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L'Adorazione dei Magi in restauro all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze

adorazione_magi
In questi giorni, presso l'Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di restauro della Fortezza da Basso di Firenze, sono stati resi noti i risultati della delicata prima fase dell'intervento di restauro su "L'Adorazione dei Magi"di Leonardo da Vinci, alla presenza di Cristina Acidini, sovrintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etno-antropologico e per il polo museale della città di Firenze, di Marco Ciatti, sovrintendente dell'Opificio delle Pietre Dure, di Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi e di Maria Vottoria Rimbotti, presidente degli Amici degli Uffizi.
Grazie al sostegno degli Amici degli Uffizi, il grande capolavoro di Leonardo, dipinto su tavola, raffigurante l'Adorazione dei Magi (cm 246x243), iniziato nel 1481 per il monastero di San Donato a Scopeto e lasciato incompiuto, nel novembre del 2011 è stato trasferito dalla Galleria degli Uffizi al Laboratorio di restauro dell'Opificio delle Pietre Dure della Fortezza da Basso.
Nel corso del primo anno l'opera è stata sottoposta ad un'articolata serie di indagini diagnostiche, allo scopo di verificare lo stato di conservazione del supporto ligneo, (nel tempo dimensionalmente modificato) e della superficie pittorica che Leonardo, in via preliminare, aveva iniziato a comporre.
Quindi, è iniziata una prima fase dell'intervento di restauro, dedicato alla parte pittorica, che si concluderà entro l'estate del 2015.
Successivamente, verrà effettuato il restauro del supporto ligneo, necessario ad assicurare solidità alla tavola ed evitare negative conseguenze sulla pittura.
"Si tratta di un altro importante momento nella storia del restauro del capolavoro di Leonardo - ha affermato Cristina Acidini - in cui l'Opificio della Pietre Dure presenta i risultati dell'intervento sulla parte pittorica, che rappresenta anche l'evidente progresso delle nostre conoscenze sul quadro, sia dal punto di vista delle materie presenti sulla tavola, nelle loro diverse stratificazioni, sia riguardo le originali modalità di esecuzione, offrendo quindi nuovi spunti d'interpretazione dell'Adorazione dei Magi nel suo insieme e nei particolari.".
Per il direttore della galleria degli Uffizi, Antonio Natali: "Quello che la pulitura sta rivelando, nella parti dove ultimata, consente di apprezzare ciò che prima si poteva solo intuire, attraverso la lettura dei referti ad infrarossi. Ora si può affermare, con assoluta certezza che, una volta concluso il restauro, l'occhio del visitatore potrà darsi ragione di una trama teologica, che aveva potuto ricostruire solo in virtù delle indagini. Questo a sostegno della realizzazione di un museo inteso come luogo di educazione, più che di stupore".
Da parte sua, la presidente degli Amici degli Uffizi, Maria Vittoria Rimbotti, ha sottolineato che: "Sono trascorsi due anni dall'inizio del restauro , operazione lunga ed estremamente complessa che l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze sta conducendo con grande professionalità ed estrema perizia, tanto da portarlo ad essere considerato uno dei punti di riferimento per il restauro a livello mondiale".
"Fin dai suoi inizi - continua Maria Vittoria Rimbotti - gli Amici degli Uffizi sono stati vicini a questo intervento. Nel 2012, per festeggiare il ventesimo anniversario della nostra fondazione, abbiamo sostenuto le spese per le indagini diagnostiche.  Ci sembrava, quindi, doveroso da parte dell'Associazione, che ho l'onore di presiedere, continuare a sostenere economicamente il proseguimento dei lavori".
