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Matera 2019, capitale del futuro

Si è svolta recentemente a Roma la presentazione  di "Matera 2019, capitale del futuro. Dove investire è cultura". Matera è oggi una delle città più visitate d’Italia e tra le più vivaci dal punto di vista culturale e punta a crescere come centro di produzione creativa materiale e immateriale, d’esempio per il Sud e per tutto il Mediterraneo. I pilastri su cui poggia il programma culturale di Matera 2019 sono stati pensati e studiati per essere di importanza strategica non soltanto per la città e la sua regione, ma per l'intero Paese.
L'evento - promosso dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 - è stato occasione per presentare ad un pubblico qualificato di imprenditori e politici le attività di Matera 2019 da oggi al 2020, illustrandone con chiarezza le opportunità in termini di visibilità e sviluppo di affari e turismo per quelle realtà che decideranno di sostenere il progetto. E’ intervenuto, a so
stegno dell’iniziativa, il ministro dei Beni, Attività Culturali e Turismo,  Dario Franceschini .

Matera 2019, una storia che parte da lontano

Il 17 ottobre 2014 Matera è stata proclamata Capitale Europea della Cultura per il 2019 a chiusura di un intenso percorso di candidatura e a seguito della valutazione di una giuria internazionale. L'idea di candidare Matera a questo prestigioso titolo era stata promossa alla metà del 2008 da un gruppo di giovani, costituitisi nell'Associazione Matera 2019 con l'obiettivo principale di avviare il percorso della candidatura attraverso il coinvolgimento dal basso dell'intera comunità lucana. Per rafforzare e rendere condiviso tale percorso, le istituzioni regionali hanno dato luogo nel luglio del 2011 al Comitato Matera 2019, con una sua autonomia giuridica, volto specificamente a preparare e sostenere unitariamente la candidatura. Dopo l'entrata nella rosa dei candidati, nel settembre 2014, è stata costituita la Fondazione Matera-Basilicata 2019 come soggetto preposto ad attuare le linee di intervento delineate nel dossier finale di candidatura al fine di consolidare il posizionamento acquisito da Matera e dalla Basilicata a livello europeo nel settore della creatività e di diventare una piattaforma culturale per il Mezzogiorno d'Europa.

Matera 2019 sarà una grande occasione per allargare e qualificare il pubblico della cultura, sperimentando nuovi modelli di ascolto, condivisione e produzione abbracciando l'idea di un "abitante culturale" che partecipi attivamente ai processi di co-creazione e di cogenerazione.

 

Futuro Aperto

La filosofia di Matera 2019 è racchiusa in due parole: "Futuro Aperto", uno slogan scelto per rappresentare al meglio la natura e l'essenza dell'intero programma culturale. Matera 2019 vuole infatti essere un'opportunità per creare una cultura aperta, in tutte le sue molteplici declinazioni: aperta perché "accessibile a tutti"; aperta perché "non oscurantista nei confronti dei pensieri e delle sensibilità"; aperta perché "disponibile al dialogo". Da un punto di vista operativo, aprirsi significa perciò confrontarsi con gli abitanti culturali del resto d'Italia e dell'Europa; liberare i dati e condividere la conoscenza, in modo particolare all'ambito dei beni culturali; garantire trasparenza in tutte le azioni pubbliche; accogliere operazioni culturali inaspettate.

La forza sono e saranno i cittadini: gli abitanti di Matera, della Basilicata ma anche del Mezzogiorno e di tutta l'Europa. Chi deciderà di visitare Matera non sarà un turista, quanto piuttosto un "cittadino temporaneo", partecipante attivo di un progetto civico a lungo termine per la costruzione di un nuovo futuro per l'Europa basato su apprendimento reciproco, creatività e valori condivisi.

Eventi, cultura, sviluppo: l'effetto moltiplicatore per il territorio

Partecipazione, inclusione, apertura. Con questi punti fissi Matera 2019 si propone al territorio. L'80% del programma culturale di Matera 2019 prevede il coinvolgimento della cittadinanza attraverso azioni di co-creazione. Tutti i ragazzi delle scuole elementari e medie di Matera e della Basilicata verranno coinvolti, mentre almeno 8.000 operatori e artisti arriveranno da tutta Europa per programmi di residenze europee e di mobilità. Saranno ospitati 40 raduni, incontri internazionali e scuole estive delle comunità e delle reti del cambiamento europeo.

