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Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni": è quanto ha detto Vittorio Sgarbi a margine di un evento a Milano.

"Mi dimetto e lo faccio per voi. Adesso sono solo Sgarbi, non sono più sottosegretario", ha aggiunto. "L'Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all'Antitrust il ministro della Cultura, in cui c'era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro". Lo ha detto il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, a Milano

"È un colpo di teatro, sono due ore che medito se farlo o se non farlo". Così Vittorio Sgarbi dopo aver annunciato le sue dimissioni da sottosegretario alla Cultura, parlando durante l'evento 'La ripartenza' organizzato da Nicola Porro a Milano. 

"La legge consente che io, attraverso il Tar, indichi quelle cose che ho detto", ossia "che non può essere in conflitto di interessi chi non ha un lavoro, chi non fa l'attore, chi non fa il professore, chi è in pensione come professore e come sovrintendente" ha aggiunto, sottolineando che "io ho fatto occasionalmente conferenze come questa. Questa conferenza - ha spiegato - secondo quello che l'Antitrust mi ha inviato, sarebbe incompatibile, illecita, fuorilegge". 

Quindi, "per evitare che tutti voi siate complici di un reato, io parlo da questo momento libero del mio mandato di sottosegretario. Avete comunque un ministro e altri sottosegretari - ha concluso -. Io riparto e da ora in avanti potrò andare in tv e fare conferenze".

"Non mi devo scusare con nessuno, ho espresso le mie imprecazioni come fa chiunque" ha detto il sottosegretario alla Cultura a margine dell'evento 'La Ripartenza' a Milano, interrogato sulla sua reazione alle inchieste dei giornalisti di Report e de Il Fatto Quotidiano."Ovviamente, io sono noto per le mie imprecazioni e per le 'capre', non ho nessuna volontà di crudeltà e di morte per nessuno. 

Mi scuso - ha aggiunto Sgarbi durante l'evento 'La ripartenza' - con i giornalisti che si sentono in pericolo di morte, perché ho detto: 'Vorrei che tu morissi'. Mi scuso, per chi l'ha interpretato in una trasmissione che è stata particolarmente cruda, ma che era sostanzialmente una trasmissione con un'intervista non autorizzata, non voluta". 

A un certo punto, "non essendo un'intervista, io ho fatto imprecazioni, che sono sembrate anche a qualche giornalista offensive. I oritiro il mio augurio di morte, mi scuso di averlo pensato e non sono più neanche il sottosegretario. D'ora in avanti - ha concluso - augurerò la morte senza essere responsabile di essere sottosegretario"

A chi gli chiedeva che immagine arriva all'estero dopo l'inchiesta pubblicata da Report, Sgarbi ha precisato di non aver rilasciato alcuna intervista, quindi, quelle erano immagini "rubate".

"Io ritiro il mio augurio di morte - ha proseguito Sgarbi - mi scuso di averlo pensato e non sono più neanche un sottosegretario. D'ora in avanti augurerò la morte senza essere responsabile di essere sottosegretario". "Mi scuso - ha aggiunto - con i giornalisti che si sentono in pericolo di morte, perché ho detto: 'Vorrei che tu morissi'". 

 

Fonte agi / ansa

 

 

 

 

La maestra 39enne è accusata di aver aggredito due neonazisti nel "Giorno dell'Onore": a loro fu prescritta una prognosi di 5 e 8 giorni, lei rischia di restare in cella fino al 2047.

Ilaria Salis è stata mandata a processo con l’accusa di lesioni aggravate per un episodio del febbraio 2023, quando avrebbe aggredito insieme ad altri attivisti antifascisti due militanti neonazisti, i quali non hanno sporto denuncia e si sono ripresi dopo due giorni di prognosi. Quell’episodio è avvenuto, sostiene l’accusa, nell’ambito di una iniziativa promossa da un’associazione a delinquere tedesca, la Hammerband, che si era data appuntamento nella capitale ungherese per attaccare simpatizzanti di estrema destra, skinheads e fascisti in occasione del cosiddetto Giorno dell’onore.

Questa rievocazione celebra il tentativo, risalente al 1945, di un battaglione nazista d’impedire la presa di Budapest da parte dell’Armata Rossa sovietica, che stava liberando l’Europa centrale dal giogo nazionalsocialista.

