La personale di Lucia Rotundo, al Museo Civico di Taverna (CZ), è prorogata a tutto il 31 marzo

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Grazie ai numerosi consensi di pubblico e di critica e in occasione delle imminenti festività pasquali, la Direzione del Museo Civico di Taverna proroga, sino al 31 marzo p.v., la mostra personale dell'artista Lucia Rotundo, “Abitare la Natura”.

Tra i numerosi critici, storici, artisti e curatori che hanno apprezzato, scritto e divulgato le qualità artistiche e culturali delle opere in mostra, segnaliamo: Luigi Paolo Finizio, Vittoria Coen, Giorgio Di Genova, Giorgio Bonomi, Massimo Bignardi, Janus, Antonio Basile, Rino Cardone, Lucia Cataldo, Alice Iorfrida, Lucia Spadano, Aldo Iori, Toti Carpentieri, Valerio Dehò, Anna Rivelli, Miriam Cristaldi, Silvano Trevisani, Loredana Barillaro, Lucia Anelli, Amalia Di Lanno, Carmelo Cipriani, Maria Vinella, Giuseppe Valentino, Amelia Lasaponara, Roberto Lacarbonara, Dores Saquegna, Gianluca Covelli, Caterina Bagnato, Martina Soricaro, Mina Tarantino, Giulio De Mitri, Teo De Palma, Fernando De Filippi, Giovanni Cafarelli, Lucilla Catania, Peppe Capasso, Giorgio Ciardo, Dario Valli, Carlos Guerrero, ecc., ecc. Oltre ai numerosi studenti delle Accademie di Belle Arti di Vibo Valentia, Reggio Calabria e Catanzaro.

In mostra, come sappiamo, ben circa quaranta sculture tra progetti, rilievi (alto e basso e tuttotondo), narrano la ricerca e il background culturale dell'affermata artista catanzarese, nota, anche, oltre i confini regionali, per le significative presenze che annovera in mostre e rassegne nazionali.

“La sua poetica attenta e rigorosa - scrive il noto storico dell'arte Luigi Paolo Finizio - si mostra sotto un segno minimale, ma fortemente calibrato. La Rotundo sa di condurre una linea di immagine leggera e sottile ma tuttavia ricca d'evidenza e catturante come può essere un filamento di ragno che vibra nella sua luce solare. La sua visione, le sue suscitazioni, spaziano tra luoghi ravvicinati e distanti di conoscenza e memoria del sapere, luoghi vissuti e concreti, luoghi remoti e d'astrazione nell'immaginario. Nelle composizioni del segno che si fa materiale, che ostenta la propria nitida e semplice assolutezza, ogni ideazione e fattura raccoglie un plesso di cultura e sensazioni, ci invita a un viaggio tra mitologia e storia.”

Part. dell'allestimento della mostra personale “Abitare la natura”, Museo Civico di Taverna, Catanzaro - Copia

 

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