Il progetto culturale di Matera 2019 si articola in cinque principali filoni tematici, ognuno dei quali diviso in cluster, o gruppi progettuali, che sviluppano l'indagine su un determinato aspetto del tema attraverso una serie di iniziative di grande, media e piccola scala: Futuro remoto, Radici e percorsi, Riflessioni e connessioni, Continuità e rottura, Utopie e distopie.

Due sono i progetti chiave su cui il programma di Matera 2019 pone le basi: l'Open Design School (ODS) e l'istituto Demo-Etno-Antropologico (1-DEA). L'I-DEA sarà un luogo in cui arte e scienza si incontreranno a partire dagli archivi condivisi reperiti in regione, in Italia e nel resto d'Europa. Partita nel 2016, l'ODS permetterà invece di creare una nuova generazione di designer con capacità e competenze necessarie a sviluppare localmente gran parte delle strutture e delle tecnologie necessarie per realizzare il programma del cartellone del 2019.

Quattro le grandi mostre che caratterizzeranno l'offerta culturale di Matera 2019. Ars Excavandi sarà la prima vera indagine sulla storia dell'architettura rupestre attraverso i secoli, analizzata da una prospettiva contemporanea esplorando anche le più innovative direzioni future. Rinascimento riletto svelerà le tracce che ha lasciato questo incredibile periodo artistico e culturale attraverso i territori della Basilicata e della Puglia. La poetica dei numeri primi svelerà l'antica bellezza della matematica svelandone la centralità nel lavoro di artisti di tutte le età. La quarta mostra, Osservatorio dell'Antropocene, contribuirà al vasto dibattito intorno al presunto inizio di una nuova era geologica definita dalle azioni dell'uomo.

Il programma di costruzione di capacità

Matera 2019 ha impostato un programma di costruzione di capacità a livello sistemico che riguarderà gli operatori socio-culturali: orientamento alla collaborazione, superamento della logica assistenziale, capacità di networking internazionale, ricerca di nuovi modelli di sostenibilità e di imprenditorialità, attenzione alla rilevanza sociale dovranno costituire il DNA progettuale degli operatori del settore culturale e creativo.

Nella gestione di un'iniziativa complessa come la Capitale Europea della Cultura, le risorse umane rivestono un ruolo chiave. Il programma di costruzione di capacità consentirà di intraprendere iniziative innovative e al contempo doterà le strutture culturali già esistenti di un pool di collaboratori per il futuro.

Una grande occasione per investire

Una stima prudente quantifica in un milione le presenze che gli eventi culturali in programma porteranno a Matera nel 2019. Un numero che si innesta in una favorevole congiuntura per chi abbia la capacità di investire sul territorio. Secondo gli ultimi dati macroeconomici la Basilicata è la regione del Sud Italia che cresce di più: dopo aver risentito in maniera considerevole della crisi, mostra segni di ripresa in tutti i settori. L'ultimo rapporto Svimez (2016) mostra che il PIL della regione cresce del 5,5% nel 2015, mentre il Mezzogiorno dell'l% e il resto del Paese dello 0,8%. ln particolare, il PIL della provincia di Matera cresce del 6,4% ed è in costante aumento nelle serie storiche.

I dati che riguardano i flussi turistici a Matera sono il primo effetto visibile del titolo di Capitale Europea della Cultura. Dal 2014 (anno della proclamazione) al 2016, gli arrivi nella città di Matera sono passati da 150 mila a 253 mila (+63%) e le presenze da 244 mila a 409 mila (+67%). Un visitatore su 4 che arriva a Matera è straniero, 16.000 in più rispetto al 2014. Il tessuto cittadino e imprenditoriale ha risposto alle nuove esigenze di accoglienza: gli esercizi ricettivi sono passati da 184 a 482 e i posti letto da 2.908 a 4.527.

Si stima che i 200 milioni di euro investiti sul territorio per turismo e opere pubbliche possano generare un ritorno pari a un miliardo di euro sul territorio in quattro anni.

 

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