In aula - dove oltre a Salis erano presenti altri due coimputati, un uomo e una donna tedeschi - la pm ha presentato la 39enne come l'imputata principale, che avrebbe partecipato a più aggressioni causando lesioni corporali aggravate, in "associazione per delinquere" con due persone. Il magistrato poco prima aveva esposto l'atto di accusa che ha portato al rinvio a giudizio secondo il quale gli imputati farebbero parte di un'organizzazione estremista di sinistra, formata in Germania e composta soprattutto da giovani che, oltre partecipare a manifestazioni e dimostrazioni, avrebbero pianificato di lottare con aggressioni fisiche contro simpatizzanti di estrema destra di ideologia neonazista e neofascista. 

"E' in dubbio lo stesso fatto che fosse presente alle aggressioni in questione, o che sia intervenuta incontrando i neonazisti - ha sottolineato ancora il legale difensore -. L'atto di rinvio della Procura è privo di fondamento e non ci sono prove nemmeno per il concorso in associazione per delinquere, presenteremo le nostre prove".

Una "situazione carceraria e processuale che vìola le nostre leggi", ha detto il suo avvocato Eugenio Losco, presente in aula. Anche perché "Ilaria si è dichiarata non colpevole ma ha spiegato di non aver mai potuto leggere gli atti, che non le sono stati mai tradotti, e di non aver ancora visto le immagini su cui sostanzialmente si fonda l'accusa. E quindi ha riferito di non poter presentare nessuna memoria, cosa che è ammessa nel processo ungherese".

Scelta diversa per l'altro coimputato tedesco, che si è dichiarato colpevole e è stato condannato a 3 anni di reclusione.

In un video, le autorità ungheresi hanno riconosciuto Salis, accusandola di far parte di un collettivo antifascista responsabile dell’aggressione. Ilaria si è sempre dichiarata innocente, affermando di non essere lei nelle immagini diffuse, in cui si vede l’assalto con calci e pugni ai militanti di estrema destra. Arrestata nel febbraio 2023 in un momento successivo, mentre era in un taxi con due amici, sarebbe stata trovata in possesso di un manganello retrattile, usato per difesa personale (avrebbe sostenuto la diretta interessata).

La pubblica accusa del Tribunale di Budapest si è mossa senza denuncia di parte, incriminata la 39enne milanese più due altri attivisti che erano con lei. Ora la maestra lombarda rischia fino a 11 anni di carcere, mentre uno dei suoi compagni, tedesco, si è dichiarato colpevole e ha patteggiato una pena di tre anni. Le è stata negata la revoca della custodia cautelare per il pericolo di fuga. La prossima udienza del processo è fissata al 24 maggio.

La premier Giorgia Meloni ha sentito al telefono il primo ministro ungherese Viktor Orban «nel pieno rispetto dell’indipendenza e autonomia della magistratura ungherese». L’obiettivo per ora è quello di ottenere pene alternative da scontare in Italia. Se si parla appunto dell’ipotesi di arresti domiciliari in Italia, i giudici ungheresi hanno già respinto nel giugno scorso la richiesta per il trasferimento di Salis agli arresti domiciliari, avanzata dagli avvocati della 39enne. Il motivo era il pericolo di fuga. A quanto si apprende, la richiesta potrebbe essere rivalutata solo a seguito di una preventiva applicazione dei domiciliari in Ungheria, su decisione dei giudici: solo in seguito a questa disposizione, quindi, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di applicare la decisione quadro del Consiglio europeo per il reciproco riconoscimento delle decisioni sulle “misure alternative alla detenzione cautelare”.

Un'altra possibilità sarebbe quella di ricorrere alla giurisdizione europea, un'eventualità che rientra già nella strategia difensiva di uno degli avvocati di Ilaria Salis Eugenio Losco: «Stiamo valutando la possibilità di fare ricorso immediato alla Corte europea di Strasburgo per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che è già costata altre condanne all’Ungheria», ha spiegato. «La violazione è palese, visto come è stata portata con un guinzaglio in aula».

il caso Ilaria Salis a Budapest sta scuotendo le coscienze non solo italiane: la scena dell'italiana apparsa in manette, incatenata e coi ceppi alle caviglie in un tribunale nella capitale ungherese fa tornare in primo piano il rispetto dei diritti dell'uomo in Europa. Il caso, dalle accuse mosse a Salis alla scena vista in tribunale, è diventato politica: la Farnesina ha convocato l'ambasciatore magiaro in Italia. Il nostro ambasciatore invece ha incontrato il ministro della Giustizia ungherese.

