Leonardo Cannistrà vincitore del Premio Internazionale di Scultura Edgardo Mannucci

Nato nel 1993, il Premio di Scultura Edgardo Mannucci è il fiore all’occhiello delle attività del Rotary Club Altavallesina – Grottefrasassi. Il Premio è intitolato a Edgardo Mannucci, artista marchigiano di fama internazionale, definito scultore dell’energia e precursore dell’arte plastica informale europea del XX secolo.

Il Premio Internazionale di scultura è riservato a giovani artisti provenienti dalle varie Accademie delle Belle Arti nazionali e straniere, con l’intento di dare loro un aiuto tangibile nella continuazione del proprio percorso artistico, valorizzando ed incrementando la cultura, proseguendo nello spirito e nella volontà dello stesso Mannucci.

Arrivata alla sua XXIII° edizione, la manifestazione premia come vincitrice "Stanze", opera di Leonardo Cannistrà, studente del secondo anno dell'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, che commenta così la sua vittoria: << Per me è una grandissima soddisfazione! La cosa più bella per un artista è quando attraverso le sue opere riesce a trasmettere quello che sente senza troppe spiegazioni. L'opera d'arte secondo me è tale, quando ha voce propria.>>

Con “Stanze” Leonardo Cannistrà ha persuaso la giuria con i suoi tre grandi pani, al colmo dei quali è infisso uno spioncino: chi avvicina l'occhio percepisce insieme il profumo genuino della crosta e le immagini del telegiornale - migranti disperati, naufragi e salvataggi – che accompagnano il nostro desinare quotidiano.

Lo studente, raccontando i motivi da cui nasce la sua opera, afferma:

<<In genere prediligo tematiche sociali che dimostrino come questo mondo all'apparenza perfetto, abbia in realtà molte se non troppe lacune. La mia è una sorte di denuncia che invita alla riflessione>>. Continua commentando l’opera: << La forza di "Stanze" sta nel paradosso dell'opera stessa. E' un'opera sinestetica in cui l'olfatto e il tatto danno il loro contributo. Vedere quelle immagini struggenti della pessima situazione dei bambini in Africa o dei profughi ammassati su piccole imbarcazione e allo stesso tempo essere costretti a poggiarsi su quei grandi pani, respirandone il profumo, crea nello spettatore una situazione di disagio. Mi sono soffermato ad osservare le reazioni dei visitatori e molti si sentivano quasi in colpa a "spiare" quella povera gente senza poter fare nulla. Il mio è stato un invito a riflettere su quello che oggi alcune nostre scelte dettate da pregiudizi possano determinare>>

Nella precedente edizione Leonardo Cannistrà aveva già vinto il Premio Acquisto con l’opera "Attimi", un lavoro sulle morti bianche che, con sottile ironia, rappresenta il gesto disperato di una situazione precaria. Attraverso un gioco di pieni e vuoti, l’opera mette a confronto due forme esteticamente molto simili esteticamente ma completamente diverse nel significato: un guanto sembra accogliere una mano al suo interno mentre l'altro è vuoto, simboleggiando rispettivamente la presenza e l'immediata assenza, la materia e lo spirito.

Lo conosciamo meglio durante un’intervista, nella quale racconta la sua storia e la sua determinazione.

Da dove nasce in Lei l'amore e l'interesse per l'arte, che l'hanno portata a intraprendere questo percorso scolastico e professionale? 

<<Sin da piccolo i miei hanno notato una certa attitudine e dimestichezza nel disegno. Così, all'età di otto anni, hanno deciso di iscrivermi ad un corso privato per sviluppare le mie doti; devo a loro le mie capacità che ho perfezionato nel tempo e qualche piccolo successo. Successivamente ho intrapreso gli studi al Liceo Artistico di Catanzaro e in fine All'accademia di Belle Arti. Mi sono laureato in Pittura e attualmente sto prendendo una seconda specialistica in scultura. L'arte per me è una valvola di sfogo attraverso la quale posso gridare al mondo i miei pensieri, le mie sensazioni, le mie paure>>

Cosa significa per Lei l’opportunità di una mostra personale nella prossima edizione del Premio Internazionale?

 

<<Per me è un grande onore e un bel trampolino di lancio. Ho già dei progetti in cantiere che aspettano solo di essere sviluppati>>

Che direzione vuole dare al Suo percorso artistico?

<<Per me l'importante è andare sempre avanti con perseveranza. La soddisfazione che dà una vittoria del genere vale più di mille difficoltà; fondamentale è essere onesti con se stessi e credere in ciò che si fa restando sempre con i piedi per terra. Spero in una continua crescita. Io ce la metterò tutta!>>

L'opera è in mostra nel Centro Culturale di San Francesco di Arcevia, sede della Collezione Ruggeri-Mannucci, fino al 15 luglio, assieme a tutte le opere dei 24 giovani artisti presentati dalle otto Accademie, di cui sei italiane – Carrara, Catanzaro, Frosinone, Macerata, Perugia, Urbino – e due straniere, San Pietroburgo e Tirana.

Il Premio internazionale di Scultura arricchisce la nostra società ponendo in primo piano l’attenzione alle nuove generazioni e la diffusione della cultura in tutte le sue espressioni, concedendo a giovani artisti come Leonardo la possibilità di esprimere al meglio la loro concezione artistica ed essere premiati per la loro creatività.

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