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Aiutare le vittime della Brexit

BREXIT doppia

L’Università delle Generazioni di Agnone del Molise – Italy – ritiene che nel caso della Brexit è opportuno ripensare non soltanto l’Unione Europea ma persino la stessa “democrazia” dal momento che chi ha scelto di uscire dalla EU non possa, né umanamente né tecnicamente, tenere storicamente in ostaggio tutti coloro che hanno votato per rimanerci e, quindi, per godere di tutti i benefici e le opportunità dell’Europa. Sarebbe, ad esempio, come se la maggioranza avesse votato per abolire il divorzio coniugale e che, perciò, i perdenti del referendum non potessero esercitare il diritto di divorziare. Nella civiltà positiva, ognuno deve essere libero di essere quel che vuol essere senza per questo impedire agli altri di essere ciò che vogliono essere. Sono entrambe volontà possibili e conciliabili, senza proibizione né per gli uni né per gli altri.

Per tale motivo, l’Università delle Generazioni di Agnone fa appello all’Unione Europea di considerare propri cittadini coloro i quali, avendo votato contro la Brexit, dichiarino di voler restare cittadini europei godendo di passaporto dell’Unione e di tutti gli altri benefici già previsti. Coloro i quali hanno votato per la Brexit abbiano, quindi, il coraggio di rinunciare fin da subito al passaporto EU e a tutti gli altri benefici goduti. Questa sarebbe vera democrazia non quella di affidare ad un falso referendum il destino di decine di milioni di persone (specialmente le nuove generazioni) proibendo loro di aderire al progetto europeo.

L’Unione Europea – sempre a parere dell’Università delle Generazioni – dovrebbe considerare ancora propri cittadini coloro che in Gran Bretagna dichiarino pubblicamente di volerlo essere, mantenendo il loro “status” di libera circolazione in tutti gli altri paesi EU e di godimento dei diritti-doveri del cittadino EU. E’ necessario aiutare le vittime della Brexit e salvarle dal populismo che si è servito della falsa democrazia di un referendum per tagliare gambe e futuro ad intere generazioni presenti e future. A costo di inserire le vittime della Brexit in un vero e proprio “Stato” senza territorio, l’Unione Europea si dovrebbe attivare per fare rimanere invariate le situazioni di tutti coloro che hanno votato “NO” alla uscita dai 28 membri effettivi. Sarebbe un crimine “punire” le vittime della Brexit inibendo loro la volontà di rimanere cittadini europei. Bisogna assolutamente evitare un vero e proprio “genocidio civile”. E l’Università delle Generazioni non vuole rendersi “complice” di tale assurdità antistorica e antidemocratica. Spera, perciò che l’Unione Europea, nella trattativa per la separazione ufficiale dello Stato “Regno Unito”, salvi le vittime della Brexit, le quali, pur volendo rimanere sudditi di Sua Maestà Britannica, vogliono comunque sentirsi parte dell’Unione Europea e del suo progetto lungimirante.

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