E' una maestra originaria di Monza di 39 anni in carcere dall’11 febbraio 2023 a Budapest con l’accusa di lesioni aggravate. Salis avrebbe aggredito due neonazisti durante una manifestazione nella capitale ungherese. L’attivista era partita dall’Italia per unirsi a movimenti antifascisti che stavano lavorando a una contromanifestazione in occasione del Giorno dell’Onore.

La previsione era corretta. Il Giorno dell’Onore 2023 è stato contrassegnato da numerosi scontri. Quasi tutti filmati. Uno di questi video ritraeva due neonazisti presi a manganellate l’11 febbraio da un gruppo di contro manifestanti a volto coperto, praticamente irriconoscibili. Per i magistrati ungheresi uno di quei manifestanti era Ilaria Salis, arrestata qualche ora dopo a bordo di un taxi con altre due persone. La prognosi per i due feriti era di 5 e 8 giorni.

Gli avvocati della donna hanno contestato l'impossibilità di visionare le immagini di quelle telecamere, prova regina dell’intera inchiesta. Da un punto di vista formale è inoltre contestata anche la mancata traduzione degli atti giudiziari in inglese e in italiano, circostanza che ha impedito alla nostra connazionale di conoscere appieno i reati contestati. La difesa ha chiesto l'esame delle persone offese, la perizia di un consulente antropometrico e quella di un medico legale sulla natura “potenzialmente letale” (come sostiene l'accusa) delle botte prese da neonazisti.

Inoltre la difesa contesta la natura stessa del reato (lesioni personali, non tentato omicidio) e l'aggravante di aver agito “nell'ambito di un'associazione a delinquere” tedesca. Si tratterebbe degli Hammerband di Lipsia, organizzazione anarco-rivoluzionaria guidata dalla 28enne Lina Engel e dal compagno Johann Guntermann

Fonte varie agenzie

Parte il 31 gennaio a Verona Fiere la 116ª Fieragricola, rassegna internazionale di agricoltura in programma fino a sabato 3 febbraio. Sono 11 i padiglioni occupati, 820 le aziende provenienti dall’Italia e da 20 Paesi esteri e oltre 140 convegni in calendario per rispondere alle esigenze di formazione del settore. Attesi a Verona acquirenti internazionali accreditati da 28 Paesi e selezionati in collaborazione con l’Agenzia ICE, in particolare dalle aree dell’Est Europa, dell’Africa e del Medio Oriente.

Con un formato espositivo trasversale che abbraccia tutti i principali settori dell’agricoltura (meccanica agricola; zootecnia; colture specializzate come vigneto, frutteto, olivo; energie rinnovabili; chimica verde; servizi; multifunzionalità delle imprese agricole; tecnologie hi-tech per la crescita dell’agricoltura sostenibile), Fieragricola proietta Verona come capitale dell’agroindustria per quattro giorni, con approfondimenti sui cambiamenti climatici, una delle grandi sfide di un comparto che in Italia presenta un valore alla produzione di 74,6 miliardi di euro (fonte: Crea, 2022) e si inserisce in un settore agroalimentare che dalla terra alla tavola sviluppa un fatturato di 621 miliardi di euro.

«Fieragricola anche per questa 116ª edizione presenta le innovazioni, le tecnologie e le soluzioni per la crescita dell’agricoltura, un settore strategico in ambito economico e sociale, chiamato a rispondere alle esigenze di un incremento della popolazione mondiale, a migliorare produttività e resilienza a fronte di cambiamenti climatici, garantendo redditività agli imprenditori agricoli – dichiara il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo –. Con Fieragricola, inoltre, Verona ospita convegni e approfondimenti utili per la formazione e la crescita professionale e si conferma una piazza privilegiata di ascolto e di confronto costruttivo fra mondo produttivo, attori e istituzioni per il futuro dell’agricoltura italiana ed europea».

