea Watch 3 e Albrecht Penck. L’UNHCR elogia le autorità maltesi per aver fornito un porto sicuro e gli otto Stati europei che hanno deciso di accoglierli. L’agenzia ONU per i rifugiati esprime inoltre apprezzamento per gli sforzi della Commissione europea nel coordinare la risposta degli Stati membri.
L'UNHCR esprime tuttavia preoccupazione per il fatto che una soluzione alla difficile situazione delle persone soccorse in mare sia arrivata dopo così tanto tempo - più di 18 giorni nel caso del Sea Watch 3, nonostante a bordo ci fossero anche donne e bambini. Questo è inaccettabile.
"Il salvataggio in mare non termina quando si recupera qualcuno dall'acqua, le persone soccorse devono essere portate a terra e in un luogo sicuro il più rapidamente possibile", ha affermato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. "L'imperativo di salvare vite umane viene prima della politica e non può rappresentare una responsabilità che viene negoziata caso per caso".
I tentativi di costituire un sistema condiviso e prevedibile per lo sbarco delle persone soccorse nel Mediterraneo hanno fatto progressi molto lenti, nonostante le proposte avanzate congiuntamente da UNHCR ed OIM. 

Continua pertanto a prevalere un approccio ad hoc e le persone salvate nel Mediterraneo aspettano giorni o settimane prima di poter sbarcare a terra.
Nel 2018, 116.674 persone hanno raggiunto l'Europa attraversando il Mediterraneo, una riduzione significativa rispetto agli anni precedenti ed un ritorno ai livelli pre-2014. Tuttavia, il viaggio è diventato più pericoloso. Una vita ogni 50 persone che hanno tentato la traversata è andata perduta.
Intanto le autorità tailandesi hanno concesso all’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, di incontrare la cittadina saudita Rahaf Mohammed Al-qunun all’aeroporto di Bangkok per valutare il suo bisogno di protezione internazionale e trovare una soluzione immediata alla sua situazione.
L’UNHCR ha seguito con attenzione la vicenda e ha chiesto subito l’autorizazione alle autorità tailandesi per poter incontrare Rahaf Mohammed Al-qunun, 18 anni, al fine di valutarne il bisogno di protezione internazionale.
La donna saudita ha riferito a organizzazioni per i diritti umani e ai media di essere stata fermata all’aeroporto di Bangkok mentre era in transito dal Kuwait e di essersi vista togliere il passaporto. Ha detto di essere fuggita alla sua famiglia per garantire la propria incolumità, e che era diretta in Australia dove sperava di chiedere asilo.
L’UNHCR ha sempre sostenuto che i rifugiati e i richiedenti asilo – sia quelli riconosciuti che coloro che hanno sostenuto di aver bisogno di protezione internazionale – non possono essere riportati nei loro paesi di origine in base al principio di non-refoulement.
Quello del non-refoulement è un principio internazionale che impedisce agli stati di espellere o riportare le persone in un territorio dove la loro vita o la loro libertà sarebbero a rischio.
Questo principio è riconosciuto come un elemento di diritto internazionale consuetudinario, e rientra anche negli obblighi che la Tailandia deve rispettare in base ai trattati internazionali.
Per motivi di riservatezza e di protezione l’UNHCR non potrà commentare i particolari dell’incontro.

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