"Più tecnicamente, il sovrintendente dell'Opificio delle Pietre Dure, Marco Ciatti, ha affermato che "In questa seconda conferenza stampa, dedicata al restauro dell'Adorazione dei Magi di Leonardo della Galleria degli Uffizi, possiamo sostenere che che le problematiche ed i risultati sperati, anticipati e proposti nel precedente incontro e frutto delle indagini diagnostiche svolte sull'opera, si sono col tempo pienamente realizzati, facendo tuttavia emergere anche interessanti novità. In realtà, ora vediamo chiaramente ed in maniera inconfutabile che il lavoro di pulitura tramite un leggero, graduale e differenziato assottigliamento dei vari materiali sovrapposti nei secoli dai vari manutentori e restauratori delle Gallerie in superficie, era assolutamente doveroso e tecnicamente possibile".
Come appare in maniera evidente, la superficie pittorica, anche se appena abbozzata, risulta ora libera dal pericoloso effetto di strappo dei materiali accumulatisi sopra e le parti disegnate ed ombreggiate da Leonardo emergono finalmente leggibili, rendendo possibile una più approfondita lettura dei loro valori espressivi.
Per esempio, le alterazioni di questi materiali aggiunti e non originali sulla bellissima figura del pensatore, o Isaia secondo la lettura iconografica di Antonio Natali, appiattita dallo sbiancamento, sono scomparse con un leggerissimo trattamento di pulitura e la potenza dei volumi e dell'espressione sono immediatamente riemerse. Ma, è soprattutto nella parte alta che la nuova lettura dell'opera si afferma prepotente, rivelando un accenno sottilissimo dei colori del cielo e rendendo percepibili ad occhio nudo, anzichè solo in infrarossi, le figure dei lavatori che sono intenti alla ricostruzione del Tempio, elemento iconologico di grande importanza, così come la zuffa di cavalli e figure umane sulla destra. La presenza di queste tracce di velatura di colore locale, già evidenziata dalle prime indagini diagnostiche, è forse all'origine della patinatura con la quale, nei secoli passati, le si erano volute occultare, forse per conferire all'insieme l'effetto di un voluto monocromo.
Questa delicata pulitura ha consentito anche di penetrare sempre più nel modo di lavorare di Leonardo, confermando l'interpretazione iniziale circa le varie fasi e materiali, ma arricchendola di nuovi elementi, esempi ed anche interessanti problemi interpretativi. Significativi alcuni particolari nella comprensione del processo mentale di Leonardo, che lavora secondo la propria ispirazione in maniera molto libera al di sopra di una, invece, rigorosissima impostazione prospettica dell'insieme. Il gruppo di teste sul lato sinistro mostrano con evidenza i vari possibili livelli, durante il processo di costruzione delle immagini. All'estremità destra appaiono varie posizioni di una testa di cavallo, per la quale, evidentemente, il pittore non aveva ancora compiuto la scelta definitiva.
Come si rileva ovunque, molta materia aggiunta è stata ancora lasciata, in base all'impostazione teorica e tecnica della pulitura propria di questo istituto, sia come livello di sicurezza, sia come "patina" della storia trascorsa. Il principio che ci guida, come ben noto, è che la pulitura non deve porsi l'obiettivo di far tornare il dipinto come nuovo, una indimostrabile e pericolosissima pretesa, dato che nessuno sa esattamente come esso apparisse e può condurre a danni irreparabili, bensì quella più ragionevole di consentire una corretta lettura dei suoi significati e valori espressivi, sia pur con i segni ed i passaggi del tempo.
Alla fine del restauro, il dipinto di Leonardo dovrà apparire un dipinto non finito, antico, ma in buone condizioni sia materiche, sia di leggibilità. A tal scopo, unitamente con il massimo rispetto della sua autenticità materica e formale, vanno tutti gli sforzi del team dell'Opificio al lavoro (restauratori, esperti scientifici, storici dell'arte) che, con un confronto continuo con la Direzione della Galleria degli Uffizi, con gli studiosi dell'opera di Leonardo e con il fondamentale sostegno degli Amici degli Uffizi, vede ormai prossima la conclusione di questa prima fase dell'intervento.
L'opera tornerà presumibilmente agli Uffizi entro la fine del 2015 e ad accoglierla troverà un nuovo allestimento della sala 15 della Galleria.
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