Il taglio del nastro della 116ª edizione di Fieragricola con la partecipazione del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, del presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, dell’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, del sindaco di Verona, Damiano Tommasi, del presidente della Provincia Flavio Massimo Pasini, del presidente di ITA-ICE Agenzia Matteo Zoppas. Alla cerimonia inaugurale presenti anche Yaroslav Melnyk, ambasciatore d’Ucraina in Italia e Saywan Barzani, ambasciatore della Repubblica dell'Iraq in Italia.

Focus cambiamenti climatici.

Fra gli eventi in programma, il convegno all’Arena Fieragricola «L’agricoltura nel clima che cambia: strategie, pratiche, tecnologie per la mitigazione e l’adattamento», moderato da Rosanna Magnano di Radio 24, con interventi di Monia Santini, direttrice dell’Istituto della resilienza climatica Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici; Massimo Iannetta, responsabile Divisione Biotecnologie e agroindustria di Enea; il prof. Mario Pezzotti, commissario straordinario del Crea e ordinario di Genetica agraria all’Università di Verona, al quale farà seguito (ore 16.20) la tavola rotonda con i presidenti delle principali organizzazioni agricole (Consorzi Agrari d’Italia, Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Copagri);  con le conclusioni affidate all’on, Paolo De Castro, parlamentare europeo e componente della Commissione Agricoltura.
«I cambiamenti climatici saranno il tema portante di questa 116ª edizione di Fieragricola – commenta Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere –. Negli ultimi anni hanno influito sulle produzioni agricole con danni che hanno toccato i 6 miliardi di euro nel 2023. Oltre ad uno speciale ciclo di conferenze in fiera che analizzerà il problema insieme a scienziati, tecnici, accademici e istituzioni, Fieragricola 2024 punta sull’Agricoltura 4.0 e sue applicazioni pratiche con presentazione di casi, ampliando la platea di espositori che offrono tecnologie digitali, robotica, Intelligenza artificiale, gestione e tecniche di risparmio delle risorse idriche e produzione di energie rinnovabili in agricoltura. Tutte soluzioni per un’agricoltura più resistente di fronte ai cambiamenti climatici e più sostenibile a livello di emissioni e tutela del suolo».

L’agricoltura del futuro con «Fieragricola Tech» ha il suo focus su innovazione e digitale al padiglione 11 con il «Fieragricola Tech», dedicato all’agricoltura digitale, ai sistemi per l’irrigazione intelligente, alle energie rinnovabili, agli strumenti di biosoluzioni per la protezione del suolo in ottica rigenerativa. Soluzioni utili per promuovere la transizione ecologica e l’agricoltura rigenerativa a basso impatto ambientale. (gn)

 

 

 

Il 31 gennaio a Roma, presso la Sala Giunta del Coni al  Foro Italico, ha avuto luogo la Conferenza stampa di presentazione della Convenzione tra il Comitato Nazionale Italiano Fair Play (CNIFP), la Fondazione Italian Digital Hub (IDH) e l’Associazione Prestatori Servizi di Pagamento (APSP).

Il titolo dell’evento, “Digital Fair Play”, faceva riferimento alla necessità di supportare in maniera etica anche lo sviluppo degli ecosistemi digitali.

Italian Digital Hub, presieduta dal Prof. Maurizio Pimpinella, nasce con l’obiettivo di fornire servizi di consulenza tecnologici e innovativi a supporto di Aziende, Pubblica Amministrazione Centrale e Locale, Enti Pubblici, Associazioni di Categoria, al fine di favorire la Digital Transformation e lo sviluppo dell’imprenditoria con una più forte cultura della competitività e della codificazione di nuovi modelli di business. La Fondazione IDH, in virtù delle varie ed ampie competenze che la compongono, funge quindi anche da centro studi e laboratorio di idee, progetti ed iniziative sul digitale a supporto dell’APSP. Tra i punti salienti sottolineati in conferenza dal Presidente Pimpinella, il raggiungimento – tramite l’intesa con il Comitato Nazionale Italiano Fair Play, Associazione Benemerita del CONI presieduta dal Commendatore Ruggero Alcanterini – di un segnale forte e deciso:  i valori dell’etica, della trasparenza e della correttezza sono imprescindibili per lo sviluppo di una società sana e inclusiva, in un mondo sempre più interconnesso e dipendente dalla tecnologia. Parole chiave come chiarezza, protezione dei dati, responsabilità, impegno collettivo, sostenibilità,  alfabetizzazione digitale, promozione di best practices,  fiducia, chiarezza, accessibilità, finanza etica sono state ripetute a più riprese. La trasparenza sancita pertanto come valore fondamentale non solo per proteggere i consumatori, ma per contribuire anche a prevenire frodi e comportamenti scorretti.

Si è posto l’accento sul progetto del circuito etico, un vero e proprio sistema in cui digitale, etica e trasparenza mettono le loro caratteristiche a fattore comune per supportare progetti selezionati.

Nell‘occasione della firma della Convenzione tra CNIFP e Fondazione IDH, è stata anche colta l’opportunità di  presentare la nomina del Presidente Ruggero Alcanterini come Coordinatore del Dipartimento di Digital Fair Play in seno proprio alla Fondazione Italian Digital Hub. L’annuncio è stato dato direttamente dal Presidente Maurizio Pimpinella, che ha espresso grande soddisfazione in virtù delle notevoli competenze ed esperienza di Alcanterini nel supportare una transizione digitale etica della società civile, delle imprese e dei professionisti.

Per celebrare il  trentennale del Comitato Nazionale Italiano Fair Play che si festeggia quest’anno, il presidente Ruggero Alcanterini ha ritenuto doveroso da parte sua accennare, tra i numerosi spunti di riflessione offerti in conferenza, ad una serie di iniziative in programma, tra cui quelle afferenti il mondo digitale e volte a supportare operatori del settore e cittadini (inclusione digitale), a partire proprio dall’accordo storico con Fondazione Hub e APSP e nell’ottica di una transizione etica della società civile. Ufficializzato anche il dato che il Comitato Fair Play ha appena certificato l'abilitazione dei primi cinquanta Fair Play Manager in Italia, novità assoluta anche nel panorama internazionale, perseguendo una strategia basata sulla formazione di nuove figure professionali atte alla ottimizzazione del fare.  Nel corso dell’anno corrente, infine, verranno rafforzati gli accordi col mondo termale e del verde ambientale con gli appuntamenti di Bologna e Milano, tra gennaio e febbraio, passando per Sanremo.  E poi Roma Dance in Aprile, Fair Play for Life a giugno, il Meeting Internazionale della Solidarietà a Lignano Sabbiadoro a luglio e poi Oikoumene Meeting Estate ad Ischia a settembre, dopo  aver condiviso il World Fair Play Day con il Fair Play for Peace a Bruxelles. Tanti appuntamenti, in sintesi, per mettere in pratica il principio shakespeariano del rispetto delle regole e promuovere il diritto alla gioia. Per tutto il 2024, il Comitato  sarà in campo con il motto " L'ITALIA CHE VORREI - L'ITALIA DEL FAIR PLAY." Tra le molte sorprese per festeggiare il trentennale, accennato anche al “WILLIAM Fair Play Shot” creato dal giovane bartender Davide Bersaglini, che verrà adeguatamente lanciato in uno dei prossimi eventi nel calendario del Comitato.

Tra gli intervenuti in Sala Giunta, oltre a numerosi giornalisti, alcuni rappresentanti di organismi del mondo associativo a livello nazionale interessati al processo di digitalizzazione del  Paese come Antonino Viti, a capo dell’Associazione Italiana di Cultura, Sport e Tempo Libero e (A.C.S.I.) 

Michela Perrotta, amministratore unico di  You Emergency. Tra i presenti, volti noti e meni noti al grande pubblico, ma tutti interessati agli argomenti in scaletta: il Maestro e direttore d’orchestra Marco Werba; il vicepresidente Associazione MOVE,  Andrè De La Roche, insieme al presidente Alessandro Alcanterini; Fabrizio Pellegrini in qualità di Consigliere Nazionale Veterani dello Sport. Ad ascoltare la conferenza, alcuni importanti esponenti dall’entourage CNIFP (Roberto Antonangeli, Arturo Ciampi, Vincenzo Di Rubo, Claudio Perazzini); Simona Mazza ufficio stampa ONA; Osservatorio Roma tramite Maria Teresa Rossi. Per parte istituzionale, la rappresentanza simbolica di  tutti i Comuni fair play d’Italia, è intervenuto il Sindaco di Loreto Aprutino Renato Mariotti.

Partner dell’iniziativa sono stati Arena Digitale, America Oggi Tv (www.americaoggitv.com), Canale Europa TV  Radio Leon, Associazione Move.

 

 

Fonte Uff.St.fair play L.Bernardini

 

 

I produttori di 'Riscatto agricolo' sfileranno con i trattori in Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna. Il ministro Lollobrigida: "Siamo dalla vostra parte, ma no alle violenze"

In Francia prosegue la protesta degli agricoltori con il blocco delle vie strategiche intorno a Parigi e manifestazioni in altre parti del Paese; a Laval (nel dipartimento della Mayenne) sono stati scaricati migliaia di pneumatici davanti ai centri finanziari pubblici della città. A partire dalle 8 del mattino di martedì 30 gennaio, inoltre, sono stati innalzati muri simbolici, con lo slogan: "Per murare i servizi pubblici". I manifestanti erano un centinaio, secondo la polizia, con una cinquantina di trattori. Altra dura protesta in autostrada: agricoltori e apicoltori hanno bloccato il casello di Saint-Quentin-Fallavier (Isère) sulla A-43, una trentina di chilometri a Est di Lione.

Agli agricoltori che stanno manifestando anche in altri Paesi, Italia compresa, contro le politiche di settore dell'Unione europea, si sono aggiunti gli apicoltori che denunciano, tra le altre cose, il forte ricorso alle importazioni abusive dall'estero, come l'uso eccessivo di miele sintetico cinese.

In Francia si attendono le "nuove misure" del governo, altrimenti, dicono gli agricoltori, la protesta andrà avanti a oltranza, bloccando il Paese. Produttori e allevatori italiani si stanno muovendo dal basso senza bandiere, pronti a far crescere la protesta. Lo dicono da giorni, tanto che oggi si prevede un'altra grande mobilitazione, organizzata da un movimento, guidato soprattutto da giovani, autodefinitosi Riscatto agricolo. Mentre ogni giorno si accendono focolai un po' ovunque con trattori vicino ai caselli delle autostrade, come è accaduto anche ieri a Orte, nel viterbese sulla A1, dove i contadini hanno tentato un nuovo blitz dopo il blocco di sabato. Si scaldano, poi, i motori dei trattori in vista di mercoledì, in apertura di Fieragricola a Verona, dove un grande assembramento vorrebbe guastare la festa a chi vi si recherà per affari.

Gli agricoltori francesi protestano soprattutto contro l'inflazione e l'aumento dei costi dell'energia, contestano redditi bassi e denunciano eccessivi oneri amministrativi e burocratici. Molti si oppongono alle conseguenze dirette e indirette del Green Deal europeo, una serie di misure promosse dall'Unione Europea per rendere più sostenibili e meno dannosi per l'ambiente la produzione di energia e lo stile di vita di cittadine e cittadini.

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha espresso, intanto, solidarietà alla Coldiretti a fronte della rabbia di alcuni che hanno bruciato le caratteristiche bandiere gialle dell'organizzazione agricola in segno di protesta. "Considero sbagliato e ingiustificato ogni atto di violenza, compreso bruciare le bandiere delle associazioni agricole come accaduto a Viterbo" anche se, ha rimarcato, "rimaniamo convintamente al fianco degli agricoltori, di chi intende lavorare per avere il giusto reddito e creare ricchezza per sé e la Nazione. Pronti al massimo impegno in Italia come in Europa".

Una posizione quella di Lollobrigida a cui dà man forte una nota informativa a cura dell'ufficio studi di FdI, dedicata proprio alla mobilitazione degli agricoltori contro il caro carburante e, soprattutto, contro il nuovo 'Green Deal' europeo. La protesta, si legge nel documento di cui l'agenzia di stampa Adnkronos ha preso visione, "ha assunto diverse sfumature a seconda dei Paesi". Ma mentre in Germania e Francia queste manifestazioni "si sono trasformate in mobilitazioni anti-governative, appoggiate dai partiti nazionalisti (Afd in Germania, Rassemblement National in Francia)", in Italia "questa componente è pressoché assente", osserva FdI, anche perché "il governo italiano è stato sin dall'inizio particolarmente sensibile alle rivendicazioni del comparto, schierandosi contro l'approccio ideologico alla transizione verde".

La miccia della protesta si è innescata ormai anche in Italia, come era prevedibile. Del resto, il contagio viaggia a ritmo veloce, anche sui social. E se in Francia gli 'agriculteurs', marciano dritti alla volta di Parigi e quelli belgi minacciano di assediare Bruxelles (cuore pulsante delle politiche europee), mentre i colleghi tedeschi continuano a manifestare ed oggi hanno bloccato il traffico nella zona di Amburgo, i nostri agricoltori, animati da altrettanto spirito corporativistico, sembrano non essere da meno. Pur di difendere le loro terre da una politica europea, a loro dire, da una parte troppo restrittiva per le regole ambientali del Green Deal e, dall'altra parte, troppo permissiva con le aperture alla carne coltivata.

I prezzi bassi, dovuti alla concorrenza di produzioni estere, stanno mettendo in ginocchio i redditi dei coltivatori e degli allevatori oberati da alti costi di produzione e tasse come Irpef e Imu. "Chiediamo con forza che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti. Vogliamo un'agricoltura italiana rispettata, capita, valorizzata" si legge in una sorta di manifesto del coordinamento nazionale. "Oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è sottopagato, i ricavi sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione e questo, purtroppo, perdura da decenni: non vogliamo contributi, chiediamo solo dignità del giusto prezzo" sostengono gli agricoltori che ribadiscono di essere "i custodi della natura, non soggetti che inquinano". Tra i vari punti, messi in evidenza dai contadini 'ribelli', eliminare l'obbligo di non coltivare il 4% dei terreni e ogni forma di contributo, volta a disincentivare la coltivazione, regolamenti stringenti che contrastino l'ingresso sul mercato di cibi sintetici e il mantenimento anche dopo il 2026 del sistema che tiene calmierati i costi del gasolio agricolo.

Oggi in particolare, i trattori sfileranno in diverse regioni: Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna con presidi a Brescia, Bergamo, Alto lago di Como-Valtellina, Mantova, Melegnano, Voghera, Navacchio nel pisano, Val di Chiana a Orvieto e ancora in prossimità del casello di Orte della A1, nella Valle del Salto, e ancora e a Olbia, Cagliari, Oristano Porto. E forse proprio in Sardegna, una regione a forte vocazione agricola, la protesta farà sentire più forte la sua voce, mentre si avvicina lo spettro di una 'invasione' a Roma. I coltivatori che si radunano in sedicenti comitati, per lo più a livello provinciale, si sono imposti di marciare solo con il tricolore e dove possono raggiungere le sedi delle prefetture con sit-in fino ad oggi ordinati

I motivi delle proteste

La mobilitazione, già iniziata nei giorni scorsi, prende di mira le politiche agricole dell'Unione europea. Tra le richieste: "Sussidi, prezzi all'ingrosso da rivedere, no alla carne sintetica, no alle cavallette come cibo, no agli impianti fotovoltaici sui terreni produttivi".

Ci sono coltivatori di grano e mais, che ce l'hanno con le nuove regole comunitarie: da quest'anno scatta l'obbligo di tenere incolto il 4% dei terreni seminati sopra i 10 ettari. Ma anche la questione dei prezzi. In commissione Agricoltura alla Camera c'è un progetto di legge che modifica il decreto legislativo del 2021 contro le pratiche sleali: introdotto un costo di produzione di cui deve tenere conto il prezzo di vendita. "Il problema- denunciano i manifestanti - è che ancora non si è visto niente". A loro arrivano spiccioli, mentre il consumatore paga salato. Poi le altre questioni in ballo: la cosiddetta carne sintetica e i cibi a base cellulare (su cui l'Italia con Francia, Austria e altri 9 paesi ha chiesto una moratoria di 12 mesi all'Unione), le farine di insetti, l'aumento vertiginosi dei costi dei mutui, il costo dei carburanti, e le tasse: la legge di bilancio reintroduce l'Irpef agricola.

Fonte Adnkronos / Rai e altre agenzie  



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